sabato 20 febbraio 2010

La "fabbrica" di Giza


Il 14 aprile 1990, una turista americana che stava effettuando un'escursione a cavallo nella zona di Giza, non lontano dalle famose piramidi, fu sbalzata dall'animale che montava. Le zampe del cavallo erano, infatti, finite in una buca. Ma non una buca qualunque. In quella buca vi erano resti di antiche mura.
Quando le pale entrarono in funzione per accertarsi del ritrovamento, si capì immediatamente che si trattava di una tomba, con una stretta camera a volta e due false porte. I geroglifici parlavano di due proprietari del sepolcro: Ptah-shepsesu e sua moglie, sacerdotessa della dea Hathor. Accanto alla tomba, in tre pozzi, i resti mortali degli sposi e della loro prole. Di fronte la tomba, in un patio, altri pozzi identici e, dietro questi, altri ancora.
Il cimitero è separato dalla zona regale da un muro detto Muro del Corvo, interrato. Attraverso una porta di 8 metri di altezza si accedeva alla necropoli reale di Giza. Ad oggi sono emerse 600 tombe, delle quali 70 appartengono ad alte cariche dei responsabili edilizi del complesso. Alcune di queste tombe hanno forma piramidale. Il cimitero ed il relativo centro abitato iniziarono ad essere popolati in un momento, non ben accertato, del regno del faraone Kufu (Cheope), costruttore della Grande Piramide (2575 a.C.). In linea di massima l'area continuò ad essere abitata fino al 2350 a.C., sotto la V Dinastia.
Una delle sepolture più interessanti ed importanti è quella di Nesut Weset, aperta in diretta televisiva per il Nationa Geographic il 17 settembre 2002. I geroglifici definivano il defunto "Supervisore del distretto amministrativo e capo dei capomastri". L'interno della sepoltura custodiva il sarcofago del defunto, sigillato. Nel sarcofago è stato ritrovato lo scheletro di un uomo di circa 30 anni di età, posizionato con lo sguardo verso est. Lo studio delle ossa, condotto dalla Dott.ssa Azza Mohamed Sarry El Din, ha rivelato che Weset, in certi momenti della sua breve esistenza terrena, svolse lavori piuttosto pesanti quali il trasporto di blocchi di pietra. La Dott.ssa Azza ha dedotto questo dalla durezza delle ossa della colonna vertebrale, un caratteristica comune ad altri resti umani rinvenuti nello stesso cimitero.
Tra i casi più studiati, quello di un giovane che, dopo aver subìto l'amputazione della gamba, riuscì a vivere per altri 14 anni. Ancora più insolito il caso di un'operazione al cervello, subìta da un altro defunto. La Dott.ssa Azza ritiene che l'età media degli operai e dei capomastri si aggirasse intorno ai 30-35 anni. Molti degli scheletri recuperati mostrano segni di artrite degenerativa alla colonna vertebrale e nella zona lombare, segno di una vita di duro lavoro.
Altri scheletri di uomini e donne, invece, mostrano tracce di una precoce artrite alla colonna vertebrale ed alle ginocchia, segno del sollevamento di pesi piuttosto ingombranti, così come pure le fratture alle gambe ed alle braccia ed anche le amputazioni. Molti crani, invece, mostrano fratture consistenti, non riconducibili al trasporto od al sollevamento di pesi.
La città dei costruttori, invece, fu scoperta alla fine degli anni '80 a Giza da Mark Lehner. In essa tornarono alla luce una serie di panifici, destinati alla produzione industriale del pane. In altre parti della città vennero alla luce migliaia di ossa di bovini, segno che in questi luoghi ci si radunava per il riposo e la consumazione comune dei pasti. Ipotesi confermata dalla presenza di banchetti, sopra i quali si alzava, ogni cinque cubiti egizi (poco più di 2,5 metri) una colonna con base di pietra calcarea. Vicino i banchi migliaia di resti degli antichi pasti degli operai della piana di Giza. Pare vi fossero anche dei dormitori comuni: sono state, infatti, ritrovate diverse stanze di circa 20 metri di lunghezza ciascuna, ognuna delle quali poteva ospitare fino a 200 persone. E' stata anche riportata alla luce la bottega di un fabbro.

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