martedì 16 ottobre 2012

Alessandria, città di Alessandro

Alessandria d'Egitto
Alessandria d'Egitto potrebbe essere stata costruita rispettando l'allineamento del sole che sorge il giorno della nascita di Alessandro Magno.
Alessandria fu fondata nel 331 a.C. dal comandante macedone, che aveva conquistato un impero che si estendeva dalla Grecia all'Egitto e all'India. Ad Alessandria aveva sede la più famosa biblioteca dell'antichità e una delle sette meraviglie del mondo antico: il celeberrimo faro.
La città antica fu progettata intorno ad un'arteria principale, la strada canopica. Gli studi portati avanti dall'archeoastronomo del Politecnico di Milano Giulio Magli, hanno rivelato che l'orientamento di Alessandria non segue in parallelo la linea di costa, ma nel giorno della nascita di Alessandro, nel IV secolo a.C., il sole nascente si trovava in allineamento quasi perfetto con la strada canopica.
I testi antichi sostengono che Alessandro sia stato deposto in una bara d'oro ed in un sarcofago dello stesso, prezioso, metallo, sostituito in seguito con un sarcofago di vetro. La tomba è in qualche parte della città antica, sotto la superficie dell'Alessandria moderna, e non è stata ancora ritrovata.
Magli e la sua collega Luisa Ferro hanno utilizzato un software in grado di simulare la posizione del sole durante il IV secolo a.C.. Alessandro Magno nacque nel luglio del 356 a.C., secondo il calendario giuliano, che è leggermente differente dal calendario che abbiamo in uso a tutt'oggi, il calendario gregoriano. L'allineamento della città di Alessandria con il sorgere del sole al momento della nascita di Alessandro Magno era un preciso messaggio sociale oltre che architettonico.

9 commenti:

Lapenna Daniele ha detto...

Più della tomba di Alessandro Magno, si rimpiange di non poter avere il contenuto della mitica biblioteca di Alessandria.
Bel blog. Complimenti.

Em Hotep ha detto...

Anche io rimpiango che non si sia conservato niente di quel vasto scrigno del sapere che era la Biblioteca di Alessandria. Purtroppo tra gli "interventi" inopportuni di cristiani prima (ricordo la vicenda di Ipazia di Alessandria e quel che ne conseguì a danno del sapere) e di musulmani poi (utilizzarono i volumi per i bagni turchi), della Biblioteca è rimasto solo il ricordo quasi mitico...
Grazie per i complimenti.

Lapenna Daniele ha detto...

Lo stesso per i tantissimi documenti aztechi e maya
distrutti dagli spagnoli conquistadores.
Un vero peccato.

Em Hotep ha detto...

Un vero sacrilegio, secondo me. La dimostrazione palese dell'ottusità di certi umani nel concepire la religione e le culture estranee alla propria. La stessa ottusità che si riscontra nella distruzione indiscriminata di popolazioni e opere dell'ingegno umano durante il corso della storia dell'umanità. L'apoteosi fu raggiunta, nei tempi antichi, dalle crociate. Più recentemente abbiamo avuto il nazismo e le varie guerre del golfo. Siamo i peggiori nemici di noi stessi, non c'è che dire.

Lapenna Daniele ha detto...

Difatti le culture del mondo sono tutte collegate.
Se più culture, seppur distanti migliaia di kilometri, hanno
architetture simili ( quelle piramidali ), narrano di storie antiche
simili ( i diluvi ), vuol dire che siamo collegati, abbiamo vissuto le stesse esperienze, siamo un unico popolo.
E' vero, l' uomo è talmente avvolto dall' ottusità,
che non riconosce l' altro uomo come suo vicino.
I miti che si continuano a tramandare celano la verità, ma l' uomo è talmente
chiuso di mente che la legge come religione o come favole.

Em Hotep ha detto...

Credo anche io che ci siano dei sottili collegamenti. Dopotutto gli umani arrivano, se pure in tempi diversi, alle medesime conclusioni (vedi le piramidi) ed un retaggio comune di disastri come il diluvio universale, è tramandato in diverse tradizioni da una parte all'altra della sfera.
Sono convinta anch'io che i miti celino verità perdute, quei nessi necessari a comprendere appieno le grandi civiltà del passato. E' come se un intero periodo storico fosse stato cancellato volutamente per sempre, lasciando noi eredi ad immaginarlo come vogliamo, nel bene e nel male.

Lapenna Daniele ha detto...

Fa solo rabbia vedere archeologi che nascondono la verità.
Templi egizi che hanno fondamenta completamente diverse dall' edificio
sovrastante, eppure loro impostano un' unica data.
Escludendo che all' origine c'era un altro edificio,molto più antico,
e non egizio.
Confido nei cosiddetti "archeologi eretici", anche se molti di loro
camuffano le scoperte per un estremismo archeologico.
C'è chi nasconde le cose scomode, e chi ne fa uscire di finte
per combattere contro questi falsi archeologi.

Em Hotep ha detto...

Credo che sia necessaria umiltà ed apertura mentale per esaminare onestamente i reperti, senza preclusioni mentali. Alle volte l'impossibile è solo l'impensato. E quante cose impossibili, nel tempo, si sono "verificate"?

Lapenna Daniele ha detto...

Appunto! Ci vorrebbe proprio un approccio disinteressato, con il solo
scopo di scoprire la verità, accentandola così come è.

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