(Fonte: Ansa) Torna a splendere la Madonna di Senigallia, capolavoro di Piero della Francesca, sottoposto a restauro dopo quasi 60 anni dal precedente intervento, prima di essere allestito alla mostra su Melozzo da Forlì, che si aprirà ai Musei di San Domenico di Forlì il 29 gennaio.
La meravigliosa tavola fu dipinta a Urbino (dove è ancora conservata alla Galleria Nazionale delle Marche) durante il soggiorno dell'artista presso la corte di Federico da Montefeltro ed è unanimamente riconosciuta come una delle opere capitali della pittura rinascimentale. Considerato uno straordinario documento della sperimentazione tecnica di Piero nel passaggio tra la pittura a tempera e quella a olio, il dipinto deve la sua fama alla mirabile composizione essenziale e rigorosa, e alla costruzione prospettica.
La tavola, prima dell'intervento condotto a Roma nella sede dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro su richiesta della Soprintendenza delle Marche, era comunque in buono stato di conservazione. Ma in previsione dell'esposizione forlivese, gli esperti hanno potuto sottoporre il capolavoro di Piero a una serie di indiagini diagnostiche mai compiute prima, seguite da un controllo dell'adesione e della coesione di pellicola pittorica e strati preparatori. Infine, un'attenta pulitura degli strati superficiali (eseguita con l'ausilio dello stereomicroscopio) e la reintegrazione pittorica di alcune lacune, ha riportato la tavola all'originale splendore cromatico.
La meravigliosa tavola fu dipinta a Urbino (dove è ancora conservata alla Galleria Nazionale delle Marche) durante il soggiorno dell'artista presso la corte di Federico da Montefeltro ed è unanimamente riconosciuta come una delle opere capitali della pittura rinascimentale. Considerato uno straordinario documento della sperimentazione tecnica di Piero nel passaggio tra la pittura a tempera e quella a olio, il dipinto deve la sua fama alla mirabile composizione essenziale e rigorosa, e alla costruzione prospettica.
La tavola, prima dell'intervento condotto a Roma nella sede dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro su richiesta della Soprintendenza delle Marche, era comunque in buono stato di conservazione. Ma in previsione dell'esposizione forlivese, gli esperti hanno potuto sottoporre il capolavoro di Piero a una serie di indiagini diagnostiche mai compiute prima, seguite da un controllo dell'adesione e della coesione di pellicola pittorica e strati preparatori. Infine, un'attenta pulitura degli strati superficiali (eseguita con l'ausilio dello stereomicroscopio) e la reintegrazione pittorica di alcune lacune, ha riportato la tavola all'originale splendore cromatico.
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