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L'Abbazia di San Colombano |
L'abbazia di San Colombano fu fondata nel 614 d.C. a Bobbio, in provincia di Piacenza, e sottoposta alla regola dell'Ordine di San Colombano. Per tutto il medioevo fu uno dei centri monastici più importanti d'Europa, addirittura una sorta di Montecassino dell'Italia settentrionale. L'abbazia è famosa soprattutto per il suo scriptorium, il cui catalogo, nel 982, comprendeva 700 codici e che conservò 25 dei 150 manoscritti più antichi della letteratura latina esistenti al mondo.
La potenza dell'ordine monastico di San Colombano si estendeva in tutta Europa, forte di numerose abbazie e monasteri. L'abbazia dei Bobbio dette presto origine al Feudo monastico di Bobbio, in seguito sostituito dalla Contea Vescovile di Bobbio. San Colombano morì a Bobbio ma la sua eredità fu ben raccolta da altri illustri ed eruditi successori, come Sant'Attala (615-627) e San Bertullo (627-640) che contrastarono efficacemente l'arianesimo, rafforzatosi dalla conversione ad esse di Rotari.
Nel 628 papa Onorio I esentò Bobbio dalla giurisdizione episcopale, rendendo l'abbazia soggetta direttamente alla Santa Sede (nullius dioeceseos), in seguito fu introdotta la Regola Benedettina, dapprincipio facoltativa, ma poi praticamente quella più adottata che portò l'abbazia di Bobbio nella Congregazione di Montecassino.
Nel 643, su richiesta di Rotari e della regina Gundeperga, papa Teodoro I concesse all'abate di Bobbio l'uso della mitra e degli altri simboli pontificale. All'abbazia cominciarono ad affluire preziosi manoscritti ed altri libri. L'abate Gundebaldo lasciò la sua preziosa biblioteca di 70 volumi, tra cui vi era il famoso Antifonario di Bangor, una raccolta di canti liturgici in latino scritti, in origine, nell'abbazia di Bangor, nell'Irlanda del nord. Il libro è tra i più antichi tra gli inni sacri ed è attualmente conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Un catalogo del X secolo enumera svariati testi, facendo intendere che ogni ramo del sapere divino ed umano era presente nell'abbazia di San Colombano. Molti dei libri, però, sono andati perduti nel corso dei secoli, altri sono entrati a far parte di collezioni. Nel 1616 il cardinale Federico Borromeo incorporò, nella sua Biblioteca Ambrosiana, 86 volumi tra cui il Messale di Bobbio, scritto nel 911, l'Antifonario di Bangor ed una parte della versione della Bibbia di Ulfila in lingua gotica. Nel 1618 ventisei volumi della biblioteca dell'abbazia furono donati a papa Paolo V per la Biblioteca Vaticana; altri furono inviatia Torino per essere conservati nei reali archivi.
Nel 1014 l'imperatore Enrico II, in occasione della sua incoronazione a Roma, ottenne da papa Benedetto VIII l'erezione di Bobbio a sede vescovile. Il primo vescovo fu Pietroaldo, abate di Bobbio dal 999. La comunità dei monaci di San Colombano venne sciolta a Bobbio da papa Niccolò V il 30 settembre 1448. Ad essi succedettero immediatamente i benedettini della Congregazione di Santa Giustina di Padova.
Nel 1803 i francesi tolsero ai monaci l'abbazia e la chiesa di San Colombano. Quello che resta dell'abbazia è ora una scuola comunale e la chiesa dove riposano, tra le altre, le spoglie di San Colombano è diventata una chiesa parrocchiale.
La Basilica di San Colombano fu costruita tra il 1456 e il 1522 sopra i resti della chiesa conventuale. Presenta, al suo interno, numerosi affreschi ed una fitta serie di citazioni delle sacre scritture che, ad un esame attento, rivela come una sola sia la citazione ritenuta la più importante ed alla quale, conseguentemente, è stato dato maggiore rilievo, la vera chiave di lettura: il versetto 6,63 del Vangelo di Giovanni. Un versetto che sottolinea il primato dello spirito.
Gli affreschi delle navate interne, delle due minori e del transette sono stati eseguiti da Bernardino Lanzani e da un suo aiutante tra il 1527 e il 1530. Il Coro ligneo è stato intagliato in stile gotico e risale al 1488. All'interno, a sinistra, si trova la vasca battesimale del VII secolo, dono - vuole la tradizione - della regina Teodolinda a San Colombano e dove lo stesso santo celebrò il primo battesimo. Un tempo la vasca era collocata nella cripta. L'abside è rettangolare e asimmetrica, slegata dal resto della chiesa, costruita tra il 1456 e il 1485, in sostituzione di un'abside precedente di forma ovale.
La cripta contiene la cappella maggiore, con il mosaico pavimentale di San Colombano (XI secolo), la cripta vera e propria con il sarcofago del santo al centro (1480), il sepolcro di S. Attala (secondo abate) e quello di S. Bertullo (terzo abate), con transenne marmoree longobarde utilizzate come lastre tombali sopra antichi affreschi, la cancellata-transenna in ferro battuto (X secolo) e la cappella di S. Colombano.
