sabato 6 aprile 2019

Le meraviglie di Pompei: riemerge Narciso che si specchia

Pompei, l'affresco ritrovato con Narciso che si specchia
(Foto: napoli.repubblica.it)
Narciso che si specchia nell'acqua: è il nuovo, straordinario affresco riemerso dagli scavi della Regio V di Pompei. L'immagine è al centro di una parete nella stessa stanza che già aveva restituito l'immagine di Leda con il cigno. Riemerge, così, un'alcova sensuale e raffinata.
Si tratta di una elegante dimora che, già dal corridoio d'ingresso, accoglieva gli ospiti con l'immagine vigorosa e di buon auspicio del Priapo, anche essa già documentata mesi fa e in analogia con quella della vicina Casa dei Vettii.
"La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte - spiega la direttrice ad interim del Parco Archeologico di Pompei, Alfonsina Russo, che guida il Colosseo - ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l'ambiente di Leda e l'atrio retrostante".
Nell'atrio di Narciso è visibile l'impronta delle scale che conducevano al piano superiore. In un sottoscala, invece, sono stati ritrovati una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore e un imbuto in bronzo. Accanto all'impluvio (la vasca pavimentale per la raccolta delle acque al centro dell'atrio) è stato trovato un secchio in bronzo.
Grifoni, amorini, nature morte e scene di lotte tra animali sono gli elementi decorativi che si intrecciano in una fitta trama che dà armonia e unitarietà all'ambiente. Anche per Massimo Osanna, che ha diretto lo scavo del cosiddetto "cuneo" e che ah dovuto lasciare la direzione del Parco archeologico per scadenza del contratto, in attesa della selezione internazionale alla quale ha preso parte con l'obiettivo di un secondo mandato, parla di "un ambiente pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all'interno della parte pubblica della casa. Una decorazione volutamente lussuosa e probabilmente pertinente agli ultimi anni della colonia di Pompei, sepolta nel 79 d.C., come testimonia lo straordinario stato di conservazione dei colori".

Fonte:
napoli.repubblica.it

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