venerdì 29 novembre 2019

Paestum, nuove interessanti rivelazioni dal georadar

Paestum, capitello dorico (Foto: Parco Archeologico di Paestum)
Dopo il ritrovamento, nel mese di giugno 2019, di alcuni elementi smembrati di un tempietto dorico di V secolo a.C. presso le mura della città antica di Paestum, in Campania, gli archeologi del Parco Archeologico, diretto da Gabriel Zuchtriegel, hanno acquisito nuovi dati che potrebbero portare all'ubicazione esatta dell'edificio e allo scavo stratigrafico di quello che rimane nel sottosuolo di un monumento che è stato definito un "gioiello dell'architettura dorica tardo-arcaica".
Gabriel Zuchtriegel ha dichiarato che una prospezione geofisica, in grado di rilevare tracce sotterranee con metodi non invasivi, ha permesso di individuare un'anomalia in corrispondenza al ritrovamento degli elementi in superficie, in via ipotetica identificabile con il tempio smembrato. La prospezione è stata condotta in collaborazione con il Parco e il Ministero dei Beni e delle Attività Cultura e del Turismo (MiBACT), da un team multi-disciplinare dell'Istituto di metodologie per l'analisi ambientali (Imaa) e dell'Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente (Irea) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), sotto la direzione scientifica di Enzo Rizzo e Francesco Soldovieri. Coinvolti i ricercatori Ilaria Catapano, Luigi Capozzoli, Gregory De Martino, Gianluca Gennarelli e Giovanni Ludeno.
Paestum, indagini con il georadar
(Foto: Parco Archeologico di Paestum)
Nelle elaborazioni prodotte dagli scienziati del Cnr si vede una struttura rettangolare di 6 x 12 metri circa. "Dimensioni che andrebbero bene con quanto abbiamo ricostruito in base agli elementi trovati in superficie, i quali permettono di ipotizzare un intercolunnio di 1,68 metri", commenta il direttore del Parco. "Quello che ci ha sorpreso è la struttura interna che si intravede: ci sembra essere un corpo centrale, una cella, circondata da un portico. Ma un tale impianto, chiamato periptero in virtù del fatto che è completamente circondato da colonne, di solito non viene adottato per edifici così piccoli, ma solo per grandi templi come quello di Nettuno a Paestum. Pertanto solo uno scavo scientifico potrà dare risposte certe". [...]
Il Direttore del Parco ha ringraziato per "l'ampio sostegno che abbiamo ricevuto da tutte le parti", dalla Soprintendenza di Salerno e Avellino retta da Francesca Casule e dai proprietari del terreno su cui insiste la struttura, l'Opera Pia "Pompeo Lebano" presieduta da Franco De Feo, al consorzio Ganosis quale appaltatore dei lavori di restauro e manutenzione sulle mura di Paestum che hanno portato alla scoperta del monumento nonché ai funzionari del Parco che hanno collaborato nelle attività di recupero e indagine. Non ha dimenticato di ricordare che il Parco di Paestum ha lanciato una campagna di fundraising per il recupero del tempio recentemente scoperto sulla piattaforma Artbonus.
"Oltre all'eccezionale valore scientifico", conclude Zuchtriegel, "il rinvenimento è per noi anche un'occasione per creare coesione e sinergie intorno al patrimonio archeologico, dimostrando in questa maniera che tutela, ricerca e valorizzazione sono parte di un unico cerchio, un'archeologia 'circolare' appunto, attenta ai temi della conoscenza e della fruizione accessibile ed inclusiva".

Fonte:
ClassiCult

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