Le origini della nobile famiglia dei Caetani (o Cajetani) risalgono al XIII secolo, quando i Caetani appaiono già suddivisi tra i rami di Napoli, Roma, Pisa e Anagni. Il ramo di Anagni è, senza dubbio, quello più noto, arrivò a controllare Sermoneta e Fondi, imparentandosi con i Conti ed acquisendo potere anche e soprattutto grazie a Benedetto, papa nel 1294 con il nome di Bonifacio VIII. Fondatore della dinastia fu Anatolio, nipote di Teodorico re dei Goti da parte di padre e del conte di Tuscolo per linea materna, discendente dalla gens romana Anicia, investito del titolo di Conte di Gaeta nel 730 da papa Gregorio II. Nel 917 Giovanni Caetani fu nominato duca di Gaeta da Lotario I, imperatore del Sacro Romano Impero.
La linea pisana fu, invece, fondata da Ugone ed acquisì notorietà grazie a Giovanni (1083-1098), capitano gnerale dei Pisani e Genovesi, distintosi nell'assedio di Toledo e in Terra Santa durante la prima crociata. Altro notevole personaggio fu Gherardo, conte di Terriccio, vicario generale della Repubblica Napoletana, conte di Oriseo per volere di Pasquale II. I conti di Terriccio erano considerati signori di Pisa, una delle sette famiglie longobarde pisane, e si imparentarono strettamente con gli imperatori tedeschi.
Nel XII secolo un membro del ramo pisano divenne papa con il nome di Gelasio II. Malgrado questo, il ramo laziale ebbe solo un'influenza marginale, a Roma. Fino a Bonifacio VIII. Roffredo, padre di Bonifacio VIII, aveva sposato Emilia Patrasso, figlia di una sorella di Alessandro IV e imparentata con altri due papi: Innocenzo III e Gregorio IX. Queste nozze portarono i Caetani direttamente negli ambienti ecclesiastici. Uno dei figli di Roffredo ed Emilia, Roffredo II, fu senatore di Roma e conte di Caserta ed ebbe un ruolo chiave proprio nell'elezione di Bonifacio VIII che era, peraltro, suo fratello. Roffredo comprava e agiva in nome di Bonifacio e agevolò la sua alleanza con la casa regnante angioina. Non contento, Roffredo acquisì diversi terreni nella Campagna Romana. Al centro di questi terreni vi era Anagni, che i Caetani trasformarono ben presto in un loro caposaldo.
Pietro, figlio di Roffredo II, sposò Giovanna dei conti di Ceccano dalla quale, nel 1270, ebbe Roffredo III che si distinse come rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia e sposò Margherita Aldobrandeschi. L'accordo prematrimoniale prevedeva il passaggio del contado degli Aldobrandeschi ai Caetani. Dietro quest'importante operazione pare ci fosse lo stesso Bonifacio VIII, che celebrò le nozze di Roffredo e Margherita ad Anagni nel 1296. Il matrimonio fu invalidato, però, perchè il primo marito di Margherita, Nello de' Pannocchieschi, era ancora in vita. Roffredo, però, si consolò presto con Giovanna dell'Aquila, figlia ed erede del conte di Fondi. Rimasto vedovo, poi, sposò Caterina, figlia di Diego della Ratta, conte di Caserta.
Ma già durante la vita di Roffredo III, il potere dei Caetani cominciò ad essere messo in discussione: gli scontri con i Colonna divennero sempre più frequenti. I Caetani finirono per ritirarsi a Roma, dove resistettero ai rivali per ben 24 anni. Del resto detenevano in potere circa duecento rocche nell'area tra i Colli Albani e il Garigliano, tra i quali: Anagni, Astura, Ceccano, Filettino, Marino, Morolo, Ninfa, Norma, Pofi, Ripi, San Felice al Circeo, Sermoneta.
Niccolò, figlio di Roffredo III fu l'unico barone a non sottomettersi a Cola di Rienzo, quando questi tentò di instaurare un suo regime personale a Roma. A Niccolò successe, nel 1348, Onorato I, che ospitò i cardinali dissidenti che elessero l'antipapa Roberto di Ginevra (Clemente VII), che lui stesso incoronò, mentre Urbano VI lo scomunicava e Caterina da Siena tentava di convincerlo all'obbedienza alla chiesa di Roma. Nel 1321 papa Urbano VI incoronò re di Napoli Carlo III di Durazzo, che catturò il genero di Onorato e lo fece uccidere. Onorato, rimasto privo di eredi diretti, intraprese una disperata lotta contro il papa e le famiglie che lo sostenevano: i Durazzeschi e i sempiterni nemici dei Caetani, i Colonna.
Rimasto solo dopo la morte del figlio, del genero, della sorella e della moglie, Onorato vede persino i suoi familiari passare dalla parte avversa. Il cardinale Fieschi, vicario di tutti i beni un tempo possesso dei Caetani, mosse contro di lui con Andrea Tomacelli, fratello di papa Bonifacio IX. Onorato dovette arrendersi e finì per morire per un colpo apoplettico.
