sabato 8 novembre 2014

Romani, il mistero della necropoli di Telica-Celic Dere

Immagine scattata da un drone sul cenotafio esplorato nel corso del
2014 in Romania (Foto: M.M. Stefan e Dan Stefan - Digital Domain)
Gli archeologi hanno appena concluso la sesta stagione di scavi sul luogo di una grande necropoli contenente almeno cento tumuli. Si tratta del sito di Telita-Celic Dere, in Romania, utilizzato nel I millennio a.C. sia come necropoli che come insediamento umano. Non lontano da Telita-Celic Dere vi era un guado, l'ultimo passaggio attraverso il basso Danubio.
Secondo il ricercatore Tomasz Bochnak, dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Rzeszòw (Polonia), il sito era stato già menzionato da Erodoto. Questi scrisse che il re persiano Dario, che stava preparando una spedizione militare contro gli Sciti, nel 512 a.C., trasferì il suo esercito attraverso il Bosforo e il basso Danubio. I ricercatori ritengono che la pista di Dario conducesse attraverso la valle oltre la quale si trova la necropoli di Telita-Celic Dere.
Lo scavo dei tumuli ha già fornito, agli archeologi e agli antropologi, i primi risultati: la popolazione qui sepolta mostra diverse e prolungate sovrapposizioni tra influenze scite e influenze greche, visibili attraverso i corredi funerari. Gli studiosi non sanno ancora chi sia stato seppellito nei tumuli. Nel I millennio a.C. la regione orientale e centrale della penisola balcanica era abitata dai Traci, che ebbero diversi contatti con i Greci prima e con i Romani poi. La regione dove è stata trovata la necropoli, Dobrogea, è detta anche Piccola Scizia, ad indicare la forte influenza che, in questa regione, ebbe la popolazione nomade degli Sciti. Colonie greche, poi, si trovavano a poche decine di chilometri a sudest, sul Mar Nero.
Registrazione dei ritrovamenti archeologici di Telit-Celic Dere
(Foto: T. Bochnak)
Secondo gli archeologi il complesso funerario di Telita-Celic Dere documenta pienamente la penetrazione delle diverse influenze che la regione subì nel corso dei secoli. Ora è necessario studiare approfonditamente i reperti raccolti e procedere all'esplorazione delle zone finora trascurate.
Tra le sepolture che hanno attirato l'attenzione degli studiosi vi è quella di un giovane il cui cranio mostra chiaramente segni di trapanazione. Dopo la cremazione, i resti del defunto sono stati collocati nella parte laterale del grande tumulo in cui è stato trovato. Nella parte centrale dello stesso tumolo sono state ritrovate le ossa delle gambe di un altro defunto che, evidentemente, non avevano subito la cremazione. Il resto del corpo di quest'ultimo è stato rimosso in passato, forse per un rituale funebre. Il tumulo conteneva anche una spada corta, tipica degli Sciti, e decine di punte di freccia. Probabilmente, subito dopo il funerale, la tomba è stata riaperta e una gran parte del defunto è stata rimossa.

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