Concordia Sagittaria, colonia romana con il nome di Julia Concordia, sorge su un luogo frequentato già dal X secolo a.C., ma solo tra il IX e l'VIII secolo il centro, ai margini della laguna, si sviluppò arricchendosi di aree artigianali, delle quali si è ritrovata traccia in numerosi scarti di fornaci nonchè nel rinvenimento di una fornace interrata. E' stata documentata la lavorazione delle corna di cervo e delle ossa di bovini, suini ed equini.
Il termine Sagittaria fu aggiunto al nome originario della cittadina, Julia Concordia, nel secolo scorso, per ricordare la presenza di una fabbrica di frecce. Concordia Sagittaria fu fondata nel 42 a.C., durante il secondo triumvirato, poichè i Romani avevano bisogno di dare terra ai veterani e, nel contempo, creare un baluardo difensivo sul confine orientale, dove si incrociavano due importantissime direttrici: la via Annia e la via Postumia.
La via Postumia fu costruita, dai Romani, nel 148 a.C. e congiungeva Genova con Aquileia. La via Annia, invece, fu costruita dal pretore Tito Annio Rufo, nel 137 a.C., partiva da Adria e giungeva ad Aquileia.
A partire dal III secolo d.C. Concordia fu coinvolta nelle guerre di difesa contro le invasioni barbariche, divenute sempre più frequenti e massicce. Nella metà del V secolo d.C. gli Unni, guidati da Attila, dopo essersi impadroniti di Aquileia, misero sotto assedio Concordia e la rasero, poi, al suolo. Promotrice della rinascita cittadina fu la chiesa, che con il Vescovo di Concordia e la comunità che attorno a lui si coagulò, si fece promotrice del mantenimento dell'identità storica e culturale. Il cristianesimo, infatti, si era diffuso largamente a Concordia, attraverso soprattutto i contatti commerciali con l'Oriente e gli spostamenti militari. Da Concordia Teodosio I emanò due leggi importantissime che contribuirono grandemente alla diffusione ed all'affermazione del cristianesimo: la De Fide Testium e la De Apostasis. Sempre Teodosio elesse la città a sua residenza.
Furono due le figure più importanti che caratterizzarono i primi secoli del cristianesimo: il monaco Paolo (III secolo d.C.) e l'esegeta Rufino (IV secolo d.C.). Nel 389 Concordia Sagittaria fu eletta sede vescovile e continuò a prosperare sino all'avvento dei Longobardi, evento che segnò la sua decadenza. Divenne, allora, cava di materiali per costruzione, evento attestato dall'abbondanza di resti architettonici utilizzati per costruire la chiesa paleocristiana.
I primi scavi regolari vennero effettuati alla fine dell'Ottocento e consentirono di riportare alla luce importanti monumenti della colonia romana quali il ponte e il teatro, tuttora visibili, il foro (situato all'incrocio tra il cardo e il decumano massimi) e la presunta fabbrica di frecce che fornì l'altro nome della città. E' stato scavato anche un grande sepolcreto contenente 260 sarcofagi di epoca tardo-antica le cui iscrizioni, per evitare che si deteriorassero e divenissero illegibili, furono segate e trasportate nel Museo Nazionale Concordiense di Portogruaro. Il ponte romano fu costruito in epoca augustea e restaurato in epoca giulio-claudia. Originariamente era a tre arcate, delle quali ne sopravvive solo una, ed era costruito in blocchi squadrati in trachite, senza legante.
I resti più importanti si trovano nella piazza della Cattedrale di Santo Stefano, al di sotto e al fianco della chiesa. Si tratta di un complesso di monumenti scavati tra il 1950 e il 1970, comprendente due sepolcreti pagani a tre nicchie, davanti ai quali si trova uno dei più antichi monumenti cristiani del Veneto: una Trichora, edificio con tre absidi, risalente originariamente alla metà del IV secolo d.C. e destinato, allora, a monumento per onorare le reliquie dei martiri. In seguito l'edificio, con l'aggiunta di un avancorpo a tre navate, divenne una piccola basilica con cortile antistante e zona sepolcrale con sarcofagi iscritti a fianco.
Nel 1168 il vescovo Reginpoto costruì il Battistero che sovrasta gli scavi e che si accorda, architettonicamente, all'antica trichora. Sul fianco nord di quest'ultima si sviluppa una grande Basilica.
La chiesa fu utilizzata fino alla seconda metà del VI secolo d.C., fu più volte rimaneggiata, soprattutto nella zona presbiteriale e nel pavimento. Fu distrutta da un incendio e sulle sue macerie confluirono ben due metri di sabbia a causa di diverse alluvioni. Due secoli più tardi fu costruito un edificio religioso più piccolo, a tre absidi di cui sono, attualmente, visibili i resti delle fondazioni per quel che riguarda due absidi. A questa chiesa altomedioevale si sostituì, alla fine del X secolo d.C., la Cattedrale trasformata, nella struttura, nel 1466 e tuttora utilizzata.
Ultimamente, nella piazza antistante la chiesa e al complesso paleocristiano, sono stati rimessi in luce ampi tratti di strada romana con basoli in trachite che recano ancora impressi i segni del passaggio dei carri. Questa strada, che usciva dalla porta urbica orientale, è stata identificata dagli archeologi con la via che raccordava Concordia alla via Annia. A sud si sviluppavano, invece, i resti di magazzini che i Romani avevano costruito come un grande edificio articolato in corpi paralleli suddivisi in ambienti pavimentati dapprincipio in assi di legno, poi in cubetti di cotto. In un fossato, lungo il fianco occidentale dei magazzini, si riversava la cloaca originariamente coperta a volta, che usciva dalla città passando sotto le mura di cinta.