Il mosaico della cripta fu scoperto casualmente durante alcuni lavori, nel 1910. E' suddiviso in quattro registri sovrapposti e distanziati da fasce decorate con disegni geometrici e misura 10 metri quadrati. I temi raffigurati sono tratti dal secondo libro dei Maccabei. Per comporlo sono stati utilizzati i sassi del fiume Trebbia e gli inserti marmorei per le vesti dei personaggi più importanti. Insieme al campanile è quanto resta della chiesa originaria.
La potenza dell'ordine monastico di San Colombano si estendeva in tutta Europa, forte di numerose abbazie e monasteri. L'abbazia dei Bobbio dette presto origine al Feudo monastico di Bobbio, in seguito sostituito dalla Contea Vescovile di Bobbio. San Colombano morì a Bobbio ma la sua eredità fu ben raccolta da altri illustri ed eruditi successori, come Sant'Attala (615-627) e San Bertullo (627-640) che contrastarono efficacemente l'arianesimo, rafforzatosi dalla conversione ad esse di Rotari.
Nel 628 papa Onorio I esentò Bobbio dalla giurisdizione episcopale, rendendo l'abbazia soggetta direttamente alla Santa Sede (nullius dioeceseos), in seguito fu introdotta la Regola Benedettina, dapprincipio facoltativa, ma poi praticamente quella più adottata che portò l'abbazia di Bobbio nella Congregazione di Montecassino.
Nel 643, su richiesta di Rotari e della regina Gundeperga, papa Teodoro I concesse all'abate di Bobbio l'uso della mitra e degli altri simboli pontificale. All'abbazia cominciarono ad affluire preziosi manoscritti ed altri libri. L'abate Gundebaldo lasciò la sua preziosa biblioteca di 70 volumi, tra cui vi era il famoso Antifonario di Bangor, una raccolta di canti liturgici in latino scritti, in origine, nell'abbazia di Bangor, nell'Irlanda del nord. Il libro è tra i più antichi tra gli inni sacri ed è attualmente conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Un catalogo del X secolo enumera svariati testi, facendo intendere che ogni ramo del sapere divino ed umano era presente nell'abbazia di San Colombano. Molti dei libri, però, sono andati perduti nel corso dei secoli, altri sono entrati a far parte di collezioni. Nel 1616 il cardinale Federico Borromeo incorporò, nella sua Biblioteca Ambrosiana, 86 volumi tra cui il Messale di Bobbio, scritto nel 911, l'Antifonario di Bangor ed una parte della versione della Bibbia di Ulfila in lingua gotica. Nel 1618 ventisei volumi della biblioteca dell'abbazia furono donati a papa Paolo V per la Biblioteca Vaticana; altri furono inviatia Torino per essere conservati nei reali archivi.
Nel 1014 l'imperatore Enrico II, in occasione della sua incoronazione a Roma, ottenne da papa Benedetto VIII l'erezione di Bobbio a sede vescovile. Il primo vescovo fu Pietroaldo, abate di Bobbio dal 999. La comunità dei monaci di San Colombano venne sciolta a Bobbio da papa Niccolò V il 30 settembre 1448. Ad essi succedettero immediatamente i benedettini della Congregazione di Santa Giustina di Padova.
Nel 1803 i francesi tolsero ai monaci l'abbazia e la chiesa di San Colombano. Quello che resta dell'abbazia è ora una scuola comunale e la chiesa dove riposano, tra le altre, le spoglie di San Colombano è diventata una chiesa parrocchiale.
La Basilica di San Colombano fu costruita tra il 1456 e il 1522 sopra i resti della chiesa conventuale. Presenta, al suo interno, numerosi affreschi ed una fitta serie di citazioni delle sacre scritture che, ad un esame attento, rivela come una sola sia la citazione ritenuta la più importante ed alla quale, conseguentemente, è stato dato maggiore rilievo, la vera chiave di lettura: il versetto 6,63 del Vangelo di Giovanni. Un versetto che sottolinea il primato dello spirito.
Gli affreschi delle navate interne, delle due minori e del transette sono stati eseguiti da Bernardino Lanzani e da un suo aiutante tra il 1527 e il 1530. Il Coro ligneo è stato intagliato in stile gotico e risale al 1488. All'interno, a sinistra, si trova la vasca battesimale del VII secolo, dono - vuole la tradizione - della regina Teodolinda a San Colombano e dove lo stesso santo celebrò il primo battesimo. Un tempo la vasca era collocata nella cripta. L'abside è rettangolare e asimmetrica, slegata dal resto della chiesa, costruita tra il 1456 e il 1485, in sostituzione di un'abside precedente di forma ovale.
La cripta contiene la cappella maggiore, con il mosaico pavimentale di San Colombano (XI secolo), la cripta vera e propria con il sarcofago del santo al centro (1480), il sepolcro di S. Attala (secondo abate) e quello di S. Bertullo (terzo abate), con transenne marmoree longobarde utilizzate come lastre tombali sopra antichi affreschi, la cancellata-transenna in ferro battuto (X secolo) e la cappella di S. Colombano.
Il mosaico della cripta fu scoperto casualmente durante alcuni lavori, nel 1910. E' suddiviso in quattro registri sovrapposti e distanziati da fasce decorate con disegni geometrici e misura 10 metri quadrati. I temi raffigurati sono tratti dal secondo libro dei Maccabei. Per comporlo sono stati utilizzati i sassi del fiume Trebbia e gli inserti marmorei per le vesti dei personaggi più importanti. Insieme al campanile è quanto resta della chiesa originaria.
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