sabato 5 dicembre 2015

Gli dei di gennaio

Altare consacrato ai Lares Viales
(Foto: 4.uwm.edu)
Nel mese di gennaio, i Romani festeggiavano divinità preposte, a titolo diverso, ai riti di passaggio. Innanzitutto Janus, divinità del passaggio per eccellenza. I suoi due volti guardavano al passato e al futuro. Janus rappresentava la ianua da varcare per passare dal "fuori" al "dentro" e viceversa. La festa di Janus cadeva alle kalendae di gennaio, solitamente dedicate a Juppiter.
Altre divinità celebrate nel mese erano i Lares Viales, ai quali sono dedicati i Compitalia. Sono divinità preposte agli incroci delle vie, passaggio tra un vicus ed un altro. In origine i vici erano dei villaggi che, nel corso dei secoli, si erano fusi insieme.
A gennaio i Romani onoravano anche Carmenta, madre di Evandro, fondatore della terza Roma. Carmenta assiste alle nascite, è colei che dà i vaticini (carmen) e determina il destino di tutto quanto viene all'esistenza. Carmenta era una divinità dal duplice aspetto: Antevorta e Postverta. E' connessa al movimento lunare, il suo nome si trova nelle Carmentae, divinità che presiedono alla nascita e alla posizione del nascituro. Le Carmentae si chiamavano Neuna o Nona, Decima e Morta e sono in relazione con il destino del neonato, a seconda che questi nasca al nono, al decimo o dopo il decimo mese di gravidanza.
Juturna, anch'essa celebrata in gennaio, è paredra di Janus, dal quale ha un figlio, Fons, la cui festa cade in ottobre. Juturna è la divinità delle acque che scaturiscono dalla terra a carattere non solo lustrale, ma anche medicamentoso. E' una dea guaritrice, che segna il passaggio dalla malattia alla salute e come tale, secoli dopo, entrerà in rapporto con Aesculapius, anch'esso celebrato nel mese di gennaio.
Tellus e Ceres, invece, sono dee della semente che, sotto terra, si trasforma in nutrimento.

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