venerdì 7 luglio 2017

Gezer, Israele, trovati i testimoni di un terribile assedio

Il primo dei tre corpi trovati a Gezer (Foto: Tandy Institute of Archaeology)
Scoperte di resti umani nella biblica Gezer, in Israele, sono le prove di una distruzione violenta avvenuta 3200 anni fa. Si tratta dei resti di un adulto e di un bambino, sepolti sotto la cenere e i frammenti di mattoni in fango.
La violenta distruzione dimostra che chi ha assalito e distrutto la città ha incontrato notevole resistenza. Gli scavi precedenti avevano individuato lo strato di distruzione originario. L'edificio in cui sono stati trovati i corpi dell'adulto e del bambino si trovava a sud di Gezer, uno dei punti più deboli della città. I resti erano gravemente danneggiati dal crollo dell'edificio e gli archeologi non sanno, ad oggi, dire se si trattasse di un adulto e un bambino egiziani, cananei o di altra origine.
I resti del secondo adulto trovato a Gezer(Foto: Tandy Institute of Archaeology)
L'antica città di Gezer ha svolto un ruolo piuttosto importante nel II millennio a.C. ed è frequentemente menzionata nei documenti egizi. Il faraone Thutmosis III ha immortalato il suo assedio sulle pareti del tempio di Karnak. Gezer attraversò un momento di floridezza durante il periodo di Amarna, quando regnava la XVIII Dinastia. La città è menzionata almeno nove volte nelle tavolette di Amarna. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Gezer ospitasse anche la residenza di un governatore egizio. Gezer è vicina ad un itinerario commerciale che da est ad ovest conduce a Jaffa, sul mare, a Gerusalemme e a Gerico.
Nel XIII secolo a.C. Gezer venne violentemente distrutta e ridotta ad un cumulo di macerie fumanti ad opera del faraone Merenptah. Alla fine della XIX Dinastia il faraone voleva ristabilire il controllo sulle zone del Levante e Gezer era un obiettivo primario. La famosa stele di Merenptah, nota anche come la stele di Israele perché reca la prima menzione esplicita di Israele, è una stele della vittoria incisa nel granito che celebra una vittoria egizia contro i libici e menziona anche una battaglia in Canaan. Le due ultime righe riportano: "Canaan è saccheggiato con ogni difficoltà, Ashkelon è preso, catturato Gezer, e Yano'am ridotto a nulla. Israele è devastato, il suo seme non è più".
(Foto: Tandy Institute of Archaeology)
Gli scheletri rinvenuti dagli archeologi giacevano all'interno di un edificio diviso in diverse stanze. Le prove raccolte dimostrano che le stanze furono avvolte da un incendio talmente violento che il soffitto di una delle due camere crollò, seppellendo l'adulto e il bambino. L'adulto è stato così gravemente ustionato che non si può determinarne il sesso dai residui delle ossa pelviche. Era sdraiato sul dorso, con le braccia sulla testa. Il bambino indossava degli orecchini e si trovava accanto all'adulto. La camera in cui si trovavano era piena di cenere e mattoni di fango crollati. Nella stanza dove sono stati trovati i due scheletri sono stati rinvenuti anche un tavolo, una grande macina, diversi vasi per lo stoccaggio delle merci e grandi pithoi, il che ha portato ad ipotizzare che potesse trattarsi di una bottega.
A nord della stanza degli scheletri, gli archeologi hanno trovato un interessante muro di sostegno. I muri erano stati finemente intonacati. Qui è stato rinvenuto un terzo corpo, anch'esso testimone di una orribile fine. Si tratta di un adulto di 172 centimetri di altezza, sepolto sotto un mucchio di pietre crollate che ne ha favorito la conservazione del corpo. Insieme allo scheletro, in questa stanza gli archeologi hanno trovato scarabei e sigilli cilindrici oltre a diversi oggetti preziosi in faience e turchesi, tra i quali un interessante amuleto di forma rettangolare, datato al XIII secolo a.C., in cui è incisa, su entrambe le facce, la piuma della verità. La base reca il nome del faraone Ramses II.
All'inizio i ricercatori pensavano che l'edificio fosse la residenza del governatore egiziano a Gezer. Ma l'edificio, per quanto ben progettato, non è robusto come gli edifici costruiti dagli antichi egizi, per cui si è pensato che appartenesse ad un principe cananeo. Si tratta, con tutta probabilità, di una tipica casa patrizia della tarda Età del Bronzo. Alcune stanze sono state utilizzate come botteghe e gli archeologi sperano che i test del Dna li aiuteranno a determinare se i tre scheletri avevano un legame di parentela tra di loro. La distruzione massiccia degli edifici suggerisce che il faraone egiziano ha incontrato una pesante resistenza.

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