sabato 5 novembre 2016

I misteri dell'uomo della palude di Nebelgard Fen

Il volto dell'uomo di Grauballe
I più interessati, tra i resti umani trovati in torbiere e paludi, sono quelli dell'uomo di Grauballe, scoperto in una torbiera dello Jutland, in Danimarca, nel 1952. I ricercatori ritengono che sia stato sgozzato in un anno qualunque del III secolo a.C., forse in un sacrificio rituale oppure si tratta della vittima di un omicidio di 2300 anni fa.
L'uomo di Grauballe venne scoperto, il 26 aprile 1952, da un gruppo di tagliatori di torba danese nella palude di Nebelgard Fen, vicino al villaggio di Grauballe. Inizialmente la popolazione locale pensava si trattasse di un compaesano conosciuto come "il rosso", a causa del suo amore per il bere. Si pensava che fosse inciampato e caduto a faccia in giù nella palude proprio durante una delle sue sbornie. Un esame superficiale del corpo, però, effettuato da un medico locale, ha rivelato che l'uomo presentava sul volto una terribile smorfia. A questo punto sono intervenuti gli scienziati del Museo della Preistoria di Aarhus, con a capo il Professor Peter Glob.
La mano, ben conservata, dell'uomo di Grauballe
La squadra del Professor Glob ha portato l'uomo della palude al Museo e l'ha esaminata attentamente. I ricercatori pensano che, al momento della morte, l'uomo dovesse avere intorno ai 30 anni, era alto 175 centimetri ed aveva ancora i capelli, anche se, molto probabilmente, non erano di colore rosso. Mani e dita dell'uomo non mostrano segni di lavoro manuale. La datazione al radiocarbonio ha rivelato che l'uomo di Grauballe visse nella tarda Età del Ferro, tra il 310 e il 55 a.C.. La scansione del corpo con il microscopio elettronico ha confermato l'esame superficiale: le mani dell'uomo non presentavano segni di lavori manuali. L'analisi del contenuto del suo stomaco ha dato come risultato che l'ultimo pasto che egli ingerì era porridge di mais. Vi erano anche semi provenienti da oltre 60 specie di erbe e piante. Queste ultime non erano fresche, quindi i ricercatori hanno pensato che l'uomo sia morto in inverno oppure all'inizio della primavera. All'interno dello stomaco vi erano anche tracce di un fungo velenoso, l'ergot.
L'analisi più sorprendente è stata quella forense, che ha rivelato la presenza di lesioni sul corpo dell'uomo, in particolare alla gola, che presenta un taglio da orecchio ad orecchio. Lo studio ha evidenziato anche la mancanza di quattro vertebre lombari. In un primo momento gli scienziati hanno pensato che l'uomo fosse stato picchiato, dal momento che cranio e tibia destra erano entrambi fratturati. Tuttavia le lesioni possono essere intervenute post mortem, forse per pressione da parte della palude o forse qualcuno che ha trovato i resti ed ha infierito su di loro.
Ricostruzione del volto dell'uomo di Grauballe
L'uomo di Grauballe è stato trovato privo di vestiti, anche se non si esclude la possibilità che li indossasse al momento della morte e che si siano dissolti nell'acqua della palude nel corso dei secoli. Una teoria suggerisce che l'uomo fosse un noto criminale che deve aver pagato i suoi crimini con la vita. Secondo lo storico romano Tacito, contemporaneo ai resti, le tribù del nord erano molto severe con i trasgressori della legge che venivano solitamente messi a morte. Forse, però, l'uomo di Grauballe era un prigioniero di guerra, le tribù locali, all'epoca, erano solite uccidere chi catturavano in battaglia.
Un'altra teoria avanza l'ipotesi che l'uomo sia stato ucciso per scopi sacrificali. Tacito descrive la profonda connessione tra le popolazioni del nord e la Madre Terra. Durante la primavera queste tribù erano solite sacrificare, al momento di spostarsi, alcuni individui. Questa teoria giustificherebbe la presenza dell'ergot nel suo stomaco. Questo fungo è molto noto perché da esso si ricava la LSD, ma era anche il fungo consumato dai partecipanti ai Misteri Eleusini in Grecia e probabilmente accidentalmente ingerito dagli accusatori delle streghe di Salem. La segale cornuta induce nell'uomo allucinazioni e convulsioni, bruciore nella bocca, sulle mani, ai piedi e crampi allo stomaco.
L'uomo di Grauballe, dunque, potrebbe essere stato sacrificato a scopi rituali, in complesse cerimonie propiziatorie. Poi sarebbe stato reverentemente deposto nella palude. Probabilmente si trattava di una persona che viveva appartata dalla tribù, magari una persona che si riteneva essere posseduta da qualche spirito maligno: sacrificarla significava salvare tutto il villaggio.

Fonte:
ancient-origins.net

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