Il nucleo dei beni culturali dei carabinieri ha arrestao, vicino al lago di Nemi, a sud di Roma, un uomo che stava caricando sul suo automezzo una statua raffigurante l'imperatore Caligola, alta 2,5 metri.
L'imperatore è raffigurato seduto sul trono, con le calzature - le caligae - da cui derivò il soprannome. Il suo vero nome, infatti, era Gaio Giulio Cesare Germanico. Il trono su cui è assisa la statua è decorato con i simboli del potere imperiale. Il gruppo scultoreo è stato ricavato dal marmo di Paro, considerato, allora, il marmo più adatto per questo tipo di raffigurazioni.
Caligola in trono è stato ritrovato nel piccolo paesino dei Colli Albani, dove, al tempo dei romani, era fiorente il culto alla dea Diana e potrebbe far pensare all'esistenza, nel circondario, di una villa appartenuta all'imperatore. Sul lago di Nemi, di origine vulcanica, Caligola aveva due barche che furono oggetto di una damnatio memoriae dopo la sua morte, avvenuta per mano delle stesse guardie che erano chiamate a proteggerlo.
Nel 1927 le barche, tornate alla luce, mostrarono il fasto e lo splendore della corte imperiale romana dell'epoca. Ogni imbarcazione misurava 70 metri di lunghezza e 20 di larghezza e possedeva i fasci decorati con teste di lupo. Il ponte era ricoperto di marmo di marmo e mosaici. Lo storico Svetonio parla di ampi spazi per i bagni, sale da pranzo e una grande varietà di viti e alberi da frutta. La scoperta delle navi spinse a creare un museo nei pressi del lago che, però, fu distrutto dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
L'imperatore è raffigurato seduto sul trono, con le calzature - le caligae - da cui derivò il soprannome. Il suo vero nome, infatti, era Gaio Giulio Cesare Germanico. Il trono su cui è assisa la statua è decorato con i simboli del potere imperiale. Il gruppo scultoreo è stato ricavato dal marmo di Paro, considerato, allora, il marmo più adatto per questo tipo di raffigurazioni.
Caligola in trono è stato ritrovato nel piccolo paesino dei Colli Albani, dove, al tempo dei romani, era fiorente il culto alla dea Diana e potrebbe far pensare all'esistenza, nel circondario, di una villa appartenuta all'imperatore. Sul lago di Nemi, di origine vulcanica, Caligola aveva due barche che furono oggetto di una damnatio memoriae dopo la sua morte, avvenuta per mano delle stesse guardie che erano chiamate a proteggerlo.
Nel 1927 le barche, tornate alla luce, mostrarono il fasto e lo splendore della corte imperiale romana dell'epoca. Ogni imbarcazione misurava 70 metri di lunghezza e 20 di larghezza e possedeva i fasci decorati con teste di lupo. Il ponte era ricoperto di marmo di marmo e mosaici. Lo storico Svetonio parla di ampi spazi per i bagni, sale da pranzo e una grande varietà di viti e alberi da frutta. La scoperta delle navi spinse a creare un museo nei pressi del lago che, però, fu distrutto dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
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