Francia, la Venere di Renancourt (Foto: inrap.fr) |
Il deposito preistorico di Renancourt ad Amiens (Somme) è noto da tempo. E' rimasto a lungo una delle poche testimonianze del Paleolitico Superiore (35000-15000 anni fa) nel nord della Francia. Il sito è stato scoperto nel 2011 ed è stato oggetto di scavi pianificati dal 2014. Durante la campagna 2019 è stata portata alla luce un'eccezionale Venere di 23000 anni fa.
Vicino alla confluenza della valli di Saddle e della Somme, in una zona a sudovest di Amiens, vi è un habitat caratterizzato da una concentrazione di resti molto ben conservati, ad una profondità di 4 metri al di sotto dell'attuale piano di calpestìo. Analizzati al C-14, il luogo ha restituito una datazione risalente a 23000-21000 anni fa ed è, attualmente, una delle poche testimonianze della presenza dell'uomo moderno (homo sapiens) nel primo Paleolitico Superiore nel nord della Francia.
La diversità e l'abbondanza dei resti fanno entrambi luce sulle varie attività praticate in questo luogo, deputato essenzialmente alla caccia. Sono state rinvenute punte di selce e grandi lame trasformate in coltelli o raschiatoi. Il consumo di carne equina è attestato da molti resti ossei. Sono presenti anche oggetti utilizzati come ornamenti personali.
La campagna di scavo 2019 ha permesso di scoprire una scultura eccezionale che va a completare una serie di 15 statuette gravettiane, la prima delle quali scoperta nel 2014. Questa statuetta, chiamata Venere, è stata scolpita nel gesso, è alta 4 centimetri e mostra una figura femminile steatopigia. Le braccia sono appena abbozzate, il viso non presenta caratteristiche particolari. Questa scultura gravettiana si inserisce perfettamente in un canone estetico che comprende la Venere di Lespugne (Haute-Garonne), quella di Willendorf (Austria) e quella raffigurata nel bassorilievo di Laussel (Dordogne). La capigliatura di questa Venere di Renancourt presenta sottili incisioni a griglia a formare la capigliatura, griglia che non è diversa da quella presente sulla Venere di Willendorf ma soprattutto sul capo della Signora di Brassempouy (Landes).
Queste statuette dette Venere, sono conosciute attraverso decine di copie rinvenute dai Pirenei fino in Siberia. In Francia l'ultimo ritrovamento del genere in un contesto stratigrafico è stato portato alla luce nel 1959 a Tursac, in Dordogna.
Vicino alla confluenza della valli di Saddle e della Somme, in una zona a sudovest di Amiens, vi è un habitat caratterizzato da una concentrazione di resti molto ben conservati, ad una profondità di 4 metri al di sotto dell'attuale piano di calpestìo. Analizzati al C-14, il luogo ha restituito una datazione risalente a 23000-21000 anni fa ed è, attualmente, una delle poche testimonianze della presenza dell'uomo moderno (homo sapiens) nel primo Paleolitico Superiore nel nord della Francia.
La diversità e l'abbondanza dei resti fanno entrambi luce sulle varie attività praticate in questo luogo, deputato essenzialmente alla caccia. Sono state rinvenute punte di selce e grandi lame trasformate in coltelli o raschiatoi. Il consumo di carne equina è attestato da molti resti ossei. Sono presenti anche oggetti utilizzati come ornamenti personali.
La campagna di scavo 2019 ha permesso di scoprire una scultura eccezionale che va a completare una serie di 15 statuette gravettiane, la prima delle quali scoperta nel 2014. Questa statuetta, chiamata Venere, è stata scolpita nel gesso, è alta 4 centimetri e mostra una figura femminile steatopigia. Le braccia sono appena abbozzate, il viso non presenta caratteristiche particolari. Questa scultura gravettiana si inserisce perfettamente in un canone estetico che comprende la Venere di Lespugne (Haute-Garonne), quella di Willendorf (Austria) e quella raffigurata nel bassorilievo di Laussel (Dordogne). La capigliatura di questa Venere di Renancourt presenta sottili incisioni a griglia a formare la capigliatura, griglia che non è diversa da quella presente sulla Venere di Willendorf ma soprattutto sul capo della Signora di Brassempouy (Landes).
Queste statuette dette Venere, sono conosciute attraverso decine di copie rinvenute dai Pirenei fino in Siberia. In Francia l'ultimo ritrovamento del genere in un contesto stratigrafico è stato portato alla luce nel 1959 a Tursac, in Dordogna.
Fonte:
Inrap
Inrap
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