Pompei, uno degli affreschi emersi dai recenti scavi (Foto: napoli.repubblica.it) |
Gli archeologi hanno scoperto, a Pompei, un vicolo dove si affacciava un grande edificio con i suoi balconi, che sono rimasti per lo più intatti e con i colori originali.
La scoperta è insolita non solo per la conservazione del olore, che consentirà ai visitatori del sito di vedere le case quasi com'erano quando Pompei ancora non era stata distrutta dalla furia del Vesuvio. Si tratta di quattro ampi balconi, emersi in un'area in corso di scavo. Su uno dei balconi sono stati trovati dei vasi per il vino messi, probabilmente, ad asciugare al sole. Gli esperti, ora, ripristineranno in parte queste abitazioni balconate per renderle fruibili al pubblico come parte di un nuovo percorso di visita.
Il rosso pompeiano come veramente era, così intenso da richiamare il vino tanto amato dai Romani. E poi gli ocra pastosi e rilucenti, le decorazioni geometriche, i fiori, gli animali. A quasi duemila anni di distanza dall'eruzione del 79 d.C. che seppellì cose e persone, Pompei restituisce i suoi veri colori insieme ai frutti emozionanti dei nuovi scavi, i primi in epoca recente in una zona "vergine" dei 66 ettari lungo i quali si estendeva la colonia romana.
Il ritrovamento dei balconi - in tutto al momento sono quattro, uno accanto all'altro sullo stesso vicolo che si sta tirando fuori in questi giorni - emoziona, spiega all'Ansa il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, perché a Pompei ne sono rimasti pochi e "la conservazione del piano superiore è una rarità". La casa era stupefacente, con colonne corinzie alte sette metri, la vasca in tufo nell'atrio, la sala del triclinio con le pareti dipinte che raccontano storie di amorini e pigmei. Un lusso e una magnificenza che in questa dimora, il cui ultimo proprietario era L. Albucius Celsus, un edile proveniente da una famiglia molto benestante, si rivela persino nella latrina, piccola e attaccata alla cucina, ma con le pareti intensamente dipinte con raffinate decorazioni rosse su fondo color crema.
Incentrato su un'area di 1400 metri quadrati, in quello che gli archeologi chiamano "il cuneo", un grande triangolo inesplorato nella Regio V, il nuovo scavo - che punta in primo luogo alla messa in sicurezza di 2,6 chilometri di muri - impegnerà gli esperti ancora per mesi. Al lavoro c'è una squadra che conta circa 40 persone, dagli architetti agli archeologi, fino agli archeobotanici che si muove con tecnologie d'avanguardia, dai droni ai laser scanner fino alle microtelecamere infilate nella terra.
Il ritrovamento della strada e delle abitazioni è l'ultimo, in ordine di tempo dei ritrovamenti effettuati nelle ultime settimane, in seguito agli scavi eseguiti per stabilizzare pareti a rischio di crollo. Appena una settimana prima di questo ritrovamento, gli archeologi hanno trovato la figura completa di un cavallo, il primo mai trovato prima a Pompei. Insieme con un maiale e un cane è uno dei pochi animali rintracciati nel sito.
La scoperta è insolita non solo per la conservazione del olore, che consentirà ai visitatori del sito di vedere le case quasi com'erano quando Pompei ancora non era stata distrutta dalla furia del Vesuvio. Si tratta di quattro ampi balconi, emersi in un'area in corso di scavo. Su uno dei balconi sono stati trovati dei vasi per il vino messi, probabilmente, ad asciugare al sole. Gli esperti, ora, ripristineranno in parte queste abitazioni balconate per renderle fruibili al pubblico come parte di un nuovo percorso di visita.
Il rosso pompeiano come veramente era, così intenso da richiamare il vino tanto amato dai Romani. E poi gli ocra pastosi e rilucenti, le decorazioni geometriche, i fiori, gli animali. A quasi duemila anni di distanza dall'eruzione del 79 d.C. che seppellì cose e persone, Pompei restituisce i suoi veri colori insieme ai frutti emozionanti dei nuovi scavi, i primi in epoca recente in una zona "vergine" dei 66 ettari lungo i quali si estendeva la colonia romana.
Il ritrovamento dei balconi - in tutto al momento sono quattro, uno accanto all'altro sullo stesso vicolo che si sta tirando fuori in questi giorni - emoziona, spiega all'Ansa il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, perché a Pompei ne sono rimasti pochi e "la conservazione del piano superiore è una rarità". La casa era stupefacente, con colonne corinzie alte sette metri, la vasca in tufo nell'atrio, la sala del triclinio con le pareti dipinte che raccontano storie di amorini e pigmei. Un lusso e una magnificenza che in questa dimora, il cui ultimo proprietario era L. Albucius Celsus, un edile proveniente da una famiglia molto benestante, si rivela persino nella latrina, piccola e attaccata alla cucina, ma con le pareti intensamente dipinte con raffinate decorazioni rosse su fondo color crema.
Incentrato su un'area di 1400 metri quadrati, in quello che gli archeologi chiamano "il cuneo", un grande triangolo inesplorato nella Regio V, il nuovo scavo - che punta in primo luogo alla messa in sicurezza di 2,6 chilometri di muri - impegnerà gli esperti ancora per mesi. Al lavoro c'è una squadra che conta circa 40 persone, dagli architetti agli archeologi, fino agli archeobotanici che si muove con tecnologie d'avanguardia, dai droni ai laser scanner fino alle microtelecamere infilate nella terra.
Il ritrovamento della strada e delle abitazioni è l'ultimo, in ordine di tempo dei ritrovamenti effettuati nelle ultime settimane, in seguito agli scavi eseguiti per stabilizzare pareti a rischio di crollo. Appena una settimana prima di questo ritrovamento, gli archeologi hanno trovato la figura completa di un cavallo, il primo mai trovato prima a Pompei. Insieme con un maiale e un cane è uno dei pochi animali rintracciati nel sito.
Fonte:
thelocal.it
napoli.repubblica.it
ansa.it
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