Il dipinto di Matteo di Pacino che raffigura il miracolo della gamba (Foto: North Carolina Art Museum) |
Alcuni ricercatori sostengono di aver individuato la prima rappresentazione pittorica di chirurgia di trapianti. La scena ritrarrebbe un intervento avvenuto intorno al V secolo d.C., 1400 anni prima che la medicina moderna teorizzasse il trapianto.
Il dipinto, del XIV secolo, si trova nel North Carolina Art Museum di Raleigh, negli Stati Uniti e raffigura la storia di un presunto miracolo operato dai santi medici Cosma e Damiano i quali, secondo una tradizione, presero una gamba sana da un uomo deceduto e la posero al posto di una gamba divorata dalla cancrena di un altro uomo. I ricercatori italiani affermano che si tratta della prima rappresentazione di un trapianto di arti. Il dipinto, del pittore Matteo di Pacino, è realizzato a tempera e foglia d'oro su tavola, è una pala d'altare che fa riferimento ad una vicenda ambientata nel 474 d.C.
Diversi ricercatori e bioantropologi hanno esaminato il dipinto, pubblicando i risultati sul Journal of Vascular Surgery. Cosma e Damiano, i due fratelli gemelli, erano medici che curavano sia persone abbienti che poveri, nulla pretendendo per le loro prestazioni. Erano nati in Arabia ed avevano studiato medicina in Siria, che all'epoca era una provincia romana. Secondo la leggenda avrebbero eseguito il trapianto di gamba in Etiopia. Il trattamento normalmente adottato per curare la cancrena, in passato, era l'amputazione dell'arto malato. I ricercatori ipotizzano che i medici dell'epoca abbiano tentato il trapianto degli arti ma che era pressoché impossibile che abbiano avuto successo, vista la mancanza di strumenti adatti a verificare la compatibilità tra donatore e ricevente.
Cosma e Damiano furono tra i primi santi martiri. Secondo la tradizione morirono durante la persecuzione di Diocleziano. Si racconta che operassero miracoli anche durante il loro processo. Furono arrestati per ordine di Lisia, governatore della Cilicia, sottoposti a tortura e decapitati. I loro corpi vennero poi portati in Siria e sepolti a Cyrus.
Il miracolo del trapianto della gamba è rappresentato da diversi pittori in molte chiese sparse in tutta Italia: nel Santuario di Isernia, a cura di Agostino Beltrano, che completò l'opera del fiammingo Agostino Pussé; a Conversano, in provincia di Bari, nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano, la cui volta è stata affrescata da Paolo Finoglio (1590-1654); a Paternò (Ct) nella chiesa detta del Pantheon Gesù e Maria, dove il miracolo della gamba è stato rappresentato da un ignoto autore della fine del 1600; su un altare ligneo tardo gotico custodito nel Museo di Bolzano.
Il dipinto, del XIV secolo, si trova nel North Carolina Art Museum di Raleigh, negli Stati Uniti e raffigura la storia di un presunto miracolo operato dai santi medici Cosma e Damiano i quali, secondo una tradizione, presero una gamba sana da un uomo deceduto e la posero al posto di una gamba divorata dalla cancrena di un altro uomo. I ricercatori italiani affermano che si tratta della prima rappresentazione di un trapianto di arti. Il dipinto, del pittore Matteo di Pacino, è realizzato a tempera e foglia d'oro su tavola, è una pala d'altare che fa riferimento ad una vicenda ambientata nel 474 d.C.
Cosma e Damiano furono tra i primi santi martiri. Secondo la tradizione morirono durante la persecuzione di Diocleziano. Si racconta che operassero miracoli anche durante il loro processo. Furono arrestati per ordine di Lisia, governatore della Cilicia, sottoposti a tortura e decapitati. I loro corpi vennero poi portati in Siria e sepolti a Cyrus.
Il miracolo del trapianto della gamba è rappresentato da diversi pittori in molte chiese sparse in tutta Italia: nel Santuario di Isernia, a cura di Agostino Beltrano, che completò l'opera del fiammingo Agostino Pussé; a Conversano, in provincia di Bari, nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano, la cui volta è stata affrescata da Paolo Finoglio (1590-1654); a Paternò (Ct) nella chiesa detta del Pantheon Gesù e Maria, dove il miracolo della gamba è stato rappresentato da un ignoto autore della fine del 1600; su un altare ligneo tardo gotico custodito nel Museo di Bolzano.
Fonti:
ancient-origins.net
santimedici.net/files/Maggioni
ancient-origins.net
santimedici.net/files/Maggioni
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