venerdì 5 dicembre 2014

I segreti di Villa Adriana

Il dio Horus riemerso dalla cosiddetta "Palestra" di Villa Adriana
(Foto: Repubblica.it)
(Fonte: La Repubblica) Sono affiorate dal terreno in primavera, come sbocciate dopo un "sonno" secolare. Magnifiche statue "riemerse" durante un cantiere di scavo e restauro della cosiddetta "Palestra": il complesso monumentale forse più misterioso di Villa Adriana, che le nuove scoperte ora sembrano legare ancor più al culto delle divinità egizie. Fra le più straordinarie statue ritrovate, c'è, infatti, quella zoomorfa del dio Horus in forma di falco, sorprendentemente simile a quella del Museo Archeologico di Maratona - proveniente dal santuario di Brexisa della villa di Erode Attico - e esposta a Villa Adriana proprio nel periodo in cui dal cantiere della "Palestra" sbucava il suo probabile modello originario.
Ma il complesso costituito da sette edifici - tra cui una sala circondata da un doppio portico, un giardino pensile e un'aula basilicale con colonne marmoree - "era polivalente", ricorda la Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio, Elena Calandra. E fra le magnifiche sorprese che in questi mesi ha riservato agli archeologi, guidati da Zaccaria Mari (con la collaborazione di Sergio Sgalambro, Anna Paola Briganti e Maria Grazia Fiore), ci sono anche esempi raffinatissimi di statuaria classica, fra cui una splendida testa in marmo, copia adrianea del Doriforo di Policleto. Scoperte che saranno svelate al grande pubblico domenica, in occasione della giornata dedicata dal ministero ai Beni culturali all'"Archeologia e al Restauro".
Si potrà visitare, tempo e condizioni di sicurezza permettendo, il cantiere di scavo e restauro della "Palestra" (così definita nel Cinquecento da Pirro Ligorio), avviato nel 2013 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e finanziato con fondi Arcus. Ritenuta, in precedenza, uno spazio riservato semplicemente agli esercizi ginnici, si è rivelata invece un luogo dedicato molto probabilmente al culto delle divinità egizie. Come già la scoperta, nel 2006, di una sfinge aveva suggerito. E se l'ipotesi avanzata da alcuni archeologi che potesse ospitare un tempio di Iside per ora non pare confermata, la suggestione resta. E chissà che in futuro gli scavi non possano riservare altre sorprese. Nell'Antiquarium del Canopo, invece, si potranno ammirare la sfinge e le nuove statue scoperte in primavera e restaurate a tempo di record, in un allestimento curato da Calandra e dalla direttrice di Villa Adriana, Benedetta Adembri.
L'area archeologica sarà aperta dalle 9 alle 17, l'Antiquarium del Canopo, invece, dalle 10 alle 16.30. Maggiori informazioni e aggiornamenti sulle visite guidate sui siti www.villaadriana.beniculturali.it e www.archeolz.arti.beniculturali.it

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