Con Giacomo II Caetani, nel 1420, i domini della potente famiglia furono divisi tra il ramo dei Caetani di Aragona e il ramo dei Caetani di Sermoneta. Questi ultimi furono parte attiva negli scontri per il controllo dell'Italia centrale (nel 1499 Alessandro VI tentò addirittura di annientarli, ne vendette comunque i feudi e fece acquistare Sermoneta a Lucrezia Borgia).
La linea pisana fu, invece, fondata da Ugone ed acquisì notorietà grazie a Giovanni (1083-1098), capitano gnerale dei Pisani e Genovesi, distintosi nell'assedio di Toledo e in Terra Santa durante la prima crociata. Altro notevole personaggio fu Gherardo, conte di Terriccio, vicario generale della Repubblica Napoletana, conte di Oriseo per volere di Pasquale II. I conti di Terriccio erano considerati signori di Pisa, una delle sette famiglie longobarde pisane, e si imparentarono strettamente con gli imperatori tedeschi.
Nel XII secolo un membro del ramo pisano divenne papa con il nome di Gelasio II. Malgrado questo, il ramo laziale ebbe solo un'influenza marginale, a Roma. Fino a Bonifacio VIII. Roffredo, padre di Bonifacio VIII, aveva sposato Emilia Patrasso, figlia di una sorella di Alessandro IV e imparentata con altri due papi: Innocenzo III e Gregorio IX. Queste nozze portarono i Caetani direttamente negli ambienti ecclesiastici. Uno dei figli di Roffredo ed Emilia, Roffredo II, fu senatore di Roma e conte di Caserta ed ebbe un ruolo chiave proprio nell'elezione di Bonifacio VIII che era, peraltro, suo fratello. Roffredo comprava e agiva in nome di Bonifacio e agevolò la sua alleanza con la casa regnante angioina. Non contento, Roffredo acquisì diversi terreni nella Campagna Romana. Al centro di questi terreni vi era Anagni, che i Caetani trasformarono ben presto in un loro caposaldo.
Pietro, figlio di Roffredo II, sposò Giovanna dei conti di Ceccano dalla quale, nel 1270, ebbe Roffredo III che si distinse come rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia e sposò Margherita Aldobrandeschi. L'accordo prematrimoniale prevedeva il passaggio del contado degli Aldobrandeschi ai Caetani. Dietro quest'importante operazione pare ci fosse lo stesso Bonifacio VIII, che celebrò le nozze di Roffredo e Margherita ad Anagni nel 1296. Il matrimonio fu invalidato, però, perchè il primo marito di Margherita, Nello de' Pannocchieschi, era ancora in vita. Roffredo, però, si consolò presto con Giovanna dell'Aquila, figlia ed erede del conte di Fondi. Rimasto vedovo, poi, sposò Caterina, figlia di Diego della Ratta, conte di Caserta.
Ma già durante la vita di Roffredo III, il potere dei Caetani cominciò ad essere messo in discussione: gli scontri con i Colonna divennero sempre più frequenti. I Caetani finirono per ritirarsi a Roma, dove resistettero ai rivali per ben 24 anni. Del resto detenevano in potere circa duecento rocche nell'area tra i Colli Albani e il Garigliano, tra i quali: Anagni, Astura, Ceccano, Filettino, Marino, Morolo, Ninfa, Norma, Pofi, Ripi, San Felice al Circeo, Sermoneta.
Niccolò, figlio di Roffredo III fu l'unico barone a non sottomettersi a Cola di Rienzo, quando questi tentò di instaurare un suo regime personale a Roma. A Niccolò successe, nel 1348, Onorato I, che ospitò i cardinali dissidenti che elessero l'antipapa Roberto di Ginevra (Clemente VII), che lui stesso incoronò, mentre Urbano VI lo scomunicava e Caterina da Siena tentava di convincerlo all'obbedienza alla chiesa di Roma. Nel 1321 papa Urbano VI incoronò re di Napoli Carlo III di Durazzo, che catturò il genero di Onorato e lo fece uccidere. Onorato, rimasto privo di eredi diretti, intraprese una disperata lotta contro il papa e le famiglie che lo sostenevano: i Durazzeschi e i sempiterni nemici dei Caetani, i Colonna.
Rimasto solo dopo la morte del figlio, del genero, della sorella e della moglie, Onorato vede persino i suoi familiari passare dalla parte avversa. Il cardinale Fieschi, vicario di tutti i beni un tempo possesso dei Caetani, mosse contro di lui con Andrea Tomacelli, fratello di papa Bonifacio IX. Onorato dovette arrendersi e finì per morire per un colpo apoplettico.
Con Giacomo II Caetani, nel 1420, i domini della potente famiglia furono divisi tra il ramo dei Caetani di Aragona e il ramo dei Caetani di Sermoneta. Questi ultimi furono parte attiva negli scontri per il controllo dell'Italia centrale (nel 1499 Alessandro VI tentò addirittura di annientarli, ne vendette comunque i feudi e fece acquistare Sermoneta a Lucrezia Borgia).
Nessun commento:
Posta un commento