Bulgaria, frammento del documento di concessione della cittadinanza rinvenuto a Novae (Foto: M. Lemke) |
Gli archeologi polacchi che stanno scavando a Novae, in Bulgaria, dove sorgeva un accampamento romano, hanno scoperto il frammento di un documento che attestava la concessione della cittadinanza romana ad un legionario. Si tratta del primo documento del genere trovato nel sito.
Gli archeologi di Varsavia scavano a Novae (vicino a Svishtov) da oltre 50 anni. Ogni anno gli scavi rivelano ulteriori dettagli sulla vita di due legioni storicamente rilevanti: l'VIII Legio di Augusto e la I Legio Italica. Quest'estate, durante gli scavi tra i resti della lussuosa domus di un ufficiale romano, gli archeologi si sono imbattuti nell'importante manufatto.
"Si tratta di un frammento di un documento che certificava che l'imperatore concedeva la cittadinanza romana ad un legionario al termine del servizio di leva", ha affermato il responsabile della ricerca a Novae, Piotr Dyczek, dell'Università di Varsavia. Il "certificato", parzialmente conservato, è stato inciso su una piastra di bronzo. Gli archeologi non hanno ancora decifrato tutto il testo.
In tutto l'impero romano si conoscono solo 1.000 documenti del genere, pochissimi provenienti dalla regione sul Danubio. Quello appena ritrovato risale a 1700 anni fa, quando l'imperatore Gordiano III deteneva il potere (238-244 d.C.). Il documento completo era solitamente composto da due "pagine" ed aveva piccoli fori lungo i bordi lunghi, attraverso i quali scorreva una catena che collegava le due parti. "E' interessante notare che non tutti potevano guardare all'interno del documento, nemmeno il suo proprietario, perché ogni volta, dopo aver controllato il suo contenuto, i funzionari dovevano sigillare le catene", ha detto il Professor Dyczek.
Nei primi anni dell'impero romano, solo i cittadini romani, quelli che erano nati e vivevano in Italia, potevano servire nell'esercito romano. Tutto cambiò a partire dal III secolo d.C. Roma aveva bisogno di molti soldati per difendere i confini, motivo per cui i barbari, persone che pur essendo alleate dei romani provenivano da fuori i confini originali dell'impero, erano autorizzati ad arruolarsi.
"Dopo un minimo di 25 anni di servizio, i legionari che diventavano veterani furono premiati in vario modo. Per esempio, coloro che non erano cittadini romani potevano ottenere la cittadinanza", ha spiegato il Professor Dyczek. L'archeologo spiega anche che la cittadinanza apriva la strada al progresso sociale: un veterano al pari di quello di cui si è scoperto il documento di concessione della cittadinanza romana, poteva occupare posti prestigiosi all'interno della burocrazia dell'Urbe.
Si pensa che il proprietario del documento appena trovato dovesse avere tra i 40 ed i 45 anni di età, dal momento che i legionari erano arruolati a partire dall'età di 20 anni. Una copia del certificato di concessione di cittadinanza era archiviata a Roma su papiro, ma la chiave era il documento originale, in possesso del proprietario. La sua perdita equivaleva alla perdita della su identità.
Gli archeologi di Varsavia scavano a Novae (vicino a Svishtov) da oltre 50 anni. Ogni anno gli scavi rivelano ulteriori dettagli sulla vita di due legioni storicamente rilevanti: l'VIII Legio di Augusto e la I Legio Italica. Quest'estate, durante gli scavi tra i resti della lussuosa domus di un ufficiale romano, gli archeologi si sono imbattuti nell'importante manufatto.
"Si tratta di un frammento di un documento che certificava che l'imperatore concedeva la cittadinanza romana ad un legionario al termine del servizio di leva", ha affermato il responsabile della ricerca a Novae, Piotr Dyczek, dell'Università di Varsavia. Il "certificato", parzialmente conservato, è stato inciso su una piastra di bronzo. Gli archeologi non hanno ancora decifrato tutto il testo.
Bulgaria, gli scavi polacchi a Novae (Foto: M. Lemke) |
Nei primi anni dell'impero romano, solo i cittadini romani, quelli che erano nati e vivevano in Italia, potevano servire nell'esercito romano. Tutto cambiò a partire dal III secolo d.C. Roma aveva bisogno di molti soldati per difendere i confini, motivo per cui i barbari, persone che pur essendo alleate dei romani provenivano da fuori i confini originali dell'impero, erano autorizzati ad arruolarsi.
"Dopo un minimo di 25 anni di servizio, i legionari che diventavano veterani furono premiati in vario modo. Per esempio, coloro che non erano cittadini romani potevano ottenere la cittadinanza", ha spiegato il Professor Dyczek. L'archeologo spiega anche che la cittadinanza apriva la strada al progresso sociale: un veterano al pari di quello di cui si è scoperto il documento di concessione della cittadinanza romana, poteva occupare posti prestigiosi all'interno della burocrazia dell'Urbe.
Si pensa che il proprietario del documento appena trovato dovesse avere tra i 40 ed i 45 anni di età, dal momento che i legionari erano arruolati a partire dall'età di 20 anni. Una copia del certificato di concessione di cittadinanza era archiviata a Roma su papiro, ma la chiave era il documento originale, in possesso del proprietario. La sua perdita equivaleva alla perdita della su identità.
Fonte
scienceinpoland
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