Frammento bronzeo del volto di Marco Aurelio |
Per molti anni, le rovine di un'antica villa romana nei pressi di Genzano, un luogo di ritiro per la famiglia e gli ospiti più intimi, sono rimaste invisibili. Ora sono al centro di scavi e ricerche da parte di un gruppo di archeologi e specialisti che vogliono riportare alla luce quello che giace nel sottosuolo, a 18 chilometri da Roma. Le rovine al centro della ricerca potrebbero essere quelle della dimora degli Antonini e potrebbero svelare qualcosa in più su Antonino Pio, Lucio Vero, Marco Aurelio e Commodo, che furono imperatori della Roma del 138-192 d.C..
La dinastia degli Antonini era composta da imperatori adottati (tranne uno) dai loro predecessori che tennero le redini del potere al culmine dello splendore di Roma. Fu, il periodo degli Antonini, un'epoca di grande prosperità e stabilità, in cui il potere venne amministrato con molta oculatezza, soprattutto da Antonino Pio e Marco Aurelio, che evitarono i tratti brutali e violenti della tirannia che sovente sono attribuiti agli imperatori romani. Come altri imperatori prima di loro, gli Antonini costruirono un'impressionate villa nella quale ritirarsi con le loro famiglie ed invitare gli ospiti più intimi.
I resti di molte delle ville della nobiltà romana e di imperatori come Adriano e Diocleziano sono piuttosto conosciute ed alcune anche visitabili sia in Italia che in altre nazioni, che un tempo costituivano le province dell'impero. Alcune sono state parzialmente restaurate, altre, come quella dove lo scavo è appena iniziato e che è probabilmente connessa alla famiglia degli Antonini, attendono di essere riportate alla luce.
La villa degli Antonini è situata lungo la via Appia antica, non lontano dall'odierna Genzano. Ciò che è ancora chiaramente visibile sono i resti di strutture connesse agli ambienti del bagno della villa. Altri resti si trovano ancora coperti dalla vegetazione o sono stati distrutti dal recente sviluppo urbanistico. Gli scavi di questa grande residenza sono iniziati nell'estate del 2010, sotto la direzione di Deborah Chatr Aryamontri e Timothy Renner dell'Università di Montclair e di Michele Di Filippo dell'Università di Roma. Le indagini archeologiche si sono incentrate prevalentemente sull'esplorazione di una struttura dall'andamento curvilineo, adiacente le Terme che si pensa possa essere una fontana monumentale. Le indagini geofisiche hanno rivelato prove dell'esistenza di probabili strutture murarie connesse a quest'ultima. La scoperta di un certo rilievo è stata quella di iscrizioni a timbro su mattoni che supportano la tesi che la struttura della villa è associata all'epoca degli Antonini. Inoltre sono state rinvenute un gran numero di tessere musive, specialmente in vetro, che rafforza l'opinione che la struttura individuata sia proprio una fontana.
Gli archeologi hanno anche esplorato quanto rimaneva di un anfiteatro all'interno del parco della villa. La struttura presenta caratteristiche simili a un altro anfiteatro non molto distante dalla villa degli Antonini, costruito da Commodo, l'ultimo imperatore della dinastia.
I primi scavi del complesso furono quelli del 1701, quando diversi busti qui ritrovati furono identificati come quelli di Antonino Pio e Marco Aurelio, tra gli altri. Busti attualmente visibili ai Musei Capitolini e ritrovati adiacianti al complesso dei balnea della villa. Furono proprio questi busti a determinare l'attribuzione della villa alla dinastia degli Antonini. Le successive esplorazioni del luogo, dal XVIII alla metà del XX secolo, restituirono porzioni di mosaico in bianco e nero, frammenti di stucco ed affreschi e porzioni di modanature e di statue.
Nel 1989 le Dott.sse Giuseppina Ghini e Nicoletta Cassieri, della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, hanno esaminato i balnea, identificando e studiando diverse stanze del complesso. Nel 1996 gli scavi hanno permesso la scoperta della struttura curvilinea che è, ora, al centro degli scavi contemporanei.
Gli scavi di quest'anno inizieranno il 3 luglio 2011 e si spera di trovare risposte a molte domande.
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