sabato 12 dicembre 2015

Paganalia

Rilievo della Tellus Mater dall'Ara Pacis (Foto: Wikipedia)
Le Ferie Sementivae erano una festa che cadeva dopo il 23 gennaio e prima del 27. In questo giorno si sacrificava una scrofa pregna a Ceres e a Tellus alle quali si affidava il seme dei campi, che doveva morire e poi nascere. Erano delle festività proprie del calendario agricolo, dal momento che segnavano la trasformazione del seme in cereale.
Le Ferie Sementivae coincidevano, con tutta probabilità, con la festa dei Paganalia, che la tradizione vuole sia stata istituita da Servio Tullio, o con le Paganicae, istituita da Numa, in cui si sacrificava a Pales oppure a Ceres una pozione di latte e mosto cotto (burranica). Anticamente questo sacrificio veniva fatto a Empanda, da panem dare, anch'essa connessa con la trasformazione del seme in nutrimento.
I Paganalia erano le festività dei pagi, i più antichi villaggi disposti intorno all'abitato centrale che andrà a fondare Roma. I pagi possedevano la terra da coltivare nell'ager di cui essi costituivano il confine interno verso la città. La differenza tra città e villaggi era propria dei Romani e venne mantenuta per secoli attraverso la demarcazione del territorio dei pagi con le mura serviane prima e con le mura aureliane poi. Si tratta, pertanto, di un periodo estremamente lungo, che va dal VII secolo a.C. al III secolo d.C.. Il nome pagus, in epoca cristiana venne utilizzato per indicare coloro che non credevano in Cristo, i "pagani", intesi come gli ignoranti abitanti dei villaggi che continuavano a credere nelle antiche divinità.
I Paganalia erano, dunque, celebrati dagli abitanti dei pagi. A Praeneste e tra i Sanniti due sacerdoti particolari, i Semones, erano incaricati del rito della semina. A Praeneste i Semones erano legati ai pastori gemelli semidivini, i Depidii, che avevano aiutato l'eroe fondatore Caeculus, antenato favoloso della gens Caecilia, che, come Servio Tullio, era stato concepito da una scintilla di Vulcano mentre sua madre sedeva accanto al focolare. La donna, poi, espose Caeculus ad una fonte sacra presso il tempio di Giove.
Caeculus compare nel VII libro dell'Eneide, dove Virgilio lo fa essere alleato di Turno contro Enea e i Troiani. Il suo nome significa "piccolo cieco" ed è dovuto al fatto che rimase cieco a causa del fumo di un incendio. La sua storia ricorda la pratica del ver sacrum e di Romolo e Remo, fondatori di Roma.
A volte i Semones erano identificati con i Lari, spiriti di protezione dei campi e dei pagi.

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