sabato 11 dicembre 2010

Mitra a Capua


Nel 1922, durante lavori per lo scavo di un pozzo nel rione S. Erasmo di S. Maria Capua Vetere, venne alla luce una grande struttura sotterranea, le cui pareti e la cui volta erano dipinte con immagini che si riferivano al culto di Mitra, il dio originario dell'area indoiranica.
Il mitreo, datato al II secolo d.C., è uno dei pochi che presentino la tauroctonia di Mitra in affresco. La maggior parte delle tauroctonie, infatti, sono per lo più scolpite a bassorilievo. Una prima sala, che funge da vestibolo (dove, probabilmente, avevano luogo i riti iniziatici) immette nell'aula cultuale, di forma rettangolare, coperta a volta con stelle ora rosse ora blu su fondo giallo. Al fondo della sala c'è l'altare in muratura, coperto di stucco dipinto in rosso e sormontato dall'immagine di Mitra nell'atto di uccidere il toro.
Lungo le pareti della sala sono presenti i banconi in muratura, che dovevano ospitare gli iniziati e gli iniziandi durante le cerimonie sacre. L'affresco raffigurante la tauroctonia è di forma semicircolare con un diametro di base di 3,40 metri ed un'altezza di 2,70. Funge da cornice una sottile striscia verde e, nella parte inferiore, una fascia alta 0,40 metri, che nel colore imita il marmo antico.
Il tutto riproduce una grotta circondata da massi, al cui centro spicca la figura di Mitra in costume orientale e berretto frigio, colto nell'atto di immergere la sua spada nel collo di un toro bianco. Il volto del dio è quasi del tutto distrutto a causa di una sassata, lanciata, pare, al momento della scoperta. Mitra indossa una tunica vermiglia, simbolo dello sfarzo orientale, con un bordo verde e frange giallo oro da cui fuoriescono delle corte maniche aderenti al braccio. Dalla cinta pende il fodero del pugnale, legato alla spalla con una striscia verde. Il mantello del dio è di colore rosso, con ricami in oro all'esterno, mentre la fodera sottostante è di colore azzurro e reca sette stelle in colore giallo oro, che mettono in relazione Mitra con la volta del cielo ed i pianeti.
Come in tutte le immagini che lo raffigurano, Mitra è accompagnato da due dadophoroi in costume frigio, armati di arco e faretra, Cautes (Sol Oriens) a sinistra, con la fiaccola levata, e Cautopates (Sol Occidens) a destra, con la fiaccola abbassata. Si rifanno al sole dell'alba ed a quello del tramonto, alla fanciullezza ed alla morte, alla primavera ed all'inverno. In alto a sinistra compare il busto del Sole con un raggio di luce che, dal nimbo radiato in oro che gli circonda il capo, si dirige verso Mitra. A destra la Luna, dalla luce più fioca, con un mantello bianco e la carnagione chiara.
In basso, ai lati della scena sono presenti due teste più grandi delle altre sono: a destra Tellus, una donna scura di carnagione, dai capelli verdi a simboleggiare la vegetazione; a sinistra Oceanus, barbuto, con chele di aragosta sul capo, i capelli e la barba di color azzurro.
Sono presenti, nei pannelli laterali, anche bassorilievi diversi, come quello con la rappresentazione di Amore e Psiche.
Il mitreo è visibile tutti i giorni, tranne il lunedì, con un biglietto che consente anche la visita all'Anfiteatro ed al Museo dei Gladiatori, che si trovano in piazza I Ottobre.

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