sabato 8 ottobre 2011

Volcei, città dimenticata

Via Egito, i resti dell'antica Volcei (centro storico)
Buccino è un ridente paesino all'interno del Parco del Cilento e del Vallo di Diano, in provincia di Salerno, che, grazie alla sua posizione dominante e ben protetta, è stato frequentato sin dal Neolitico (località di San Mauro e di Piani di Buccino). In località Sant'Antonio, addirittura, sono emerse tracce risalenti al III millennio a.C., alcune tombe appartenenti alla Civiltà del Gaudo, i primi abitanti di Paestum.
Le prime tracce di popolazioni sedentarie si sono ritrovate sulla collina di Tufariello, un piccolo villaggio dell'Età del Bronzo. Nell'VIII secolo a.C. le comunità umane si stanziano definitivamente nel territorio oggi occupato dalla città. Di questo periodo sono note alcune necropoli scavate in località Santo Stefano, in cui i corpi sono stati deposti in posizione fetale, un uso tipico del luogo, venuto meno con l'arrivo dei Lucani (IV secolo a.C.).
L'antica Volcei è testimoniata dal VI secolo a.C., quando vengono costruite le prime mura di cinta dell'insediamento.Gli oggetti esposti nel museo locale raccontano la storia di un'aristocrazia guerriera dedita alla difesa della città e al rito del simposio, secondo l'uso greco. Si sono ritrovate, infatti, situle in bronzo destinate a contenere l'acqua da mescolare con il vino durante il banchetto, grandi vasi a quattro anse, due verticali con rocchetto e due orizzontali, decorati con motivi geometrici dalla colorazione rosso-bruna, nestorides (contenitori per il vino). Tra il V e il IV secolo a.C. le nestorides vengono sostituite da grandi crateri di forma greca, mentre ai vasi di produzione locale si aggiungono coppe e strumenti da banchetto plasmati in argilla ricoperta da vernice nera lucida e compatta al punto da imitare il metallo. Compaiono, dunque, vasi decorati con figure rosse tipici della cultura greca, prodotti da artisti lucani, apuli ma soprattutto pestani. Sono stati ritrovati oggetti provenienti dalla bottega del famoso Assteas, attivo tra il V e il IV secolo a.C. a Paestum, e di Pithon.
L'incontro-scontro con la nascente potenza romana avviene nel III secolo a.C.. Da qui deriverà la progressiva romanizzazione del territorio e la costruzione di abitati e di ville in linea con la "romanitas". Grande rilevanza per Volcei ebbe la costruzione della via consolare che univa Reggio Calabria a Capua, come si evince, anche, da un'iscrizione piuttosto discussa tra gli studiosi: l'"Elogium" di Polla, un personaggio di cui si è conservato solamente il nome. Il percorso della strada si è solo in parte conservato ed individua quelle che, in passato, erano delle proprietà agricole con tanto di ville padronali nel territorio di Volcei: Vittimose, Vagni, Pareti e Auletta, quest'ultima ancora in fase di scavo.
La villa di Auletta, in particolare, presenta un nucleo più antico, una serie di ambienti di servizio disposti intorno ad un cortile centrale con strutture probabilmente deputate a depositi. Dal 70 a.C. si sono aggiunti, a questi ambienti, un grande cortile servile, un secondo livello di sostruzioni e una ricca zona padronale, completa di stanze di soggiorno aperte su un peristilio e pavimentate con mosaici di pregevole fattura. In questa villa, si è appurato, l'attività principale era la produzione dell'olio: tre stanze tra loro comunicanti e dotate di depositi sotterranei, erano utilizzate per la lavorazione delle olive e la conservazione del prezioso liquido che se ne ricavava. Le presse sono costituite da aree ellittiche rilevate, pavimentate con mattoncini e da meccanismi lignei di cui restano solo gli alloggiamenti nel terreno.
Poco distante da questa villa padronale, a Caggiano, sorge il monumento funerario di Gresia Tertia, simile alla tomba delle Ghirlande di Porta Ercolano a Pompei e, come questa, databile al 40 a.C.. Il monumento funebre fu costruito da Gresia Tertia per il marito Quinto Insteio Cimbro, membro della famiglia degli Isteii, alla quale appartennero molti dei magistrati di Volcei, noti attraverso le iscrizioni che ne rimangono.
Nel I secolo a.C. Vulcino diventa municipium. A quest'epoca risale la costruzione del macellum e delle terme. Si restaurano, proprio in questo periodo, gli edifici esistenti conservandone, con tutta probabilità, le originarie funzioni. Intorno al I secolo d.C., però, un terremoto rase completamente al suolo la città. La ricostruzione fu lunga e difficile: Volcei riuscì a riorganizzarsi solo attorno al II secolo d.C.. A quest'epoca vengono attribuiti molti restauri e ricostruzioni di edifici come il Cesareum, di cui resta l'architrave con la dedica del nuovo edificio da parte di un certo Otacilio. Molte delle iscrizioni funerarie del II secolo d.C. riutilizzano architravi ed elementi architettonici di edifici precedenti. Sono presenti anche, nel tessuto sociale di Volcei, numerosi collegia come quello degli Augustali e quello dei Dendrophori (sacerdoti di Cibele).
Un nuovo evento sismico, verificatosi nel VII secolo d.C., sancisce drammaticamente la fine dell'antica città di Volcei. Il centro del potere, allora, viene trasferito a Conza, che diviene diocesi assorbendo quello che, un tempo, era il territorio di Volcei. A questo periodo risalgono gli insediamenti rupestri sul fianco nord del colle cittadino, di una comunità di monaci eremiti legati a S. Giovanni d'Egitto. L'arrivo dei Normanni permise una certa riorganizzazione dell'antico centro urbano, con la costruzione di una torre.

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