giovedì 11 maggio 2017

L'Arco di Tito al Circo Massimo

Ricostruzione dell'arco di Tito al centro dell'emiciclo del Circo Massimo
(Rilievo della Soprintendenza Capitolina - Laboratorio di Rilievo e
Tecniche Digitali UniRoma Tre - Dipartimento di Architettura)
Le fonti narrano che, nel Circo Massimo, esisteva già, in età repubblicana, un arco fatto costruire da Lucio Stertinio nel 196 a.C. con il bottino delle campagne che egli stesso aveva condotto in Spagna Ulteriore. Un altro arco venne distrutto nel 68 d.C. da Nerone. Nell'81 d.C., nella parte curvilinea del Circo venne edificato un nuovo arco dedicato a Tito, nell'anno della sua morte, da Senato e Popolo Romano per celebrare la vittoria sui Giudei e la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C.. L'arco supportava una lunga iscrizione incisa con lettere bronzee sull'attico, giunta fino a noi grazie alla trascrizione dell'Anonimo di Einsiedeln, un pellegrino dell'XI secolo.
L'Arco di Tito al Circo Massimo era posto lungo il percorso del corteo trionfale dei generali e degli imperatori che tornavano vittoriosi dalle campagne militari. La processione prendeva avvio dal Campo Marzio ed entrava nel Circo sfilando nella pista per poi dirigersi verso il tempio di Giove Capitolino sul Campidoglio. Il monumento è raffigurato sulla Forma Urbis e su rilievi, mosaici e varie monete. L'Arco era in marmo lunense e recava, sulla fronte, quattro colonne scalanate e quattro lesene aderenti ai piloni.
Nell'area restano visibili i tre piedistalli delle colonne dei fornici laterali con due basi delle colonne e i piedistalli retrostanti di due lesene. Sono anche conservati i blocchi in travertino di due piloni e frammenti dei fusti delle colonne scanalate. In età tardoantica si ebbe un riutilizzo sistematico dei materiali dell'arco. Nel IX-X secolo si ebbe il primo crollo delle parti alte del monumento, anche se rimasero in piedi ancora le colonne e qualche frammento di muratura, che poi andarono distrutti nel XII secolo.
Presso la torre della Torre della Moletta sono stati allestiti grandi frammenti architettonici, rinvenuti per la maggior parte nelle indagini archeologiche degli anni 2014-2015. Risultano tutti intagliati nel marmo di Luni e appartengono alla decorazione dell'attico e della trabeazione.

Fonte:
Archeologia Viva, marzo-aprile 2017

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