Scavi archeologici presso Autun, in Francia, hanno portato alla scoperta di un antico quartiere pieno di botteghe ed abitazioni agiate. E' stato rinvenuto, anche, un grande deposito di monete romane, sepolte in una fossa sigillata con delle piastrelle.
Si tratta, in particolare, di circa 100.000 monete romane del III secolo d.C., in bronzo, molto piccole, in tutto 38 chilogrammi. Sono degli esemplari "non ufficiali", molto diffusi durante quel periodo piuttosto travagliato, quando l'impero Romano venne colpito da una serie di crisi piuttosto gravi: guerre tra pretendenti al trono, epidemie, pressioni alle frontiere e crisi economica.
Poichè lo stato non riusciva a garantire pienamente la continuità ed il controllo del sistema monetario, cominciarono a diffondersi monetazioni in bronzo di poco valore, una sorta di "denaro di necessità", tollerate dallo stato. Queste monete imitavano le emissioni ufficiali e le effigi erano difficilmente identificabili. Le monete di Autun somigliano a quelle del III secolo, come quelle fatte coniare dall'imperatore Tetrico. L'alto contenuto di rame nelle monete ha permesso al cesto di vimini che le conteneva di preservarsi parzialmente.
Probabilmente queste monete erano una sorta di deposito di pezzi dismessi in attesa di essere rifusi, tanto che la fossa nella quale erano riposti si trovava all'interno di una fonderia. Il deposito, probabilmente, era legato alle riforme di Diocleziano durante la Tetrarchia.
Si tratta, in particolare, di circa 100.000 monete romane del III secolo d.C., in bronzo, molto piccole, in tutto 38 chilogrammi. Sono degli esemplari "non ufficiali", molto diffusi durante quel periodo piuttosto travagliato, quando l'impero Romano venne colpito da una serie di crisi piuttosto gravi: guerre tra pretendenti al trono, epidemie, pressioni alle frontiere e crisi economica.
Poichè lo stato non riusciva a garantire pienamente la continuità ed il controllo del sistema monetario, cominciarono a diffondersi monetazioni in bronzo di poco valore, una sorta di "denaro di necessità", tollerate dallo stato. Queste monete imitavano le emissioni ufficiali e le effigi erano difficilmente identificabili. Le monete di Autun somigliano a quelle del III secolo, come quelle fatte coniare dall'imperatore Tetrico. L'alto contenuto di rame nelle monete ha permesso al cesto di vimini che le conteneva di preservarsi parzialmente.
Probabilmente queste monete erano una sorta di deposito di pezzi dismessi in attesa di essere rifusi, tanto che la fossa nella quale erano riposti si trovava all'interno di una fonderia. Il deposito, probabilmente, era legato alle riforme di Diocleziano durante la Tetrarchia.
2 commenti:
Questa poi! monete di necessità tollerate dallo stato. Vabbè di bronzo nno è che mandassero sul lastrico l'economia.. molto interesting! Saluti!
Un saluto a te! Erano tempi piuttosto incerti e difficili, quelli nei quali sono state coniate ed utilizzate, le monete. L'autorità statale cominciava a "perdere colpi", a non controllare esattamente ogni cosa. L'impero era talmente vasto, poi, da giustificare un chiudere gli occhi che, in altri tempi, non ci sarebbe sicuramente stato.
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