giovedì 7 luglio 2011

Sacrifici umani a Chichén Itzà


I resti trovati nella caverna di Chichén Itzà
(Fonte: NatGeo) Le ossa di sei esseri umani, tra cui due bambini, perline di giada, conchiglie e strumenti di pietra sono stati scoperti di recente in una grotta colma d'acqua nel celebre sito archeologico di Chichén Itzà, in Messico.
Gli antichi manufatti sono legati a sacrifici umani eseguiti in un periodo in cui il livello delle acque era più basso, compreso tra l'850 e il 1250 d.C. (la civiltà Maya scomparve attorno al 900 d.C.).
E' altamente improbabile, infatti, che resti umani e manufatti siano stati semplicemente gettati nella voragine (un sinkhole - inghiottitoio - chiamato localmente cenote), dice il responsabile della scoperta, Guillermo Anda. Quasi certamente, invece, furono disposti nel sito durante una cerimonia per compiacere il dio maya della pioggia, Chaak.
L'impero Maya, che si estendeva dall'attuale Messico meridionale attraverso il Guatemala fino al Belize settentrionale, produsse l'unica forma di scrittura nota nella Mesoamerica nonchè straordinarie opere artistiche e architettoniche. Chichén Itzà era una delle città più importanti della Penisola dello Yucatàn.
La scoperta di sacrifici umani in uno dei cenotes della regione sembra confermare l'ipotesi che, per i Maya, queste voragini colme d'acqua rappresentassero "una sorta di soglia affacciata sul mondo spirituale e sacro che si nascondeva nelle profondità della Terra", dice Anda, professore della Universidad Autonoma de Yucatàn.

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