Una pagina del manoscritto di Ahmad Ibn Fadlan (Foto: Wikimedia Commons) |
Nella tradizione musulmana, alla quale apparteneva Ibn Fadlan, il corpo dei defunti veniva lavato dai parenti, si pregava su di esso, lo si avvolgeva in un lenzuolo e lo si seppelliva in una fossa relativamente poco profonda il giorno stesso della morte.
Nella tradizione vichinga, "il capo morto è messo in una tomba provvisoria che è stata coperta per dieci giorni fino a che non si fossero cucite vesti nuove per lui", riferisce Ibn Fadlan. Durante questi dieci giorni si faceva una lunga festa in cui si beveva e si facevano orge di ogni tipo. Il corpo del defunto veniva riesumato il giorno della cremazione. Sulla sua pira venivano bruciati anche le sue schiave ed i suoi schiavi, gli animali, le offerte di cibo, le armi e la sua nave.
E' stata fatta una traduzione dall'arabo del resoconto del funerale di un capo vichingo riferito da Ibn Fadlan. L'impressione che Ibn Fadlan ha del modo di vivere dei Vichinghi è piuttosto negativa: "Essi sono la più sporca di tutte le creature di Allah: essi non si purificano dopo aver evacuato o urinato o lavano se stessi quando sono in stato di impurità rituale dopo il coito e nemmeno si lavano le mani dopo i pasti".
Eppure Ibn Fadlan descrive i Vichinghi come una popolazione sostanzialmente di bell'aspetto: "Non ho mai visto un fisico più perfetto di loro, sono come le palme da datteri, sono biondi e rubicondi, e non indossano né tuniche né caftani".
La nave Oseberg, una nave vichinga scoperta in un grande tumulo nella fattoria di Osemberg, nella contea di Vestfold (Foto: norskevaapen.no) |
Nel 921 il califfo al-Muqtadir aveva inviato Ibn Fadlan, che era un faqih, un dottore nella legge e nella fede musulmana, presso il re bulgaro del Volga Almis. Il fine del viaggio era quello di indurre quest'ultimo a rendere omaggio formale al califfo, in cambio delle somme necessarie alla costruzione di una fortezza contro i Cazari. Del manoscritto di Ahmad ibn Fadlan ibn al-'Abbas ibn Rashid ibn Hammad (questo era il nome completo di ibn Fadlan) non è pervenuta alcuna copia originale, ma solo una versione abbreviata presente nella biblioteca di Mashhad, in Iran.
Il funerale di un capo vichingo visto dal pittore polacco Heinrich Semiradzki, sulla scorta della descrizione fatta da Ibn Fadlan |
Il defunto veniva vestito dieci giorni dopo la sua morte. Gli venivano fatti indossare dei pantaloni, degli stivali, un caftano di seta con bottoni dorati e un copricapo di senta con frange e pellicce di zibellino. Il capo veniva così deposto nel padiglione della sua nave, su cuscini trapuntati, circondato da alcool, frutta, erbe aromatiche, pane, carne e cipolle. Accanto a lui venivano disposte le sue armi, ma anche animali che sarebbero stati sacrificati per il suo funerale.
La schiava che si era offerta volontaria per morire con il suo padrone, scrive Ibn Fadlan, prima di essere bruciata con lui doveva avere rapporti sessuali con diversi altri capi vichinghi presenti al funerale. Al termine, dopo una serie di altri rituali, Ibn Fadlan riferisce che la schiava si toglieva bracciali e cavigliere, le veniva dato da bere dell'alcool ed ella cantava per dare l'addio alle sue compagne. Poi saliva sulla pira a forma d'imbarcazione dove giaceva il defunto e qui veniva uccisa.
Il parente più prossimo del defunto, dopo l'uccisione della schiava, si avvicinava alla nave-rogo, ne prendeva un pezzo di legno e dava fuoco alla pira. Solo a questo punto i presenti erano autorizzati a gettare un tizzone ardente sull'imbarcazione funebre. Quando il fuoco si era spento, i Vichinghi gettavano sulla pira molta terra, a formare un tumulo. La morte di un capo vichingo significava la morte di 400 uomini e 40 schiave con lui, a detta di Ibn Fadlan. Questo era il rito in essere presso i capi vichingi che vivevano lungo il Volga. Probabilmente contadini, cacciatori, fornai, artigiani che vivevano nelle grandi pianure e che costituivano la maggioranza nella società vichinga, non praticavano questi riti.
In tutta la Scandinavia ci sono molti tumuli eretti in onore di re e capi vichinghi, oltre a pietre runiche ed altri monumenti. La sepoltura in nave era una delle tradizioni più importanti di questa popolazione.
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