giovedì 6 ottobre 2011

Un delitto di duemila anni fa

I resti ritrovati a Modena
Un omicidio di duemila anni fa. Se ne sono scoperte le tracce in un cantiere di scavo in zona Fossalta, a Modena. Nel corso di uno scavo per la realizzazione di una concessionaria, sono stati trovati tre scheletri di giovani uomini di epoca romana, vissuti tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.. Non si tratta di scheletri completi, perchè pur essendo tre le teste ritrovate, è il conto delle ossa e degli arti che non torna. Si stanno cercando le parti di quello che è un ritrovamento unico in Emilia.
Gli archeologi pensano ad una vendetta maturata nei confronti dei tre sfortunati, che sono stati smembrati prima di essere gettati in un fosso lungo la via Emilia, nei pressi della necropoli. Ma potrebbe anche trattarsi di una faida tra famiglie rivali. Si sta occupando dell'oscura quanto straordinaria vicenda l'archeologo della Soprintendenza Donato Labata e l'antropologa toscana Vania Milani. Gli studiosi hanno già dichiarato che il ritrovamento è rarissimo, dal momento che si conoscono le motivazioni che portavano alla morte nell'epoca in cui sono vissuti i tre poveretti.
I tre scheletri non provengono dalle vicine sepolture, perchè i cadaveri si bruciavano, all'epoca. Non si tratta nemmeno di esecuzioni capitali, dal momento che, in questo caso, le teste venivano esposte e il corpo si consumava con il tempo oppure veniva dato in pasto alle ferie. Nemmeno ci si può riferire alle proscrizioni che funestarono il I secolo a.C.. Ai proscritti si poteva tagliare la testa in qualunque momento, ricevendone in cambio una ricompensa. Le proscrizioni furono terribili strumenti di "pulizia" politica poste in essere da Lucio Cornelio Silla nell'82 d.C.. Ad esse seguirono provvedimenti analoghi nel 43 a.C., durante i quali trovò la morte anche il noto avvocato Marco Tullio Cicerone.
I resti ritrovati appartengono a tre giovani uomini di 30, di 18-25 e di 16-20 anni, uno dei quali aveva le braccia dietro la schiena, probabilmente legate. La cosa inquietante è che non ci sono parti dei corpi e in alcuni casi ci sono tagli che sembrano fatti da lame. I corpi, poi, sono stati zavorrati al fondo del canale da cui sono emersi, utilizzando mattoni prelevati da un monumento funerario che si trovava nelle vicinanze.
Del più giovane dei tre individui si conserva solo il bacino e le gambe, quello che si presume essere il suo cranio è stato ritrovano tra le gambe divaricate come le braccia. Del giovane adfulto resta la testa e parti di una spalla e un arto superiore. L'individuo più anziano è privo di tutta la parte inferiore del corpo, bacino compreso.

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