Durante dieci lunghi anni di esplorazioni e ricerche a Tepoztlan, gli archeologi hanno riportato alla luce diverse testimonianze di un insediamento che si può far risalire al 1500 a.C., data antecedente a quello che si pensava fosse l'insediamento più antico. Questo insediamento è quello dei Xochimilca, datato ad un periodo compreso tra il 1500 ed il 1200 a.C..
La notizia è stata data dall'archeologo Giselle Canto, del National Institute of Anthropology and History, che ha diretto l'esplorazione in una ventina di terreni estesi su una superficie compresa tra gli 800 ed i 70.000 metri quadrati. Qui sono stati ritrovati oggetti molto antichi, che fanno risalire l'occupazione territoriale ad un periodo tra il 1500 ed il 1000 a.C.. I resti più antichi sono quelli delle ceramiche, le cui caratteristiche sono piuttosto omogenee e possono essere collocate all'interno di un preciso gruppo culturale. I resti corrispondono allo stile ceramico chiamato Tlatilco e ritrovato in tutto il bacino del Messico.
Sono stati riportati alla luce anche dei contenitori, offerte e sculture, tra le quali spicca una statua cava che rappresenta una figura femminile. Tra gli oggetti particolari, è stato rinvenuto uno specchio di pirite, associato ad uno degli scheletri rinvenuti, probabilmente appartenente ad una persona anziana il cui sesso non è stato ancora determinato. Lo specchio aiutava i deceduti ad entrare nell'altro mondo, utilizzando il loro riflesso sulla superficie dello specchio. Di questo specchio è stato ritrovato solo un piccolo frammento, in pessime condizioni, unitamente ad alcuni contenitori utilizzati nei rituali di nascita e morte e durante il passaggio all'età adulta. I contenitori avevano un foro sul fondo per evitare la loro utilizzazione nella quotidianità.
Tra i resti delle case sono stati ritrovate anche delle repliche, in sasso e terracotta, di edifici cerimoniali. Qui, tra gli oggetti di maggiore valore, vi era una pietra incisa con la rappresentazione del simbolo del calendario del coniglio, risalente al 1400 a.C..
La notizia è stata data dall'archeologo Giselle Canto, del National Institute of Anthropology and History, che ha diretto l'esplorazione in una ventina di terreni estesi su una superficie compresa tra gli 800 ed i 70.000 metri quadrati. Qui sono stati ritrovati oggetti molto antichi, che fanno risalire l'occupazione territoriale ad un periodo tra il 1500 ed il 1000 a.C.. I resti più antichi sono quelli delle ceramiche, le cui caratteristiche sono piuttosto omogenee e possono essere collocate all'interno di un preciso gruppo culturale. I resti corrispondono allo stile ceramico chiamato Tlatilco e ritrovato in tutto il bacino del Messico.
Sono stati riportati alla luce anche dei contenitori, offerte e sculture, tra le quali spicca una statua cava che rappresenta una figura femminile. Tra gli oggetti particolari, è stato rinvenuto uno specchio di pirite, associato ad uno degli scheletri rinvenuti, probabilmente appartenente ad una persona anziana il cui sesso non è stato ancora determinato. Lo specchio aiutava i deceduti ad entrare nell'altro mondo, utilizzando il loro riflesso sulla superficie dello specchio. Di questo specchio è stato ritrovato solo un piccolo frammento, in pessime condizioni, unitamente ad alcuni contenitori utilizzati nei rituali di nascita e morte e durante il passaggio all'età adulta. I contenitori avevano un foro sul fondo per evitare la loro utilizzazione nella quotidianità.
Tra i resti delle case sono stati ritrovate anche delle repliche, in sasso e terracotta, di edifici cerimoniali. Qui, tra gli oggetti di maggiore valore, vi era una pietra incisa con la rappresentazione del simbolo del calendario del coniglio, risalente al 1400 a.C..
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