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Le tracce dell'edificio sacro in via Mulino della Salce |
Poco fuori Rieti, grazie all'ausilio di alcune foto aeree e satellitari, è stata individuata un'importante traccia che gli studiosi associano ad un antico edificio piuttosto articolato. La traccia si trova sul lato sinistro di via Mulino della Salce e interessa circa 1600 mq. La fotografia ha evidenziato la presenza di strutture rettangolari di circa 60 metri di lunghezza per 8 di larghezza ciascuna che delimitano uno spazio interno. L'intero complesso è in posizione ortogonale rispetto alla vicina strada, che ricalca un tracciato più antico. A questi elementi se ne collegano altri due di forma absidata.
Gli studiosi pensano che la struttura possa essere un antico monastero extra moenia, costituito da due grandi moduli di forma rettangolare allungata che potrebbero essere magazzini o strutture abitative. Nel settore sud della struttura, le impronte delle absidi potrebbero essere identificate come edifici adibiti al culto ma anche come mulini. Del resto questa ipotesi non è peregrina, vista la vicinanza del fiume Velino e, un tempo, del Cantaro, che assicuravano la fornitura di acqua e il funzionamento dei mulini. La struttura, poi, sorgeva proprio al lato di una delle vie di comunicazione principali della città verso i centri umbri. Gli studiosi hanno proposto l'identificazione di questo complesso con il monastero di S. Erasmo, noto già dalla metà del '300 dagli scritti del camerlengato reatino, che menziona sia l'edificio sacro che un ospedale annesso.
Il monastero di S. Erasmo è citato anche in fonti della fine del 1400. Dopo questo periodo, però, se ne perde ogni traccia. Le fotografie aeree permettono di parlare di un vero e proprio complesso sacro, più che di un semplice edificio di culto. Del resto, ancora prima del XIII secolo, questi grandi monasteri erano situati fuori le mura cittadine.
Nel 1808 il geografo Giovanni Zannoni venne incaricato di redigere una carta dell'Italia centrale, destinata a far parte dell'Atlante Geografico del Regno di Napoli. In questa carta il complesso monastico di S. Erasmo viene situato sull'attuale viale che prende il nome di Villa Maraini. La villa avrebbe nascosto le rovine di un precedente edificio, il cui materiale architettonico è ancora conservato nei suoi giardini.
Attendiamo le future analisi che permetteranno o meno di identificare le tracce rilevate dal satellite come quelle dell'antico e scomparso centro monastico di S. Erasmo.
Gli studiosi pensano che la struttura possa essere un antico monastero extra moenia, costituito da due grandi moduli di forma rettangolare allungata che potrebbero essere magazzini o strutture abitative. Nel settore sud della struttura, le impronte delle absidi potrebbero essere identificate come edifici adibiti al culto ma anche come mulini. Del resto questa ipotesi non è peregrina, vista la vicinanza del fiume Velino e, un tempo, del Cantaro, che assicuravano la fornitura di acqua e il funzionamento dei mulini. La struttura, poi, sorgeva proprio al lato di una delle vie di comunicazione principali della città verso i centri umbri. Gli studiosi hanno proposto l'identificazione di questo complesso con il monastero di S. Erasmo, noto già dalla metà del '300 dagli scritti del camerlengato reatino, che menziona sia l'edificio sacro che un ospedale annesso.
Il monastero di S. Erasmo è citato anche in fonti della fine del 1400. Dopo questo periodo, però, se ne perde ogni traccia. Le fotografie aeree permettono di parlare di un vero e proprio complesso sacro, più che di un semplice edificio di culto. Del resto, ancora prima del XIII secolo, questi grandi monasteri erano situati fuori le mura cittadine.
Nel 1808 il geografo Giovanni Zannoni venne incaricato di redigere una carta dell'Italia centrale, destinata a far parte dell'Atlante Geografico del Regno di Napoli. In questa carta il complesso monastico di S. Erasmo viene situato sull'attuale viale che prende il nome di Villa Maraini. La villa avrebbe nascosto le rovine di un precedente edificio, il cui materiale architettonico è ancora conservato nei suoi giardini.
Attendiamo le future analisi che permetteranno o meno di identificare le tracce rilevate dal satellite come quelle dell'antico e scomparso centro monastico di S. Erasmo.
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