lunedì 25 ottobre 2010

I pretoriani, soldati privilegiati



Si è portati a credere che i pretoriani (coorti pretoriane) siano stati un'innovazione introdotta da Augusto, primo imperatore romano, ma queste coorti erano già al servizio dei generali negli ultimi anni della Repubblica. Sul finire del I secolo a.C., il termine cohors stava ad indicare un contingente di truppe scelte che fungeva da guardia del corpo dei consoli.
A metà del I secolo a.C. sia Ottaviano che Marco Antonio potevano disporre di diverse guardie pretoriane, organizzate individualmente. Appiano afferma che i due si spartirono circa 8000 veterani. Antonio portò con sé, in Oriente, tre coorti e, nel 32 a.C., fece coniare, addirittura, una moneta in onore dei suoi pretoriani. Ottaviano aveva cinque coorti ad Azio. La vittoria che quest'ultimo riportò su Marco Antonio, gli permise di fondere le sue forze con quelle del suo avversario. Una volta assurto ad imperatore, Augusto, nel 13 a.C., fissò la durata del servizio della sua guardia privata, i pretoriani, appunto, in dodici anni, conto i sedici abituali delle legioni. si ignora la dimensione delle coorti pretoriane, ma comunemente si ritiene che fossero composte da circa 500 uomini che, per lo più, abitavano in città, a Roma.
Fino al 2 a.C. ciascuna coorte pretoriana era un'unità indipendente, comandata da un tribuno di rango equestre. In questa data Augusto nominò due tribuni di alto rango a comandanti generali in qualità di prefetti del pretorio. A Roma i pretoriani dovevano montare la guardia dinnanzi alla casa di Augusto, sul Palatino. Tutti i pomeriggi, all'ora ottava, il tribuno della coorte in servizio, riceveva, dallo stesso Augusto, la parola d'ordine.
Tra gli altri compiti dei pretoriani vi era quello di scortare l'imperatore e la sua famiglia ovunque essi andassero. Per evitare problemi con gli abitanti di Roma e seguendo la tradizione repubblicana, i pretoriani non portavano l'armatura, quando svolgevano incarichi in città, ma la toga.
Recentemente un'iscrizione ha permesso di accertare che, verso il termine dell'età augustea, il numero delle coorti arrivò a dodici. Tacito, però, afferma che vi erano solo nove coorti (23 d.C.). Le tre coorti urbane, con numerazione consecutiva a quelle pretoriane, furono create sul finire dell'età augustea. Le iscrizioni attestano che il numero delle coorti pretoriane fu riportato a dodici sotto Caligola (37-41 d.C.) o Claudio (41-54 d.C.).
A Roma è tuttora visibile la cinta muraria dell'accampamento costruito dai pretoriani nel 23 d.C.. Questi resti si trovano sul Viminale, all'interno del circuito delle mura aureliane e fu distrutto da Costantino nel 312 d.C.. Gli studiosi hanno stimato che questo accampamento urbano poteva contenere circa 4000 unità di uomini. Le dimensioni delle coorti sono tuttora oggetto di discussione tra gli studiosi. Il grosso degli effettivi era costituito da truppe di fanteria anche se la guardia pretoriana possedeva un distaccamento di cavalleria. Sempre le iscrizioni attestano che i soldani diventavano equites dopo cinque anni di servizio in fanteria. Il reparto di cavalleria d'élite, gli speculatores Augusti, erano la guardia di cavalleria personale dell'imperatore. Costoro si distinguevano per un particolare tipo di calzatura, di forma sconosciuta, la caliga speculatoria, secondo quanto afferma Svetonio.
Appartenere alla guardia pretoriana permetteva al soldato di svolgere un periodo di servizio più breve e di godere di una paga più generosa di quella che spettava al comune legionario. Inoltre i pretoriani vivevano a Roma e raramente, se non mai, partecipavano alle guerre fuori dal pomerio.
Gli uomini erano reclutati tra i 15 ed i 32 anni e, durante il regno di Vitellio (69 d.C.) e di Settimio Severo (193-211 d.C.), costoro venivano trasferiti alla guardia dalle Vigiles, coorti urbane, e dalle legioni. Questo diverrà l'usuale metodo di reclutamento nel III secolo d.C.. Tacito afferma che sotto Tiberio i pretoriani venivano reclutati in Etruria, in Umbria e nel Lazio. Secondo Cassio Dione, prima delle riforme di Settimio Severo i pretoriani provenivano solo dall'Italia, dalla Spagna, dalla Macedonia e dal Norico (Austria). Le iscrizioni confermano che la maggior parte veniva dal centro e dal nord'Italia. Quando, però, Settimio Severo salì al trono, si sbarazzò dei pretoriani ribelli che avevano cercato di comprare e vendere l'Impero nel 193 e li sostituì con gli uomini delle sue legioni sul Danubio. Questo fu l'episodio che determinò la formazione delle guardie pretoriane con elementi della regione meno romanizzata del Danubio.
Dal 5 a.C. i pretoriani dovevano prestare solo 16 anni di servizio, contro i 20 richiesti alle coorti urbane ed i 25 della legione. Nel 27 a.C. Augusto aveva stabilito che i pretoriani avrebbero guadagnato il doppio dei legionari, ma già nel 14 d.C. la loro paga era il triplo di questi ultimi senza contare le varie prebende erogate dai diversi imperatori in loro favore per ricambiare servigi o celebrare ascese al trono.
Quando si congedavano, i legionari ricevevano un attestato in bronzo che ne legittimava il primo matrimonio ed i figli nati da esso (prima del regno di Settimio Severo i soldati non erano autorizzati a sposarsi).
Per essere accettati tra i pretoriani bisognava, innanzitutto, godere di un'ottima forma fisica, avere un buon carattere e provenire da una famiglia rispettabile. Chi superava la procedura di iniziazione e diventava un probatus, veniva assegnato come miles ad una delle centurie di una coorte. Qualche anno più tardi poteva divenire immunis, come segretario di quartiere generale o come tecnico, il che lo avrebbe messo al riparo da lavori faticosi. In seguito avrebbe potuto diventare principalis, con l'incarico di custode della parola d'ordine (tesserarius), oppure con il ruolo di vice centurione (optio) o di porta insegne (signifer) della centuria. Alcuni cavalieri romani abbandonavano addirittura lo status equestre per ottenere una nomina diretta a questa carica.

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