Nel 79 d.C. avvenne la famosa eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei ed Ercolano. A quasi due millenni di distanza da questo terribile episodio, gli archeologi continuano a mettere insieme i frammenti di una storia d'amore che un liberto stava facendo incidere sul sepolcro che doveva accogliere le sue spoglie e quelle della moglie.
L'incisione è stata effettuata su marmo e la dichiarazione, ad oggi, suona così: "Lucius Catilius Pamphilus, liberto di Lucius, membro della tribù Collinian, per sua moglie Servilia, con amore". I frammenti recuperati e ricomposti sono sette. I primi quattro contengono il nome dello schiavo, gli altri due, invece, riportano la parola latina che significa moglie ed erano custoditi da tempo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Mancava solo il nome della moglie, che è stato scoperto su un altro pezzetto di marmo, ricollegato, dopo duemila anni, agli altri sei.
L'incisione è stata effettuata su marmo e la dichiarazione, ad oggi, suona così: "Lucius Catilius Pamphilus, liberto di Lucius, membro della tribù Collinian, per sua moglie Servilia, con amore". I frammenti recuperati e ricomposti sono sette. I primi quattro contengono il nome dello schiavo, gli altri due, invece, riportano la parola latina che significa moglie ed erano custoditi da tempo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Mancava solo il nome della moglie, che è stato scoperto su un altro pezzetto di marmo, ricollegato, dopo duemila anni, agli altri sei.
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