Il trucco che gli antichi Egizi usavano stendere sulla palpebra superiore ed inferiore degli occhi, aveva poteri medicinali e innescava un processo di difesa che, in caso di infezione oculare, limitava la proliferazione dei batteri. Sono queste le conclusioni a cui sono giunti al Centro Nazionale di Ricerca Scientifica e dell'Università Pierre e Marie Curie di Parigi.
Il famoso kajal egizio conteneva, è vero, del piombo, sostanza notoriamente tossica della quale medici greci e romani decantavano le proprietà curative, ma in dosi estremamente deboli, tali da indurre, nell'organismo umano, la produzione di una molecola, il monossido di azoto, che attiva il sistema immunitario.
L'equipe francese, per ottenere questo risultato, si è servita della laurionite, un cloruro di piombo, uno dei sali sintetizzati dagli antichi Egizi. Poi gli studiosi hanno osservato l'azione della laurionite su una cellula isolata della pelle, constatando la superproduzione di qualche decina di migliaia di molecole di monossido d'azoto. Le cellule immunitarie così stimolate, chiamate macrofagi, proteggono l'organismo fagocitando letteralmente batteri e scorie.
Il famoso kajal egizio conteneva, è vero, del piombo, sostanza notoriamente tossica della quale medici greci e romani decantavano le proprietà curative, ma in dosi estremamente deboli, tali da indurre, nell'organismo umano, la produzione di una molecola, il monossido di azoto, che attiva il sistema immunitario.
L'equipe francese, per ottenere questo risultato, si è servita della laurionite, un cloruro di piombo, uno dei sali sintetizzati dagli antichi Egizi. Poi gli studiosi hanno osservato l'azione della laurionite su una cellula isolata della pelle, constatando la superproduzione di qualche decina di migliaia di molecole di monossido d'azoto. Le cellule immunitarie così stimolate, chiamate macrofagi, proteggono l'organismo fagocitando letteralmente batteri e scorie.
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