domenica 6 maggio 2012

Un capolavoro restituito, La Resurrezione di Lazzaro del Caravaggio

Caravaggio, La resurrezione di Lazzaro
La "Resurrezione di Lazzaro", dipinta dal Caravaggio nel 1609, è considerata una delle opere più importanti dell'ultimo periodo di vita del pittore. Dopo un restauro piuttosto impegnativo, l'opera è tornata a mostrarsi in tutta la sua bellezza.
L'opera - 3,80 per 2,85 metri - sarà esposta per la prima volta dopo il restauro a Roma dal 16 giugno al Museo di Palazzo Braschi. Il restauro ha restituito particolari prima invisibili, come il ritratto di Michelangelo Merisi e i colori originali. Il dipinto è rimasto sei mesi nelle mani dei restauratori che hanno utilizzato dapprima solventi specifici e leggeri che hanno consentito di riportare, appunto, alla luce particolari scomparsi (il profilo del Cristo, le braccia spalancate di Lazzaro, l'autoritratto di Caravaggio confuso tra la folla che assiste al miracolo).
L'opera conserva uno dei tratti salienti di tutta l'opera caravaggesca: il forte contrasto tra la luce e l'ombra. Caravaggio utilizzò, per ottenerla, una vasta campitura scura, vale a dire la preparazione bruna della tela, unitamente alla pennellata larga.
Il quadro, dopo l'esposizione a Roma, tornerà al Museo Regionale di Messina, al quale appartiene, dove, dal 22 luglio 2012, sarà ufficialmente parte di un percorso artistico.
Caravaggio, nel 1609, anno in cui fu dipinta la tela, si era trasferito a Messina dopo essere fuggito dalle prigioni maltesi. In Sicilia un ricco mercante genovese, Giovanni Battista de' Lazzari, gli commissionò l'esecuzione di una pala per la cappella della chiesa dei Padri Crociferi. Secondo Francesco Susinno, biografo settecentesco dei pittori messinesi, Caravaggio avrebbe preso a rasoiate la tela, offeso per le critiche con cui il pubblico l'aveva accolta, ma probabilmente si tratta solamente di una leggenda dello scrittore, perché non si è trovata traccia di queste presunte rasoiate.
Autoritratto del Caravaggio
nella Resurrezione di Lazzaro
Il quadro che, dopo la mostra romana e messinese, sarà restituito al Museo Regionale di Messina, originariamente era stato collocato sull'altare maggiore della chiesa messinese dei Padri Crociferi di Camillo de Lellis, un ordine fondato dallo stesso de Lellis oggi conosciuto come Ministri degli Infermi o Camilliani. La preziosa tela caravaggesca è scampata ad un terremoto che, nel 1783, danneggiò radicalmente la chiesa. In seguito alla soppressione ottocentesca degli ordini religiosi divenne, quindi, proprietà dello Stato.
Un restauro del 1950-1951 ha rivelato che la "Resurrezione di Lazzaro" è stata realizzata dal Caravaggio e dagli aiuti. Del Maestro sono sicuramente i volti dei presenti vicino al Cristo, il gruppo dei becchini, il volto di Marta e della Madonna. Il panneggio di Marta, la veste del Cristo, i piedi di Marta e del becchino sono attribuiti ai collaboratori del pittore.

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