L'area del mausoleo (Foto: AdnKronos) |
Una scoperta archeologica nata in un'area destinata alla costruzione di una chiesa ortodossa per la comunità rumena. A Roma sono stati svelati i resti di un mausoleo del I secolo d.C., un complesso termale e un'area destinata alla sepoltura. Reperti individuati in una zona privata, sulla via Ostiense, in località Casal Bernocchi - Malafede, destinata alla costruzione della chiesa ortodossa dell'Ingresso del Signore in Gerusalemme.
Alla scoperta, messa a segno tra aprile e luglio 2015 e presentata oggi dal soprintendente speciale per il Colosseo e l'Area archeologica centrale di Roma Francesco Prosperetti, ha preso parte in modo attivo la comunità rumena. Le indagini di archeologia preventiva, infatti, sono state condotte spalla a spalla dagli archeologi della Soprintendenza e da operai specializzati rumeni, tutti volontari non retribuiti. Operai che hanno acquisito le loro competenze in materia archeologica avendo già lavorato in cantieri archeologici in vari punti di Roma. Gli scavi sono stati presentati sei mesi dopo la loro conclusione, nel momento in cui la Soprintendenza ha dato il nullaosta alle modifiche al progetto per la costruzione della chiesa ortodossa, che si sono rese necessarie per la presenza dei reperti antichi.
Le indagini, con la direzione scientifica dell'archeologo Alessandro D'Alessio, condotte in una zona finora a uso agricolo ed estranea a moderni interventi edilizi, hanno portato alla luce un contesto archeologico (forse un vicus, cioè un borgo rurale) che copre un periodo compreso tra il I e il V secolo d.C., di complessa stratificazione e interpretazione, ma in buon stato di conservazione.
Il mausoleo presenta due fasi costruttive ben distinguibili: la più antica è inquadrabile tra il I e il II secolo. Si tratta di un ambiente rettangolare, con il fronte principale in direzione della via Ostiense e muri in opera mista di reticolato e mattoni che accolgono delle nicchie quadrangolari identificate come cinerari, per sepolture di donne. Il pavimento a mosaico, in tessere nere su fondo bianco, raffigura un kantharos, una coppa dalla quale fuoriescono tralci d'edera: la decorazione è scandita all'interno di una cornice rettangolare.
La seconda fase del mausoleo è costituita dalla realizzazione di un ambiente di modeste dimensioni, ricavato tramite un muro absidato realizzato con materiale di reimpiego, con pareti interne intonacate di rosso. Vari elementi portano a datare l'abbandono dell'edificio tra il IV e il V secolo. L'impianto termale è caratterizzato da pavimenti con mosaici a campo bianco delimitati da cornici a doppio filare in tessere nere, tipici del repertorio geometrico di fine II secolo e della prima età severiana, nonché porzioni di intonaco dipinto in rosso e giallo antico anch'esse a motivi geometrici.
Di un ambiente absidale pavimentato in coccio pesto, probabilmente una sudatio o un laconicum (rispettivamente sauna umida e secca), si conserva l'ipocausto, caratterizzato da suspensurae costituite da pilae di bessali piuttosto ben conservate. Il riscaldamento delle acque era assicurato da due praefurnia, l'uno addossato ad ovest della struttura absidata e l'altro situato a sud degli ambienti termali, dove sono state rinvenute opere di canalizzazione che probabilmente conducevano a una cisterna per l'approvvigionamento idrico dell'intero complesso.
Il settore occidentale dell'area è interessato dalla presenza di un lungo muro in opera laterizia, cui si addossa una necropoli con molteplici tipologie di sepolture (a cappuccina, a copertura piana e a enchytrimos - sepolture in anfora).
Pochi gli elementi di corredo rinvenuti: un anello, bracciali e, in particolare, emissioni monetali che permettono di proporre una datazione tra il II e il III secolo. I materiali ceramici, per la maggior parte anfore reimpiegate come copertura delle deposizioni, consentono di estendere la forchetta cronologica fino al IV secolo.
Le analisi antropologiche delle sepolture, a cura di Paola Catalano, indicano un'età media compresa tra 20 e 40 anni, con una discreta frequenza di individui più anziani; bassa invece la mortalità infantile. I maschi sono più rappresentati rispetto alle femmine, per le quali la speranza di vita era inferiore; il campione di popolazione è socialmente medio-basso, caratterizzato da uno stile di vita modesto, ma con condizioni lavorative non eccessivamente usuranti.
