Il papiro che riporta un incantesimo d'amore (Foto: Papyri Project, University of Oxford & Egypt Exploration Society) |
Un antico papiro egizio contiene un incantesimo d'amore nel quale si fa appello a diverse divinità per "bruciare il cuore" di una donna, finquando questa non si innamorerà di colui che ha lanciato l'incantesimo. Il papiro è stato decifrato di recente e risale a 1700 anni fa. L'ha decifrato Franco Maltomini, dell'Università degli Studi di Udine.
Un altro incantesimo era, invece, destinato ad un uomo ed utilizza una serie di parole magiche rivolte al maschile. Entrambe le magie non sono indirizzate ad una persona specifica, piuttosto sono state scritte in modo tale che la persona che voleva fare l'incantesimo potesse inserire il nome della persona alla quale era destinato.
I ricercatori fanno risalire il papiro al III secolo d.C.. Gli incantesimi sono stati scritti in greco, una lingua al tempo ampiamente diffusa in Egitto. Il papiro fa riferimento a diverse divinità gnostiche (lo Gnosticismo era un'antica religione che incorporava anche elementi del cristianesimo). Nel papiro si afferma che il mago doveva bruciare una serie di offerte nelle terme (purtroppo non è più leggibile di quali offerte si trattasse) e scrivere un incantesimo sulle mura dell'edificio in questione.
L'incantesimo è stato tradotto da Maltomini in questo modo: "Io vi scongiuro, terra ed acque, per il demone che dimora in voi e (giuro) per la fortuna di questo balneum che come tu bruci e fai ardere la fiamma, così fa bruciare costei (e qui si poteva inserire il nome della donna) partorita da (e qui si inseriva il nome della madre della donna) fino a che non verrà da me." A questo punto l'incantesimo chiama in causa diverse divinità e menziona diverse parole magiche e continua dicendo: "(nome delle divinità) infiammate e bruciate il cuore di lei" e questo fino a che la sventurata non si fosse innamorata della persona che aveva pronunciato l'incantesimo.
L'altro incantesimo, anch'esso decifrato, richiedeva che la persona che lo pronunciava incidesse le parole magiche su una piccola targa di rame. Sul retro del papiro sono state riportate alcune ricette che utilizzavano sterco animale per trattare diversi malesseri, tra i quali il mal di testa e la lebbra.
Un altro incantesimo era, invece, destinato ad un uomo ed utilizza una serie di parole magiche rivolte al maschile. Entrambe le magie non sono indirizzate ad una persona specifica, piuttosto sono state scritte in modo tale che la persona che voleva fare l'incantesimo potesse inserire il nome della persona alla quale era destinato.
I ricercatori fanno risalire il papiro al III secolo d.C.. Gli incantesimi sono stati scritti in greco, una lingua al tempo ampiamente diffusa in Egitto. Il papiro fa riferimento a diverse divinità gnostiche (lo Gnosticismo era un'antica religione che incorporava anche elementi del cristianesimo). Nel papiro si afferma che il mago doveva bruciare una serie di offerte nelle terme (purtroppo non è più leggibile di quali offerte si trattasse) e scrivere un incantesimo sulle mura dell'edificio in questione.
L'incantesimo è stato tradotto da Maltomini in questo modo: "Io vi scongiuro, terra ed acque, per il demone che dimora in voi e (giuro) per la fortuna di questo balneum che come tu bruci e fai ardere la fiamma, così fa bruciare costei (e qui si poteva inserire il nome della donna) partorita da (e qui si inseriva il nome della madre della donna) fino a che non verrà da me." A questo punto l'incantesimo chiama in causa diverse divinità e menziona diverse parole magiche e continua dicendo: "(nome delle divinità) infiammate e bruciate il cuore di lei" e questo fino a che la sventurata non si fosse innamorata della persona che aveva pronunciato l'incantesimo.
L'altro incantesimo, anch'esso decifrato, richiedeva che la persona che lo pronunciava incidesse le parole magiche su una piccola targa di rame. Sul retro del papiro sono state riportate alcune ricette che utilizzavano sterco animale per trattare diversi malesseri, tra i quali il mal di testa e la lebbra.
Fonte:
livescience.com
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