Veduta dall'altare di Zeus sul monte Lykaion (Foto: D. Romano) |
Gli antichi Greci hanno tramandato miti su sacrifici umani, ma hanno veramente sacrificato essi stessi delle persone alle divinità olimpiche? Lo scheletro di un adolescente vissuto 3000 anni fa, scoperto tra le ceneri di animali sacrificati, potrebbe essere la risposta a questa domanda.
Gli archeologi hanno scoperto, quest'estate, i resti di un ragazzo accanto alla piattaforma in pietra di un altare, sul monte Lykaion, in Arcadia (Peloponneso meridionale). I Greci erano soliti sacrificare animali sul monte Lykaion. L'archeologo David Gilman Romano, Professore di Archeologia Greca presso l'Università dell'Arizona, è convinto che la lastra di pietra accanto alla quale sono stati trovati i resti del giovane, sia un altare sacrificale. Pertanto quanto è stato trovato sul monte Lykaion, non può essere quel che resta di un antico cimitero.
La parte superiore del cranio del giovane è andata perduta e lo scheletro giace con un orientamento est-ovest. Gli archeologi affermano che è ancora troppo presto per azzardare un'ipotesi sulla morte del ragazzo. Le fonti antiche non hanno mai parlato di sacrifici umani sul monte Lykaion, associato, per secoli, ad altri culti religiosi. Tracce di sacrifici umani sono state trovate raramente dagli archeologi, soprattutto non sono mai state rinvenute sul continente.
Licaone, dal quale trae nome il monte, era un mitico re dell'Arcadia che, narra la leggenda, aveva sacrificato a Zeus un bambino e sull'altare del sacrificio era sorta la vetta più alta della catena montuosa, il monte Lykaion. Licaone venne poi trasformato in lupo. Un'altra leggenda vuole che Licaone avesse avuto 50 figli empi. Zeus visitò, un giorno, la casa dell'uomo celato sotto le spoglie di un mendicante per accertarsi dell'effettiva empietà dei giovani. Questi ultimi seguendo i consigli di Menelao, il primogenito, per accertarsi della regale identità del loro ospite, allestirono per Zeus un banchetto con le interiora di un ragazzo, il loro cugino Arcade, mescolate alle carni di un sacrificio. Zeus, allora, uccise Licaone ed i suoi figli con un fulmine. Salvò soltanto Nyctimus, il più giovane, che successe al padre. Durante il regno di Nyctimus la terra venne colpita dal diluvio di Deucalione, la punizione per l'empietà di Licaone e dei suoi figli.
Alcuni studiosi ritengono che questo mito faccia riferimento al cannibalismo, una pratica che era parte del culto di Zeus Lycaeus, per la quale coloro che mangiavano carne umana si trasformavano in lupi e vagavano per anni nella natura selvaggia prima di tornare alla loro primitiva forma umana.
Il sito del monte Lykaion è oggetto di accurata indagine archeologica. Nell'antica regione dell'Arcadia, infatti, il santuario di Zeus sul monte Lykaion si distingueva per fama e per i misteriosi culti che vi si celebravano. La terra dell'altare appena individuato dagli archeologi conteneva pietre bruciate con piccole ossa animali, ceramiche, resti di coltelli in ferro, monete, statuette in argilla ed i resti di due piccoli treppiedi in bronzo. Gli altari di cenere erano solitamente utilizzati per bruciare le offerte di animali, ma alcuni autori antichi, tra i quali Platone, Teofrasto e Pausania, menzionano anche sacrifici umani sul monte Lykaion. Il monte è stato frequentato da comunità umane per circa 5000 anni, anche se non è ancora stato accertato per quanto tempo vi venne sacrificato a Zeus.
Pausania ha descritto il santuario di Zeus in dettaglio nella sua "Guida della Grecia", indicando la montagna come un luogo sacro per gli antichi Greci. Una leggenda vuole che qui fosse il luogo di nascita dello stesso Zeus e, sempre Pausania, fa cenno alla presenza di uno stadio e di un ippodromo sul medesimo monte, insieme ad un santuario dedicato a Pan, un temenos e l'altare di Zeus Lykaion. Proprio davanti a quest'ultimo l'antico autore pone due colonne coronate da aquile dorate.
Il santuario di Zeus sul monte Lykaion non è stato studiato sistematicamente fino al 1996, quando il Dottor Romano fece un accurato rilievo topografico della zona. Il Dottor Romano aveva, in precedenza, studiato lo stadio che sorgeva su questo rilievo, sostenendo che si trattava di un esempio unico e tra i più importanti del mondo greco antico.
Fonte:
ancient-origins.net
Gli archeologi hanno scoperto, quest'estate, i resti di un ragazzo accanto alla piattaforma in pietra di un altare, sul monte Lykaion, in Arcadia (Peloponneso meridionale). I Greci erano soliti sacrificare animali sul monte Lykaion. L'archeologo David Gilman Romano, Professore di Archeologia Greca presso l'Università dell'Arizona, è convinto che la lastra di pietra accanto alla quale sono stati trovati i resti del giovane, sia un altare sacrificale. Pertanto quanto è stato trovato sul monte Lykaion, non può essere quel che resta di un antico cimitero.
La parte superiore del cranio del giovane è andata perduta e lo scheletro giace con un orientamento est-ovest. Gli archeologi affermano che è ancora troppo presto per azzardare un'ipotesi sulla morte del ragazzo. Le fonti antiche non hanno mai parlato di sacrifici umani sul monte Lykaion, associato, per secoli, ad altri culti religiosi. Tracce di sacrifici umani sono state trovate raramente dagli archeologi, soprattutto non sono mai state rinvenute sul continente.
Lo scheletro dell'adolescente trovato sul monte Lykaion (Foto: Ministero Greco della Cultura) |
Alcuni studiosi ritengono che questo mito faccia riferimento al cannibalismo, una pratica che era parte del culto di Zeus Lycaeus, per la quale coloro che mangiavano carne umana si trasformavano in lupi e vagavano per anni nella natura selvaggia prima di tornare alla loro primitiva forma umana.
Resti dell'altare a Zeus Lykaion (Foto: D. Romano) |
Pausania ha descritto il santuario di Zeus in dettaglio nella sua "Guida della Grecia", indicando la montagna come un luogo sacro per gli antichi Greci. Una leggenda vuole che qui fosse il luogo di nascita dello stesso Zeus e, sempre Pausania, fa cenno alla presenza di uno stadio e di un ippodromo sul medesimo monte, insieme ad un santuario dedicato a Pan, un temenos e l'altare di Zeus Lykaion. Proprio davanti a quest'ultimo l'antico autore pone due colonne coronate da aquile dorate.
Il santuario di Zeus sul monte Lykaion non è stato studiato sistematicamente fino al 1996, quando il Dottor Romano fece un accurato rilievo topografico della zona. Il Dottor Romano aveva, in precedenza, studiato lo stadio che sorgeva su questo rilievo, sostenendo che si trattava di un esempio unico e tra i più importanti del mondo greco antico.
Fonte:
ancient-origins.net
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