Presso Casalecchio di Reno, a pochi chilometri da Bologna, la Soprintendenza ha condotte diverse indagini che hanno messo in luce, nel corso degli anni, di riportare alla luce un piccolo sepolcreto di età tardo antica.
Il sepolcreto è composto di 23 tombe ad inumazione che presentano caratteristiche piuttosto particolari. Si tratta di fosse singole o comuni, in cui gli scheletri giacevano in posa scomposta e recavano tracce di mutilazioni impressionanti. Alcune sepolture erano sovrapposte le une alle altre. Particolarmente interessante è la tomba n. 3, in cui lo scheletro presentava mutilazioni agli arti inferiori e la rimozione del cranio, rinvenuto tra le tibie.
Ma anche altre due scheletri presentano analoghe stranezze. La tomba n. 16 conteneva un individuo di sesso maschile, un uomo di età tra i 20 ed i 34 anni, in posizione supina, con il cranio poggiato al limite della fossa e la mano sinistra sull'addome. Entrambi i piedi erano stati sepolti in una fossa più profonda sotto le gambe, in prossimità delle tibie. Al livello delle caviglie e sulla tibia sinistra appaiono lesioni da taglio che suggeriscono agli studiosi un'operazione di asportazione dei piedi avvenuta poco prima della morte. Le lesioni vertebrali dello scheletro ricordano quelle analoghe di chi è stato giustiziato per impiccagione.
L'individuo deposto nella sepoltura n. 6, invece, pur non presentando lesioni a livello dello scheletro, ha le mani in prossimità delle clavicole, quasi tentasse di allentare la stretta di un oggetto attorno al collo, come avviene nei casi di morte per soffocamento. Sulla tomba n. 6 si trova la sepoltura n. 8, in cui lo scheletro presenta l'amputazione di entrambi i piedi, dei quali uno solo è stato ritrovato.
Gli studiosi hanno avanzato l'ipotesi che gli individui sepolti in questo particolare cimitero, siano stati giustiziati. L'amputazione dei piedi, invece, è stata probabilmente fatta per impedire poco graditi ritorni da parte dei defunti ai quali era stata tolta la vita in modo così violento, che venivano percepiti come potenzialmente pericolosi.
Il sepolcreto è composto di 23 tombe ad inumazione che presentano caratteristiche piuttosto particolari. Si tratta di fosse singole o comuni, in cui gli scheletri giacevano in posa scomposta e recavano tracce di mutilazioni impressionanti. Alcune sepolture erano sovrapposte le une alle altre. Particolarmente interessante è la tomba n. 3, in cui lo scheletro presentava mutilazioni agli arti inferiori e la rimozione del cranio, rinvenuto tra le tibie.
Ma anche altre due scheletri presentano analoghe stranezze. La tomba n. 16 conteneva un individuo di sesso maschile, un uomo di età tra i 20 ed i 34 anni, in posizione supina, con il cranio poggiato al limite della fossa e la mano sinistra sull'addome. Entrambi i piedi erano stati sepolti in una fossa più profonda sotto le gambe, in prossimità delle tibie. Al livello delle caviglie e sulla tibia sinistra appaiono lesioni da taglio che suggeriscono agli studiosi un'operazione di asportazione dei piedi avvenuta poco prima della morte. Le lesioni vertebrali dello scheletro ricordano quelle analoghe di chi è stato giustiziato per impiccagione.
L'individuo deposto nella sepoltura n. 6, invece, pur non presentando lesioni a livello dello scheletro, ha le mani in prossimità delle clavicole, quasi tentasse di allentare la stretta di un oggetto attorno al collo, come avviene nei casi di morte per soffocamento. Sulla tomba n. 6 si trova la sepoltura n. 8, in cui lo scheletro presenta l'amputazione di entrambi i piedi, dei quali uno solo è stato ritrovato.
Gli studiosi hanno avanzato l'ipotesi che gli individui sepolti in questo particolare cimitero, siano stati giustiziati. L'amputazione dei piedi, invece, è stata probabilmente fatta per impedire poco graditi ritorni da parte dei defunti ai quali era stata tolta la vita in modo così violento, che venivano percepiti come potenzialmente pericolosi.
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