lunedì 3 agosto 2015

Riprendono gli scavi italiani a Butrinto

La cosiddetta Dea di Butrinto
(Foto: Romanoimpero.com)
Butrinto venne fondata, secondo il poeta latino Virgilio, da Eleno, figlio di Priamo. Dopo la caduta di Troia Eleno aveva sposato Andromaca, vedova di Ettore, e si era spostato verso occidente. Qui, a Butrinto, a settembre, inizieranno gli scavi dell'Università di Bologna. Gli archeologi bolognesi non sono del tutto sconosciuti a Butrinto. Qui, infatti, tra gli anni '20 e '30 del Novecento vennero condotte delle ricerche da Luigi Ugolini, archeologo dell'Università di Bologna. Gli archeologi bolognesi studieranno e scaveranno un importante edificio sacro della città ellenistica e romana.
Butrinto era originariamente situata in Caonia, una regione dell'Epiro settentrionale, su una collinetta, in una piccola lingua di terra tra il lago di Vivari (antico Porto Pelode) e il canale di Corfù (Corcyra). L'ampia laguna della città comunicava con il mare per mezzo di un canale di 3 km di lunghezza, l'odierno canale di Butrinto. I resti più antichi della città risalgono ad un periodo compreso tra il X e l'VIII secolo a.C.. Nel IV secolo a.C. venne abbellita con un teatro, un tempio dedicato ad Asclepio e una piazza (agorà). Nel 228 a.C. divenne protettorato romano e, in seguito, parte della provincia dell'Illyricum.
Nel 44 a.C. Cesare fece di Butrinto una colonia che venne popolata dai soldati che avevano combattuto con lui contro Pompeo. Il progetto di popolamento, però, trovò fiera opposizione in Tito Pomponio Attico, un proprietario terriero locale, che si oppose alle manovre di Cesare e di Cicerone. Pochi coloni, dunque, si spostarono in questa località. Il piano di fare di Butrinto una colonia di veterani venne ripreso da Ottaviano nel 31 a.C.. Fu in questo periodo che la città venne ampliata, dotata di un acquedotto, di terme, di un foro e un ninfeo.
Il parco nazionale di Butrinto (Foto: sites.psu.edu)
Nel III secolo d.C. Butrinto venne distrutta da un terremoto. Gli scavi archeologici hanno rivelato che, all'epoca, la città attraversava un periodo di declino e stava trasformandosi in un centro manifatturiero. All'inizio del VI secolo d.C. Butrinto divenne un vescovato: vennero costruiti un battistero (uno dei più grandi battisteri paleocristiani) e la basilica. L'imperatore Giustiniano rafforzò le mura della città che, però, non resistettero all'attacco degli Ostrogoti nel .550 d.C. Nel VII secolo d.C. i Bizantini presero il controllo della zona e Butrinto divenne una delle località spartiacque tra l'età romana e il medioevo.
Gli scavi condotti qui dal bolognese Luigi Maria Ugolini nel 1928 e proseguiti oltre la sua morte, avvenuta nel 1936, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, misero in luce la città romana ed ellenistica. Vennero scavate e portate alla luce la porta dei leoni e le porte scee, così chiamate dallo stesso Ugolini in ricordo delle porte della città di Troia. Una di queste porte misura 5 metri di altezza, un'altra, quella dei leoni, è dotata di un architrave con una scultura ornamentale raffigurante un leone che divora un toro.
Butrinto, la basilica (Foto: commons.wikimedia.org)
Presso le falde del colle su cui sorgeva l'acropoli è tornato alla luce un teatro molto ben conservato, la cui cavea è di età ellenistica e reca molte iscrizioni greche di decreti di vario genere. La scena, invece, è di età romana imperiale e presenta delle nicchie che contenevano sculture di grande qualità come la cosiddetta Dea di Butrinto, un personaggio in abito militare con la firma di Sosicle, una replica della cosiddetta Grande Ercolanese, una testa di Agrippa. Accanto al teatro è stato scavato l'Asclepieion che ha restituito una ricca stipe votiva.
Sono stati trovati anche un frigidarium di una terma con pavimento musivo, un ninfeo di età romana con due statue, un pozzo sacro con iscrizione e pittura parietale. Notevoli sono i resti di un battistero con 16 colonne granitiche, una vasca centrale e un pavimento a mosaico policromo.
Butrinto, resti del battistero paleocristiano (Foto: wikipedia.it)
I governi albanesi del dopoguerra vietarono gli scavi in loco ad archeologi stranieri. L'esplorazione dell'antica città venne, dunque, affidata ad archeologi albanesi. A partire dal 1933 archeologi inglesi guidati dal Professor Richard Hodges, dell'Università dell'East Anglia, hanno ripreso le ricerche nell'antica Butrinto. Sono emersi, così, i resti del Triconch Palace, l'area capitolina e forense, una torre tardoantica ancora in funzione nell'alto medioevo, quando fu adibita a residenza, numerosi cimiteri urbani ed altre strutture. Gli scavi hanno accertato l'esistenza di una colonia romana di età augustea, servita da un imponente acquedotto che attraversava la città.
Gli archeologi bolognesi della Sezione di Archeologia del Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà dell'Alma Mater si accingono, sotto la direzione di Sandro De Maria, ordinario di Archeologia Classica, a proseguire l'esplorazione di Butrinto. Il Professor Sandro De Maria, peraltro, da 15 anni sta lavorando in un altro importante sito archeologico albanese, quello di Phoinike (Fenice), città fondata nel IV secolo a.C. e abbandonata al momento della conquista turca dell'Albania (XVI secolo).

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