I frammenti di un antico testo di diritto romano, considerato un libro perduto, sono stati ritrovati tra la pergamena "riciclata" che è stata utilizzata, in epoche successive, per rilegare le pagine di altri libri.
Il Codex Gregorianus, o Codice Gregoriano, fu compilato da uno sconosciuto autore chiamato Gregorio verso la fine del III secolo d.C.. Questo codice fu il punto di inizio di una tradizione che si andò sempre più stabilizzando di raccogliere le leggi imperiali in un unico testo. Il Codex Gregorianus raccoglieva le leggi di Adriano e di Diocleziano. I codici successivi avevano mantenuto le leggi più importanti e ne aveva aggiunte di nuove, cancellando quelle ritenute sorpassate ed inutili. In questo modo una parte del Codex originario ha avuto la possibilità di giungere fino a noi. Purtroppo, però, tutte le copie dell'originale sono andate perdute o, almeno, così si riteneva fino alla scoperta di questo frammento.
Nel XVI secolo era invalso l'uso di riutilizzare gli scarti delle pergamene per rinforzare le rilegature di nuovi libri. Diciassette di questi frammenti - più piccoli di 15 centimetri quadrati - sono stati recuperati da un insieme di libri di alcuni decenni fa. I reperti sono stati acquistati da un privato che li ha, di recente, dati in prestito agli esperti di diritto romano dell'University College di Londra. Un esperto della biblioteca, esaminati questi frammenti, ha avanzato l'ipotesi che l'antica pergamena sia stata avvolta intorno a delle corde che dovevano a collocarsi sul dorso dei libri. L'esame del testo, contenuto sui frammenti di queste antiche pergamene riutilizzate, ha portato alla scoperta clamorosa. Gli studiosi si sono basati su alcune frasi-chiave che riportano al Codice di Giustiniano, compilato nel VI secolo d.C.. Questo ha portato gli studiosi a concludere che le sezioni prive di alcun confronto appartengano al codice scomparso, il Codex Gregorianus, appunto.
Gli studiosi ritengono che i frammenti non appartengano al testo originale ma, piuttosto, ad una copia del 400 d.C.. I frammenti ritrovati sono stati annotati, tra le righe, in greco, una lingua parlata fino al V secolo, il che rivela che questa copia del Codex doveva essere molto utilizzata.
Purtroppo non sarà molto facile ritrovare il resto del testo del Codex Gregorianus.
Il Codex Gregorianus, o Codice Gregoriano, fu compilato da uno sconosciuto autore chiamato Gregorio verso la fine del III secolo d.C.. Questo codice fu il punto di inizio di una tradizione che si andò sempre più stabilizzando di raccogliere le leggi imperiali in un unico testo. Il Codex Gregorianus raccoglieva le leggi di Adriano e di Diocleziano. I codici successivi avevano mantenuto le leggi più importanti e ne aveva aggiunte di nuove, cancellando quelle ritenute sorpassate ed inutili. In questo modo una parte del Codex originario ha avuto la possibilità di giungere fino a noi. Purtroppo, però, tutte le copie dell'originale sono andate perdute o, almeno, così si riteneva fino alla scoperta di questo frammento.
Nel XVI secolo era invalso l'uso di riutilizzare gli scarti delle pergamene per rinforzare le rilegature di nuovi libri. Diciassette di questi frammenti - più piccoli di 15 centimetri quadrati - sono stati recuperati da un insieme di libri di alcuni decenni fa. I reperti sono stati acquistati da un privato che li ha, di recente, dati in prestito agli esperti di diritto romano dell'University College di Londra. Un esperto della biblioteca, esaminati questi frammenti, ha avanzato l'ipotesi che l'antica pergamena sia stata avvolta intorno a delle corde che dovevano a collocarsi sul dorso dei libri. L'esame del testo, contenuto sui frammenti di queste antiche pergamene riutilizzate, ha portato alla scoperta clamorosa. Gli studiosi si sono basati su alcune frasi-chiave che riportano al Codice di Giustiniano, compilato nel VI secolo d.C.. Questo ha portato gli studiosi a concludere che le sezioni prive di alcun confronto appartengano al codice scomparso, il Codex Gregorianus, appunto.
Gli studiosi ritengono che i frammenti non appartengano al testo originale ma, piuttosto, ad una copia del 400 d.C.. I frammenti ritrovati sono stati annotati, tra le righe, in greco, una lingua parlata fino al V secolo, il che rivela che questa copia del Codex doveva essere molto utilizzata.
Purtroppo non sarà molto facile ritrovare il resto del testo del Codex Gregorianus.
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