giovedì 2 giugno 2011

Le dee del bosco sacro

La dea assisa di Angizia
Le statue che raffigurano le dee di Angizia sono state scoperte a Luco dei Marsi nel 2003, insieme ad altri oggetti votivi ed ora sono l'attrazione principale della mostra che la Soprintendenza per i Beni Archeologi dell'Abruzzo ha allestito nella sezione archeologica del Castello Piccolomini di Celano (Aq). Nello stesso spazio è allestita anche la Collezione Torlonia, costituita dai reperti raccolti dopo il prosciugamento del lago del Fucino.
I reperti rientrano da un'esposizione ai Musei Capitolini e al Colosseo. Le figure in marmo delle divinità Venere e Cerere risalgono a una tradizione scultorea sviluppatasi nel II secolo a.C. sull'isola di Rodi. In particolare la statua in terracotta assisa in trono è un unicum nel panorama archeologico abruzzese. E' particolarmente raffinata, datata tra il III e il II secolo a.C.
La mostra, a Celano, resterà aperta fino al 25 giugno.
Le tre dee ritrovate nel santuario di Angizia, a Luco dei Marsi, sono state soprannominate "le dee del bosco di Angizia". La prima statua è stata realizzata in terracotta. Rappresenta una figura femminile acefala, seduta in trono che può essere considerata opera di un artigiano greco. Gli studiosi l'hanno identificata con Angizia. Le altre due statue, realizzate in marmo, raffigurano una donna con una veste panneggiata con capo coperto da un velo e una donna acefala seminuda, identificata con Venere.
Il luogo in cui sono state ritrovate le tre divinità era, un tempo, un celebre santuario, un'area di culto sin dai tempi remoti, circondata da un bosco sacro alla dea Angizia. Questa divinità era una maga, venerata al pari di una divinità e sorella, secondo il mito, di un'altra celebre maga: Medea, progenitrice dei Marsi. Proprio grazie agli insegnamenti di Medea i Marsi, sin dai tempi più antichi sanno incantare i serpenti, conoscono erbe e veleni e praticano la divinazione. Almeno questo è quel che pensava Plinio.
Il nome Angizia, del resto, deriva da anguis, che vuol dire "serpente" ed i serpenti erano associati a questa dea. Angizia era considerata una divinità della guarigione. Angizia era anche una città, sulle rive del lago del Fucino, ricordata da Virgilio nell'Eneide.

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