lunedì 20 agosto 2018

Pompei, riemergono meraviglie nascoste

Pompei, i resti del letto funerario appena scoperto
(Foto: Susy Malafronte)
I cold case degli archeologi-investigatori: dalla Pompei romana emergono i segreti delle morti violente. Gli CSI dell'archeologia hanno rinvenuto un nuovo frammento di letto funerario all'interno di un'urna di cremazione.
L'annuncio social dei dipartimenti di archeologia di Valencia e della British School di Roma diventa virale. Sul profilo Facebook, gestito dai due poli universitari impegnati in nuovo scavi all'interno del Parco Archeologico, è stata postata l'immagine che svela nuovi scenari dei riti funerari degli abitanti della Pompei di duemila anni fa. Lo scatto inedito ha fatto impazzire il web. Ciò significa che nuovi ed entusiasmanti segreti stanno per essere riportati alla luce dopo due secoli di buio sotto la cenere e i lapilli del Vesuvio.
Pompei, anello con serpenti affrontati con occhi in pasta vitrea
(Foto: napoli.repubblica.it)
Gli archeo-investigatori inglesi e spagnoli sono impegnati nelle indagini sulla morte degli antichi pompeiani. "Non sempre gli abitanti della città archeologica sono morti per cause naturali", spiegano gli esperti. E' per scoprire le cause della morte violenta che, nelle Necropoli di Porta Nola e di Porta Sarno, sono state delimitate due ampie scene del crimine. Dalle prime indagini di scavo sono state riportate alla luce alcune urne contenenti le ceneri di soldati pretoriani.
Il piano investigativo di archeologia, finalizzato alla scoperta delle sepolture di cremazione denominato "la morte a Pompei - Necropoli e i fuggiaschi di Porta Nola", è seguito dagli esperti della British School, con sede a Roma, e dal dipartimento di archeologia di Valencia, con il supporto del Parco Archeologico di Pompei. La Necropoli di Porta Nola, a nord della città archeologica, è uno dei luoghi ideali per conoscere le caratteristiche fisiche e sociali, le abitudini e costumi, i modus vivendi, le abitudini e le cause di morte degli antichi pompeiani.
"Il nostro studio - spiegano gli archeologi impegnati nello scavo di Pota Nola - mira a capire come i pompeiani hanno affrontato il momento trascendente della morte, sia nella sua vita quotidiana che nel momento catastrofico dell'eruzione del Vesuvio".
Pompei, la scritta trovata nella "Tomba A" (Foto: napoli.repubblica.it)
A Porta Sarno, invece, si è appena conclusa con grande successo la prima stagione investigativa. Nella Necropoli risorta dalle ceneri sono emersi: 7 urne, diverse monete ed un piatto. Analizzate 4.000 ossa e studiati 2.000 frammenti di letto funerario. Si tratta di una ricerca eminentemente multidisciplinare con la partecipazione di diverse scienze archeologiche, archeologia funeraria, antropologia fisica, archeologia ossea e palinologia. Lo studio si avvale di tutte le tecnologie più moderne applicate alla topografia, alla geofisica, alla radiologia e alla realtà aumentata.
Lo scorso mese sono emersi, dagli scavi, urne cinerarie e un anello che rappresenta due serpenti d'oro con occhi di pasta di vetro, oltre ad una porta con chiusura perfettamente funzionante e un fallo disegnato sulla porta d'ingresso. La zona del ritrovamento è un'area della città antica che sarà presto restituita ai visitatori, adiacente alla tomba monumentale di Gnaeus Alleius Nigidius Maius, portata alla luce nel 2017. Qui la Soprintendenza archeologica di Pompei sta effettuando interventi di restauro e valorizzazione di altri due monumenti funebri a camera, denominate "Tomba A" e "Tomba B". Un accumulo alluvionale, rimosso durante i lavori, ha rivelato una grande quantità di reperti ceramici e in vetro (unguentari e pedine ma anche l'anello d'oro con occhi in pasta vitrea).
All'epoca dello scavo precedente, nella camera sepolcrale della "Tomba B", di forma rettangolare, mancavano solo quattro delle nove urne fittili murate lungo i lati della struttura. Delle cinque urne non precedentemente svuotate, due hanno restituito le ceneri dei defunti, mentre altre due contenevano i resti dell'ustrinum (rogo funebre) quali balsamari in vetro deformati dal calore e, in un caso, una moneta posta come "obolo carontis". Sul pavimento in cocciopesto è stato ritrovato anche un condotto fittile per le libagioni in onore dei defunti, che avevano luogo durante le varie festività. il condotto era chiuso.
La "Tomba A" è una struttura a forma quasi quadrata. Anche qui sono state ritrovate nicchie ricavate sui tre lati del muro in laterizio. Al momento dello scavo condotto nel 2001 si rinvennero due urne cinerarie in vetro con coperchio; la tomba conteneva inoltre due colombe in vetro soffiato e una brocca di piccole dimensioni. L'accesso alla tomba è situato sul lato meridionale ed è chiuso da una porta in calcare sulla quale sono leggibili due tituli picti. La porta presenta, all'esterno, un anello in ferro e un sistema di chiusura sulla parte interna in bronzo e cardini in bronzo. La porta era chiusa al momento dello scavo ed è stata aperta per i lavori di restauro, mostrando il perfetto funzionamento, a duemila anni di distanza, del sistema di chiusura romano. Sulla parte superiore della porta è presente un'iscrizione, un titulus pictus, che riporta "Iarinus Expectato/ambaliter unique sal(utem)/Habito sal(utem)", vale a dire "Iarinus saluta Expectato, amico per sempre; saluti a Habito". Sopra il noime di Habito qualcuno disegnò un fallo.

Fonti:
ilmattino.it
napoli.repubblica.it

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