La lastra di Montereggi |
Una testimonianza della coroplastica etrusca è stata riportata alla luce a Montereggi, nel comune di Capraia e Limite, provincia di Firenze. Gli scavi hanno portato al ritrovamento di una lastra fittile con figura femminile in una cisterna all'interno di un edificio che occupa il pianoro sommitale. La lastra era stata deposta sul fondo, rivolta verso l'alto. Sotto la lastra, uno strato di allettamento formato da piccoli ciottoli discoidali.
La testa femminile raffigurata sulla lastra emerge da un cespo di acanto. Ai lati due tralci di foglie che richiamano il mito dionisiaco. Questa raffigurazione si richiama a una tradizione sviluppata nei centri della Magna Grecia, incentrata su particolari rappresentazioni dionisiache a destinazione funeraria.
Si può raffrontare, a questa lastra, un fregio del Museo Gregoriano Etrusco che richiama, anch'esso, Dioniso. Questo fregio proviene da Caere (attuale Cerveteri) e il ritrovamento, nei pressi di Civitavecchia, di frammenti coroplastici molto simili al reperto toscano. Questi prodotti, pensano gli archeologi, possono essere stati forgiati da artisti provenienti dalla Sicilia o dalla Puglia.
Si pensa, poi, ad eventuali collegamenti tra i culti dionisiaci suggeriti dalla lastra di Montereggi e un enigmatico olifante in terracotta che è stato ritrovato nella stessa cisterna in cui è stata ritrovata la lastra. Il mito argivo di Dioniso voleva che il dio abitasse le profondità dello stagno di Lerna, uno degli accessi all'Ade, e poteva essere suscitato suonando un corno. La lastra di Montereggi è datata al 250-260 a.C. e la cisterna in cui è stata rinvenuta apparteneva ad una casa etrusca di quasi 400 metri quadri. Il modello a cui si richiama la figura di donna rappresentata in altorilievo è noto già nel V secolo a.C. e può essere datato ad un'epoca posteriore al VI secolo a.C.
La lastra è di forma quadrangolare e doveva venire fissata sull'architrave o sugli elementi rampanti del tetto di un tempio. La lieve rotazione del volto verso sinistra indica che era stata fabbricata per essere posta in posizione frontale, a destra rispetto a chi guardava, nell'architrave.
Il pozzo in cui la lastra giaceva, accuratamente riposta, raccoglieva l'acqua piovana che traeva benefici effetti dalla lastra stessa che vi era stata deposta.
La campagna di scavo condotta dal Museo Archeologico di Montelupo e dall'Università di Siena ha permesso di scoprire anche tracce di un edificio templare, segnalato da basi di colonna e da murature, oltre ad una riconoscibilissima piazza posta nel punto più elevato dell'abitato. La costruzione templare può essere fatta risalire al IV-III secolo a.C.. Nel corso di un saggio effettuato nel 2008, gli archeologi hanno rinvenuto, nei pressi di una via di comunicazione estremamente importante, sotto 5 metri dall'attuale piano di campagna, importanti accumuli di ceramica del VI e V secolo a.C., tra i quali una grande oinochoe in figulina ed una kilyx in bucchero, che oggi si trovano nel museo di Montelupo.
Un altro pozzo di Montereggi, del diametro di appena 70 centimetri, potrebbe nascondere qualche sorpresa. La buca fu ricoperta, in antichità, con estrema cura e questo è segno di un occultamento voluto di opere. Nel comue di San Casciano Val di Pesa, inoltre si sono scoperti reperti che testimoniano della prima presenza all'aperto dell'uomo di Neanderthal in territorio fiorentino. Vi sono, dunque, due insediamenti storici che, pur lontani nel tempo, potrebbero fornire qualche risposta alla domanda sulle origini del popolo etrusco.
La testa femminile raffigurata sulla lastra emerge da un cespo di acanto. Ai lati due tralci di foglie che richiamano il mito dionisiaco. Questa raffigurazione si richiama a una tradizione sviluppata nei centri della Magna Grecia, incentrata su particolari rappresentazioni dionisiache a destinazione funeraria.
Si può raffrontare, a questa lastra, un fregio del Museo Gregoriano Etrusco che richiama, anch'esso, Dioniso. Questo fregio proviene da Caere (attuale Cerveteri) e il ritrovamento, nei pressi di Civitavecchia, di frammenti coroplastici molto simili al reperto toscano. Questi prodotti, pensano gli archeologi, possono essere stati forgiati da artisti provenienti dalla Sicilia o dalla Puglia.
Si pensa, poi, ad eventuali collegamenti tra i culti dionisiaci suggeriti dalla lastra di Montereggi e un enigmatico olifante in terracotta che è stato ritrovato nella stessa cisterna in cui è stata ritrovata la lastra. Il mito argivo di Dioniso voleva che il dio abitasse le profondità dello stagno di Lerna, uno degli accessi all'Ade, e poteva essere suscitato suonando un corno. La lastra di Montereggi è datata al 250-260 a.C. e la cisterna in cui è stata rinvenuta apparteneva ad una casa etrusca di quasi 400 metri quadri. Il modello a cui si richiama la figura di donna rappresentata in altorilievo è noto già nel V secolo a.C. e può essere datato ad un'epoca posteriore al VI secolo a.C.
La lastra è di forma quadrangolare e doveva venire fissata sull'architrave o sugli elementi rampanti del tetto di un tempio. La lieve rotazione del volto verso sinistra indica che era stata fabbricata per essere posta in posizione frontale, a destra rispetto a chi guardava, nell'architrave.
Il pozzo in cui la lastra giaceva, accuratamente riposta, raccoglieva l'acqua piovana che traeva benefici effetti dalla lastra stessa che vi era stata deposta.
La campagna di scavo condotta dal Museo Archeologico di Montelupo e dall'Università di Siena ha permesso di scoprire anche tracce di un edificio templare, segnalato da basi di colonna e da murature, oltre ad una riconoscibilissima piazza posta nel punto più elevato dell'abitato. La costruzione templare può essere fatta risalire al IV-III secolo a.C.. Nel corso di un saggio effettuato nel 2008, gli archeologi hanno rinvenuto, nei pressi di una via di comunicazione estremamente importante, sotto 5 metri dall'attuale piano di campagna, importanti accumuli di ceramica del VI e V secolo a.C., tra i quali una grande oinochoe in figulina ed una kilyx in bucchero, che oggi si trovano nel museo di Montelupo.
Un altro pozzo di Montereggi, del diametro di appena 70 centimetri, potrebbe nascondere qualche sorpresa. La buca fu ricoperta, in antichità, con estrema cura e questo è segno di un occultamento voluto di opere. Nel comue di San Casciano Val di Pesa, inoltre si sono scoperti reperti che testimoniano della prima presenza all'aperto dell'uomo di Neanderthal in territorio fiorentino. Vi sono, dunque, due insediamenti storici che, pur lontani nel tempo, potrebbero fornire qualche risposta alla domanda sulle origini del popolo etrusco.
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