La cava di Nicotera |
A pochi passi dal mare, nascosta alla vista, fu scoperta per la prima volta nel 1972, per poi tornare ricoperta da una fitta vegetazione. Si tratta di un'antica cava di epoca romana.
Ora i ragazzi dell'Associazione "Nicotera Nostra" hanno liberato il sito dalla vegetazione, restituendolo interamente alla sua destinazione: essere visibile a tutti e divenire un luogo di studio oltre che di curiosità. Oltretutto il sito ha un valore storico e archeologico considerevole che, negli ultimi decenni, era stato oggetto di studi ma che pochi avevano avuto l'opportunità di visitare, dal momento che versava in uno stato di totale abbandono e degrado.
Sono riaffiorate dal folto della vegetazione una trentina di colonne in granito di varie dimensioni, due splendide vasche perfettamente circolari e persino capitelli in pietra, tutti in ottimo stato di conservazione malgrado siano stati esposti alle intemperie per diversi decenni.
Le vasche di granito sono di diverse dimensioni, una più piccola ed una più grande, sagomante ma non finite. La vasca più grande è stata lasciata nello stadio di semilavorazione ed è di forma troncoconica rovesciata e profondamente incavata. L'archeologo che le scoprì nel 1972, Achille Solano, ritenne che il bacino fosse destinato ad un uso locale, come fontana, posto su un supporto in forma di bassa colonna, che è stato ritrovato accanto ai due reperti. I due manufatti sono prodotti semilavorati rimasti in cava.
La lavorazione del granito nella cava riscoperta recentemente, fu attiva dalla fine del I secolo d.C. e sfruttata ampiamente fino al IV secolo, come è anche evidenziato dallo sviluppo urbanistico dell'antico centro di Nicotera e la floridezza del porto.
Si credeva, un tempo, che Nicotera sorgesse sul luogo dell'antica Medma. Nel 1912 gli scavi condotti da Paolo Orsi a Rosarno (Rc) cercarono prove di questa tesi. In epoca romana la città fu tra le più importanti della Calabria. Era conosciuta con il nome attuale già dal IV secolo d.C., periodo in cui iniziarono le incursioni saracene che spinsero gli abitanti a ritirarsi su una collina, dove ora sorge l'abitato moderno.
Nel 1065 Roberto il Guiscardo rafforzò e fortificò Nicotera dotandola di un castello e ricostruendola su schemi normanni. Il castello, allora, divenne il fulcro della città. Nel 1074 fu distrutta da re Tamin d'Africa, dopo di che si pose mano ad una nuova ricostruzione da parte del conte Ruggero di Lauria, che potenziò il porto di Nicotera. Seguì una nuova distruzione ad opera degli Almoravidi di Ibn Maimun ed un'ennesima ricostruzione nel 1122, alla quale seguì la conquista di Federico II che le dette un nuovo splendore. L'imperatore fece arrivare a Nicotera gli ebrei, abili economisti, con il compito di incrementare l'attività economica e finanziaria della città e fece costruire per loro un apposito quartiere chiamato "Giudecca".
Ora i ragazzi dell'Associazione "Nicotera Nostra" hanno liberato il sito dalla vegetazione, restituendolo interamente alla sua destinazione: essere visibile a tutti e divenire un luogo di studio oltre che di curiosità. Oltretutto il sito ha un valore storico e archeologico considerevole che, negli ultimi decenni, era stato oggetto di studi ma che pochi avevano avuto l'opportunità di visitare, dal momento che versava in uno stato di totale abbandono e degrado.
Sono riaffiorate dal folto della vegetazione una trentina di colonne in granito di varie dimensioni, due splendide vasche perfettamente circolari e persino capitelli in pietra, tutti in ottimo stato di conservazione malgrado siano stati esposti alle intemperie per diversi decenni.
Le vasche di granito sono di diverse dimensioni, una più piccola ed una più grande, sagomante ma non finite. La vasca più grande è stata lasciata nello stadio di semilavorazione ed è di forma troncoconica rovesciata e profondamente incavata. L'archeologo che le scoprì nel 1972, Achille Solano, ritenne che il bacino fosse destinato ad un uso locale, come fontana, posto su un supporto in forma di bassa colonna, che è stato ritrovato accanto ai due reperti. I due manufatti sono prodotti semilavorati rimasti in cava.
La lavorazione del granito nella cava riscoperta recentemente, fu attiva dalla fine del I secolo d.C. e sfruttata ampiamente fino al IV secolo, come è anche evidenziato dallo sviluppo urbanistico dell'antico centro di Nicotera e la floridezza del porto.
Si credeva, un tempo, che Nicotera sorgesse sul luogo dell'antica Medma. Nel 1912 gli scavi condotti da Paolo Orsi a Rosarno (Rc) cercarono prove di questa tesi. In epoca romana la città fu tra le più importanti della Calabria. Era conosciuta con il nome attuale già dal IV secolo d.C., periodo in cui iniziarono le incursioni saracene che spinsero gli abitanti a ritirarsi su una collina, dove ora sorge l'abitato moderno.
Nel 1065 Roberto il Guiscardo rafforzò e fortificò Nicotera dotandola di un castello e ricostruendola su schemi normanni. Il castello, allora, divenne il fulcro della città. Nel 1074 fu distrutta da re Tamin d'Africa, dopo di che si pose mano ad una nuova ricostruzione da parte del conte Ruggero di Lauria, che potenziò il porto di Nicotera. Seguì una nuova distruzione ad opera degli Almoravidi di Ibn Maimun ed un'ennesima ricostruzione nel 1122, alla quale seguì la conquista di Federico II che le dette un nuovo splendore. L'imperatore fece arrivare a Nicotera gli ebrei, abili economisti, con il compito di incrementare l'attività economica e finanziaria della città e fece costruire per loro un apposito quartiere chiamato "Giudecca".
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