martedì 6 luglio 2010

Liternum e l'obliata memoria di Scipione l'Africano


Stanno andando avanti gli scavi nell'antica città di Liternum, durante i quali sono stati rinvenuti frammenti ossei umani. Ora la Soprintendenza Archeologica di Napoli sta pensando ad un museo che raccolga i reperti che sono venuti alla luce.
I lavori si sono svolti nei pressi dell'antico criptoportico, nell'area del foro, ed hanno permesso di recuperare frammenti di vasellame di buona fattura e, appunto, frammenti di resti umani. La zona di Liternum era abitata già in epoca preistorica e fu poi occupato da popolazioni di lingua osca che vi costruirono una città che fu, poi, occupata dai Romani nel 194 a.C..
La città romana si trovava vicino alle sponde del Lago di Patria (Literna Palus), presso il fiume Clanis. La città fu assegnata ai veterani dell'esercito romano che avevano combattuto con Scipione l'Africano, che si era ritirato a vivere proprio a Liternum, dove morì nel 183 a.C..
La città si sviluppò tra il I ed il II secolo d.C., quando fu attraversata dalla via Domiziana che la collegava ai centri della costa campana, in particolare a Puteoli (Pozzuoli). La via fu costruita nel 95 d.C. dall'imperatore Domiziano ed origina dall'antica Appia, all'altezza di Sinuessa (attuale Mondragone).
Nel V secolo d.C. le fortune della città cominciarono a venir meno, a causa dell'impaludamento dell'area che portò, inevitabilmente, alla scomparsa del centro di Liternum.
Nel Medioevo l'area fu frequentata dai Benedettini di S. Lorenzo di Aversa che la utilizzavano come riserva di pesca.

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