domenica 3 luglio 2011

L'alba dell'homo sapiens in Crimea

Scavi a Buran-Kaya
Richerche archeologiche in Crimea, nel sito di Buran-Kaya, hanno riportato alla luce dei fossili umani. Si tratta della più antica presenza dell'uomo anatomicamente moderno nell'Europa sud orientale. Il carbonio 14 ha restituito una datazione del sito a 32.000 anni fa. Solo un sito in Romania e l'altro in Russia sono di poco più antichi di questo. L'homo sapiens, dunque, si sarebbe diffuso lungo una direttrice ovest-est del continente.
Buran-Kaya è un riparo di roccia che sovrasta il fiume Burulcha, scoperto già nel 1990 da A. Yanevich e sottoposto ad indagini sistematiche dallo stesso Yanevich fino al 2001. Le ultime campagne di scavo sono condotte da una squadra di ricercatori europei del Dipartimento di Preistoria del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, che hanno ritrovato 162 frammenti di ossa umane (porzioni di cranio, costole, falangi e denti) di cinque individui: un bambino, due adolescenti e due adulti. Molte altre ossa risultano combuste, probabilmente post-mortem.
Gli strumenti in pietra sono moltissimi, circa 23.000, composti da strumenti ritoccati. Sono stati ritrovati anche resti di animali (antilope saiga, volpi e lepri) nonchè perline in avorio di mammut e 35 conchiglie marine forate intenzionalmente.
La cosa che più ha incuriosito i ricercatori è che tutte le ossa umane ritrovate sono vertebre, denti e ossa del cranio non più grandi di 12 centimetri. Scarsa la presenza di ossa lunghe, appartenenti agli arti dei defunti. Sia le ossa umane che quelle degli animali sono scarnificate e presentano segni da taglio in posizione differente. Il midollo osseo è stato rimosso dagli animali macellati ma non dagli umani.

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