Il termine Sagittaria fu aggiunto al nome originario della cittadina, Julia Concordia, nel secolo scorso, per ricordare la presenza di una fabbrica di frecce. Concordia Sagittaria fu fondata nel 42 a.C., durante il secondo triumvirato, poichè i Romani avevano bisogno di dare terra ai veterani e, nel contempo, creare un baluardo difensivo sul confine orientale, dove si incrociavano due importantissime direttrici: la via Annia e la via Postumia.
La via Postumia fu costruita, dai Romani, nel 148 a.C. e congiungeva Genova con Aquileia. La via Annia, invece, fu costruita dal pretore Tito Annio Rufo, nel 137 a.C., partiva da Adria e giungeva ad Aquileia.
A partire dal III secolo d.C. Concordia fu coinvolta nelle guerre di difesa contro le invasioni barbariche, divenute sempre più frequenti e massicce. Nella metà del V secolo d.C. gli Unni, guidati da Attila, dopo essersi impadroniti di Aquileia, misero sotto assedio Concordia e la rasero, poi, al suolo. Promotrice della rinascita cittadina fu la chiesa, che con il Vescovo di Concordia e la comunità che attorno a lui si coagulò, si fece promotrice del mantenimento dell'identità storica e culturale. Il cristianesimo, infatti, si era diffuso largamente a Concordia, attraverso soprattutto i contatti commerciali con l'Oriente e gli spostamenti militari. Da Concordia Teodosio I emanò due leggi importantissime che contribuirono grandemente alla diffusione ed all'affermazione del cristianesimo: la De Fide Testium e la De Apostasis. Sempre Teodosio elesse la città a sua residenza.
Furono due le figure più importanti che caratterizzarono i primi secoli del cristianesimo: il monaco Paolo (III secolo d.C.) e l'esegeta Rufino (IV secolo d.C.). Nel 389 Concordia Sagittaria fu eletta sede vescovile e continuò a prosperare sino all'avvento dei Longobardi, evento che segnò la sua decadenza. Divenne, allora, cava di materiali per costruzione, evento attestato dall'abbondanza di resti architettonici utilizzati per costruire la chiesa paleocristiana.
I primi scavi regolari vennero effettuati alla fine dell'Ottocento e consentirono di riportare alla luce importanti monumenti della colonia romana quali il ponte e il teatro, tuttora visibili, il foro (situato all'incrocio tra il cardo e il decumano massimi) e la presunta fabbrica di frecce che fornì l'altro nome della città. E' stato scavato anche un grande sepolcreto contenente 260 sarcofagi di epoca tardo-antica le cui iscrizioni, per evitare che si deteriorassero e divenissero illegibili, furono segate e trasportate nel Museo Nazionale Concordiense di Portogruaro. Il ponte romano fu costruito in epoca augustea e restaurato in epoca giulio-claudia. Originariamente era a tre arcate, delle quali ne sopravvive solo una, ed era costruito in blocchi squadrati in trachite, senza legante.
I resti più importanti si trovano nella piazza della Cattedrale di Santo Stefano, al di sotto e al fianco della chiesa. Si tratta di un complesso di monumenti scavati tra il 1950 e il 1970, comprendente due sepolcreti pagani a tre nicchie, davanti ai quali si trova uno dei più antichi monumenti cristiani del Veneto: una Trichora, edificio con tre absidi, risalente originariamente alla metà del IV secolo d.C. e destinato, allora, a monumento per onorare le reliquie dei martiri. In seguito l'edificio, con l'aggiunta di un avancorpo a tre navate, divenne una piccola basilica con cortile antistante e zona sepolcrale con sarcofagi iscritti a fianco.
Nel 1168 il vescovo Reginpoto costruì il Battistero che sovrasta gli scavi e che si accorda, architettonicamente, all'antica trichora. Sul fianco nord di quest'ultima si sviluppa una grande Basilica.
La chiesa fu utilizzata fino alla seconda metà del VI secolo d.C., fu più volte rimaneggiata, soprattutto nella zona presbiteriale e nel pavimento. Fu distrutta da un incendio e sulle sue macerie confluirono ben due metri di sabbia a causa di diverse alluvioni. Due secoli più tardi fu costruito un edificio religioso più piccolo, a tre absidi di cui sono, attualmente, visibili i resti delle fondazioni per quel che riguarda due absidi. A questa chiesa altomedioevale si sostituì, alla fine del X secolo d.C., la Cattedrale trasformata, nella struttura, nel 1466 e tuttora utilizzata.
Ultimamente, nella piazza antistante la chiesa e al complesso paleocristiano, sono stati rimessi in luce ampi tratti di strada romana con basoli in trachite che recano ancora impressi i segni del passaggio dei carri. Questa strada, che usciva dalla porta urbica orientale, è stata identificata dagli archeologi con la via che raccordava Concordia alla via Annia. A sud si sviluppavano, invece, i resti di magazzini che i Romani avevano costruito come un grande edificio articolato in corpi paralleli suddivisi in ambienti pavimentati dapprincipio in assi di legno, poi in cubetti di cotto. In un fossato, lungo il fianco occidentale dei magazzini, si riversava la cloaca originariamente coperta a volta, che usciva dalla città passando sotto le mura di cinta.
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