giovedì 25 aprile 2019

I Celti Cenomani di Verona

Verona, scavi al Seminario Vescovile (Foto: Veja.it)
L'analisi di resti umani da una necropoli celtica pre-romana in Italia, mostrano lievi differenze nel trattamento funerario tra gli individui, differenze che potrebbero essere legate allo status sociale dei defunti ma che non sono indicative delle loro condizioni di vita.
Non si hanno molte notizie sull'organizzazione sociale dei Galli Cenomani, una popolazione celtica che iniziò a popolare l'Italia nel IV secolo a.C., dal momento che ci sono scarse fonti scritte ed altrettanto scarse prove archeologiche. In un passaggio preliminare volto a colmare questa lacuna, gli archeologi, guidati dall'antropologa Zita Laffranchi, in forza all'Università di Granada, in Spagna, hanno analizzato dei resti provenienti dagli scavi del Seminario Vescovile di Verona, nei pressi del quale vi era un luogo di sepoltura dei Galli Cenomani utilizzato tra il III e il I secolo a.C.
La necropoli del Seminario Vescovile presenta alcune varietà negli approcci funerari. Alcuni individui sono stati seppelliti a faccia in su, altri, invece, con il volto verso la terra o coricati su un fianco. Alcuni, poi, nella sepoltura sono accompagnati da animali mentre altri hanno, intorno a sé diverse quantità e tipologie di oggetti. Concentrandosi sui 125 individui sepolti nella necropoli, i ricercatori hanno studiato i collegamenti tra il rituale di sepoltura, l'età, il sesso e la dieta. E' il primo studio del genere condotto sulla popolazione dei Galli Cenomani.
Verona, gli scavi del Seminario Vescovile visti dall'alto
(Foto: Veja.it)
Le analisi sulle ossa hanno rivelato diversi livelli di isotopi di carbonio e azoto tra i sessi, il che indica che uomini e donne sepolti nella necropoli del Seminario Vescovile avevano una dieta differente. Le analisi sui denti suggeriscono che la popolazione aveva un alto tasso di usura dello smalto dentale, come altri gruppi umani dell'Italia pre-romana e celtica, dal momento che lo stress fisiologico era già molto elevato durante l'infanzia.
I ricercatori sono stati sorpresi di non trovare nessuna differenza tra i sessi nel trattamento funerario. La presenza di numerosi oggetti nelle sepolture era collegata quasi sicuramente all'età del defunto, ma non sono stati trovati nessi tra l'età e le modalità di sepoltura. Questi risultati suggeriscono una lievissima differenziazione sociale che ha influenzato in qualche modo il trattamento funerario. In linea di massima gli individui di questa comunità hanno condiviso le stesse condizioni di vita.
I ricercatori hanno concluso che gli individui analizzati appartenevano, probabilmente, ad un gruppo omogeneo e potenzialmente di status sociale piuttosto basso all'interno della popolazione di appartenenza. La necropoli è tornata alla luce nel 2004 a Veronetta.

Fonte:
heritagedaily.com

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