Alla scoperta, messa a segno tra aprile e luglio 2015 e presentata oggi dal soprintendente speciale per il Colosseo e l'Area archeologica centrale di Roma Francesco Prosperetti, ha preso parte in modo attivo la comunità rumena. Le indagini di archeologia preventiva, infatti, sono state condotte spalla a spalla dagli archeologi della Soprintendenza e da operai specializzati rumeni, tutti volontari non retribuiti. Operai che hanno acquisito le loro competenze in materia archeologica avendo già lavorato in cantieri archeologici in vari punti di Roma. Gli scavi sono stati presentati sei mesi dopo la loro conclusione, nel momento in cui la Soprintendenza ha dato il nullaosta alle modifiche al progetto per la costruzione della chiesa ortodossa, che si sono rese necessarie per la presenza dei reperti antichi.
Le indagini, con la direzione scientifica dell'archeologo Alessandro D'Alessio, condotte in una zona finora a uso agricolo ed estranea a moderni interventi edilizi, hanno portato alla luce un contesto archeologico (forse un vicus, cioè un borgo rurale) che copre un periodo compreso tra il I e il V secolo d.C., di complessa stratificazione e interpretazione, ma in buon stato di conservazione.
Il mausoleo presenta due fasi costruttive ben distinguibili: la più antica è inquadrabile tra il I e il II secolo. Si tratta di un ambiente rettangolare, con il fronte principale in direzione della via Ostiense e muri in opera mista di reticolato e mattoni che accolgono delle nicchie quadrangolari identificate come cinerari, per sepolture di donne. Il pavimento a mosaico, in tessere nere su fondo bianco, raffigura un kantharos, una coppa dalla quale fuoriescono tralci d'edera: la decorazione è scandita all'interno di una cornice rettangolare.
La seconda fase del mausoleo è costituita dalla realizzazione di un ambiente di modeste dimensioni, ricavato tramite un muro absidato realizzato con materiale di reimpiego, con pareti interne intonacate di rosso. Vari elementi portano a datare l'abbandono dell'edificio tra il IV e il V secolo. L'impianto termale è caratterizzato da pavimenti con mosaici a campo bianco delimitati da cornici a doppio filare in tessere nere, tipici del repertorio geometrico di fine II secolo e della prima età severiana, nonché porzioni di intonaco dipinto in rosso e giallo antico anch'esse a motivi geometrici.
Di un ambiente absidale pavimentato in coccio pesto, probabilmente una sudatio o un laconicum (rispettivamente sauna umida e secca), si conserva l'ipocausto, caratterizzato da suspensurae costituite da pilae di bessali piuttosto ben conservate. Il riscaldamento delle acque era assicurato da due praefurnia, l'uno addossato ad ovest della struttura absidata e l'altro situato a sud degli ambienti termali, dove sono state rinvenute opere di canalizzazione che probabilmente conducevano a una cisterna per l'approvvigionamento idrico dell'intero complesso.
Il settore occidentale dell'area è interessato dalla presenza di un lungo muro in opera laterizia, cui si addossa una necropoli con molteplici tipologie di sepolture (a cappuccina, a copertura piana e a enchytrimos - sepolture in anfora).
Pochi gli elementi di corredo rinvenuti: un anello, bracciali e, in particolare, emissioni monetali che permettono di proporre una datazione tra il II e il III secolo. I materiali ceramici, per la maggior parte anfore reimpiegate come copertura delle deposizioni, consentono di estendere la forchetta cronologica fino al IV secolo.
Le analisi antropologiche delle sepolture, a cura di Paola Catalano, indicano un'età media compresa tra 20 e 40 anni, con una discreta frequenza di individui più anziani; bassa invece la mortalità infantile. I maschi sono più rappresentati rispetto alle femmine, per le quali la speranza di vita era inferiore; il campione di popolazione è socialmente medio-basso, caratterizzato da uno stile di vita modesto, ma con condizioni lavorative non eccessivamente usuranti.
Fonte:
AdnKronos
AdnKronos
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