I fondali di Marzanemi dove giace la nave affondata (Foto: Il Giornale di Siracusa) |
Marzanemi Maritime Heritage Project è un progetto di scavo archeologico subacqueo, un'attività di indagine e ricerca, un'iniziativa per la gestione del patrimonio culturale legato al paesaggio marino nonché allo studio delle antiche rotte e la comunicazione via mare al largo della costa sudorientale della Sicilia. A seguito di un lavoro preliminare realizzato nell'autunno del 2012, il progetto ha preso il via nell'estate del 2013, quando la Stanford University - California - e la Soprintendenza del Mare hanno iniziato le operazioni di rilievo e scavo archeologico della cosiddetta "Chiesa Bizantina" situata su un fondale di 8 metri nelle secche appena a nord del piccolo borgo di pescatori di Marzanemi.
Il relitto e il suo carico, studiato negli anni '60 dal pioniere dell'archeologia subacquea Gerhard Kapitan, è probabilmente affondato mentre trasportava elementi architettonici prefabbricati per la costruzione di una chiesa tardoantica. Il lavoro svolto fino ad oggi prevede il rilievo e lo studio del relitto e del suo carico.
Numerosi i reperti recuperati fino ad oggi: colonne in marmo, capitelli, blocchi in marmo, frammenti di ambone, chiodi e alcune tracce di legno. I materiali recuperati sono fin da subito sottoposti ai primi trattamenti di desalinizzazione e di restauro a cura della squadra di studenti diretti dal restauratore Andrea Gobbi. Inoltre è in fase di realizzazione la restituzione tridimensionale dell'interno sito oltre che dei reperti a cura del gruppo di lavoro dell'Università Suor Orsola Benincasa guidato da Leopoldo Repola. La campagna di ricerche 2016 è iniziata nel mese di luglio e si concluderà a fine agosto.
Il relitto e il suo carico, studiato negli anni '60 dal pioniere dell'archeologia subacquea Gerhard Kapitan, è probabilmente affondato mentre trasportava elementi architettonici prefabbricati per la costruzione di una chiesa tardoantica. Il lavoro svolto fino ad oggi prevede il rilievo e lo studio del relitto e del suo carico.
Numerosi i reperti recuperati fino ad oggi: colonne in marmo, capitelli, blocchi in marmo, frammenti di ambone, chiodi e alcune tracce di legno. I materiali recuperati sono fin da subito sottoposti ai primi trattamenti di desalinizzazione e di restauro a cura della squadra di studenti diretti dal restauratore Andrea Gobbi. Inoltre è in fase di realizzazione la restituzione tridimensionale dell'interno sito oltre che dei reperti a cura del gruppo di lavoro dell'Università Suor Orsola Benincasa guidato da Leopoldo Repola. La campagna di ricerche 2016 è iniziata nel mese di luglio e si concluderà a fine agosto.
Fonte:
Il Giornale di Siracusa
Il Giornale di Siracusa
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