La mitologia vedica è dominata da Indra, divinità rossa di pelo che incarna le virtù degli Arya. Egli è il demiurgo, colui che instaura violentemento l'ordine nel cosmo, colui che guida la lotta contro i titani Asura. Ebbro del liquore dell'immortalità (il soma), Indra devasta il cosmo e per questo deve sottoporsi a riti espiatori. La sua cavalcatura preferita è Airavata, elefante dalle sette zanne a forma di nuvola.
Vrtra, invece, è il dragone che Indra combatte indefessamente. Il suo nome significa "(colui) che stringe", tanto che è stato identificato con il boa costrictor. Vrtra è un titano che rappresenta la forza coercitiva che si oppone a quella espansiva di Indra, è un demone dell'aridità, un trattenitore di acque.
Varuna, invece, etimologicamente, è identico all'Urano ellenico, dio della volta celeste. E' l'aspetto positivo di Vrtra, con cui condivide la radice "Vr", "stringere". Varuna è in rapporto con le acque superiori ed incarna, in questa funzione, le funzioni di Giove pluvio.
Un'importante coppia di divinità vediche sono Agni e Soma, divinizzazione di due elementi necessari per il compimento del sacrificio: il fuoco (Agni) sacrificale e il liquido (Soma) che, sottoposto al fuoco, evapora. Il Veda descrive una triplice divisione di questi due elementi divinizzati: celeste, atmosferica e terrestre. Agni è il fulmine, il sole ed il fuoco terrestre; Soma è la galassia, la luna e la pianta terrestre da cui si ricava il liquore sacrificale.
Al di sotto degli dei uranici, il Veda colloca la gerarchia degli aditya, i soli. Il numero degli aditya non è ben precisato, variano da sette ad otto, a nove, a dieci ed anche a dodici. I dodici soli sono considerati come le dodici posizioni che occupa il sole nel suo viaggio annuo attraverso le dodici costellazioni zodiacali.
Le gerarchie più basse dell'Olimpo vedico sono popolate di divinità collettive, tra queste turbe anonime spiccano i gemelli Asvin, dei di sapienza e taumaturghi con la testa di cavallo. Rappresentano la costellazione dei Gemelli. Seguono i Vayu, i soffi dell'universo, rappresentati da tutti i venti; i Marut, le terribili folgori che sono l'arma preferita di Indra. Sotto queste gerarchie celesti, più a contatto con il mondo degli uomini, vi sono i geni (yaksa), gli elfi (gandharva), le fate (apsara) ed i diavoli (raksasa).
Al di sotto del mondo terrestre giacciono gli Asura, di dignità pari a quella degli dei, maestose e perverse divinità.
Vrtra, invece, è il dragone che Indra combatte indefessamente. Il suo nome significa "(colui) che stringe", tanto che è stato identificato con il boa costrictor. Vrtra è un titano che rappresenta la forza coercitiva che si oppone a quella espansiva di Indra, è un demone dell'aridità, un trattenitore di acque.
Varuna, invece, etimologicamente, è identico all'Urano ellenico, dio della volta celeste. E' l'aspetto positivo di Vrtra, con cui condivide la radice "Vr", "stringere". Varuna è in rapporto con le acque superiori ed incarna, in questa funzione, le funzioni di Giove pluvio.
Un'importante coppia di divinità vediche sono Agni e Soma, divinizzazione di due elementi necessari per il compimento del sacrificio: il fuoco (Agni) sacrificale e il liquido (Soma) che, sottoposto al fuoco, evapora. Il Veda descrive una triplice divisione di questi due elementi divinizzati: celeste, atmosferica e terrestre. Agni è il fulmine, il sole ed il fuoco terrestre; Soma è la galassia, la luna e la pianta terrestre da cui si ricava il liquore sacrificale.
Al di sotto degli dei uranici, il Veda colloca la gerarchia degli aditya, i soli. Il numero degli aditya non è ben precisato, variano da sette ad otto, a nove, a dieci ed anche a dodici. I dodici soli sono considerati come le dodici posizioni che occupa il sole nel suo viaggio annuo attraverso le dodici costellazioni zodiacali.
Le gerarchie più basse dell'Olimpo vedico sono popolate di divinità collettive, tra queste turbe anonime spiccano i gemelli Asvin, dei di sapienza e taumaturghi con la testa di cavallo. Rappresentano la costellazione dei Gemelli. Seguono i Vayu, i soffi dell'universo, rappresentati da tutti i venti; i Marut, le terribili folgori che sono l'arma preferita di Indra. Sotto queste gerarchie celesti, più a contatto con il mondo degli uomini, vi sono i geni (yaksa), gli elfi (gandharva), le fate (apsara) ed i diavoli (raksasa).
Al di sotto del mondo terrestre giacciono gli Asura, di dignità pari a quella degli dei, maestose e perverse divinità.
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