sabato 1 ottobre 2011

Due antiche sepolture ritrovate a Cineto Romano

Le sepolture di Cineto Romano
Lo scorso aprile, a Cineto Romano, in provincia di Roma, sono state recuperate due tombe a cappuccina, una delle quali parzialmente distrutta da scavatori clandestini. Per evitare ulteriori razzie da parte di questi ultimi, le sepolture sono state smontate e gli scheletri, unitamente a coppi e tegole, sono stati trasferiti in un locale di proprietà comunale dove tuttora sono conservate.
Le sepolture erano state scavate sul margine di un canale alimentato da acque meteoriche che, a sua volta,  alimenta il torrente Ferrata. Si trovavano inserite in uno strato di terra gialla, ricco di concrezioni calcaree e sotto un riporto di terra comprendente anche ciottoli di fiume. Una delle due tombe era formata da cinque tegole per lato, due per le chiusure alle estremità e quattro per il fondo. Alla sommità erano cinque coppi e tutte le giunture tra le tegole sui lati erano coperte con coppi, molti dei quali, specialmente quelli posti più in alto, erano fratturati a causa della pressione del terreno. All'interno di questa prima sepoltura è stato rinvenuto uno scheletro in buone condizioni di conservazione, gli arti affiancati e la testa reclinata verso est. Purtroppo, in questa tomba, non è stato trovato alcun elemento di corredo.
L'altra sepoltura era priva di alcune delle tegole che la componevano. Lo strato terroso all'interno era stato parzialmente asportato dagli scavatori clandestini, il teschio risultava rimosso e abbandonato assieme alle altre ossa del corpo. Anche in questa sepoltura non è stato ritrovato corredo e lo scheletro contenuto in essa era conservato solo dai piedi al bacino.
Agli archeologi prontamente intervenuti è apparso chiaro che le due sepolture sono state realizzate insieme, con fattura particolarmente curata. Non sono stati ritrovati marchi di fabbricazione ma soltanto "signa" impressi con le dita sull'argilla fresca. In due tegole recuperate appaiono delle impronte di animali, forse un cane o un felino, e quelle della zampe e della coda di un topo.
L'assenza di corredo e di bolli laterizi rendono difficile la datazione delle sepolture. Orientativamente gli archeologi le attribuiscono ad un periodo molto ampio, che va dagli inizi del I secolo al II secolo d.C.. Gli inumati appartenevano alla classe meno abbiente, forse erano schiavi, deceduti più o meno contemporaneamente. Si può pensare al popolamento che gravitava intorno alla statio viaria di Lamnae/ad Lamnas, sulla via Valeria, tra i centri di Varia (Vicovaro) e Carsioli (Carsoli).

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