martedì 26 febbraio 2013

Archeologi 100, tombaroli 0 a Cerveteri

La statua di leone ritrovata nella necropoli
della Banditaccia, a Cerveteri
La forte attenzione dei tombaroli nel territorio ha allertato la Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale, guidata da Alfonsina Russo Tagliente, che ha deciso di aprire una campagna di scavo nell'altopiano della Tegola Dipinta, nella famosissima necropoli della Banditaccia, a Cerveteri.
L'intervento della Soprintendenza è stato provvidenziale, perché gli archeologi hanno rischiato di perdere per sempre un capolavoro etrusco. I ricercatori, guidati da Rita Cosentino, hanno riportato, infatti, alla luce il Leone di Cerveteri, come lo hanno battezzato. Si tratta di una scultura del felino in marmo peperino, risalente al VI secolo a.C. e conservatasi perfettamente.
Oltre alla preziosa statua leonina, è stata ritrovata anche una statua arcaica a pochi metri di distanza da una nuova tomba a camera, anch'essa riportata alla luce in contemporanea con questi due ritrovamenti, databile al IV-III secolo a.C.. All'interno della sepoltura giacciono ben venti scheletri dei quali, purtroppo, solo sette sono ben conservati e sono stati immediatamente trasferiti al Dipartimento di Biologia dell'Università di Tor Vergata. I defunti avevano con sé ricchi corredi funebri, ceramiche e bronzi.
Quello che più ha sorpreso gli archeologi è stata, però una suppellettile particolare: il letto funebre di una donna adulta, probabilmente la "proprietaria" della grande tomba, sul quale sono stati ritrovati, per la prima volta, cestini di vimini contenenti tracce di tessuti in lana e lino. La sepoltura appena scoperta ricorda quella della Signora di Cervetri, una figura di prestigio - forse una principessa - del clan familiare che governava Cerveteri, che cominciava a confrontarsi con il mondo romano.
Scavando la tomba, gli archeologi hanno ritrovato dieci cippi con iscrizioni che, probabilmente, ricordano i nomi dei defunti e della famiglia. Inoltre un individuo presentava il letto funerario chiuso con la calce. Gli studiosi pensano che l'uomo possa essere morto per malattia e che gli eredi abbiano voluto sigillare la sua sepoltura. Il corredo funebre del defunto era raccolto in una fossa al centro della camera.
Al di fuori delle sepolture, gli archeologi sono riusciti a salvare, dalle grinfie dei tombaroli, anche un altare per riti funebri ed è proprio ai piedi di questo altare che è emersa la splendida scultura raffigurante un leone interno, completo di testa, accovacciato, le zampe ben delineate.

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